Lo scrittore Michael Chabon, vincitore dell’ambito premio Pultizer per il romanzo Le straordinarie avventure di Kavalier e Clay (Rizzoli, 2001) ha pubblicato oggi sul suo blog ufficiale le ultime news sulla prossima versione cinematografica del suo romanzo:
"Il futuro di questo progetto, ovvero se uscirà dalla nebulosa della pre-pre-produzione per entrare nel mondo della davvero-davvero-preproduzione, verrà deciso entro il 12 di luglio. Esiste la forte possibilità che la splendida Natalie Portman interpreti il ruolo di Rosa. Il resto del casting è ancora da decidere e si sta lavorando sodo alla sceneggiatura (il che significa un mucchio di tagli) ed al disegno della parte relativa ai fumetti. Risposte veloci: Golem: sì, antartico: sì, storia d’amore gay: sì, crollo del mondo libero: no, Long Island: no, Orson Welles: no, Salvador Dalì: sì, riferimenti amorosi di (tra?) Betty e Veronica: no, Stan Lee: no."
Infine, alla regia è previsto Stephen Daldry.
Ma cosa si racconta in questo rutilante romanzo, per coloro che ancora (colpevolmente) non lo conoscono?
Prendo spunto dalla recensione su Amazon che meglio spiega perché un romanzo che coniuga la più sfrenata fantasia all’analisi della più cupa realtà possa conquistarsi il premio Pulitzer: come il fumetto immaginario che lo anima e ispira, Le straordinarie avventure di Kavalier e Clay è sia più grande della vita che romanzo sulla vita stessa. Completo di Golem, magia, fughe miracolose, nemesi malvagie e anche epiche battaglie ambientate nei paesaggi dell’artico, il romanzo insegue le più importanti domande su amore e guerra, sogni e arte.
Il periodo storico è quello che fa da teatro alla seconda guerra mondiale (e non sbuffate, voi guardate il grande fratello e pensate che sia un bel programma tv), i protagonisti sono 3:
Samuel Klayman, Josef Kavalier e la musa ispiratrice Rosa Saks.
Il primo, che si auto descrive come un piccolo uomo, ragazzo di città ed ebreo, incontra il secondo quando la madre glielo spinge letteralmente nel letto dicendo che deve fare spazio al cugino in fuga dalla Praga occupata dai nazisti. È l’inizio di una amicizia tanto improbabile quanto straordinaria perché l’unione tra il talento per le trame pulp di Sam e l’impostazione più accademica di Joe fanno nascere il super eroe chiamato l’Escapista. Mascelluto e vestito di nero, il nuovo nato supereroe viene descritto così: Gira tutto il mondo, ha straordinari poteri e viene in aiuto di coloro che sono schiacciati dalla tirannide.
Prima che se ne rendano conto, Kavalier e Clay (come si faranno chiamare i due), si troveranno nell’epicentro dell’età dell’oro dei comics.
Ma le motivazioni di Joe sono molto più complesse e personali di quanto ci si aspetti da un fumettista. Infatti se nella prima avventura dell’Escapista lo vediamo sconfiggere in modo spettacolare nientemeno che il fuhrer in persona, negli anni seguenti le battaglie del supereroe contro le sue nemesi si fanno sempre più intense e disturbanti quanto i tentativi di Joe di salvare i pezzi della sua famiglia distrutta. Lui pensa di combattere la guerra a colpi di inchiostro e pennello e l’idea lo sostiene abbastanza a lungo da incontrare Rosa Saks, un’artista tanto surreale quanto sorprendentemente retrograda. Ma quanto anche la finzione non riesce più ad aiutarlo, Joe realizza la sua stessa fuga, lasciando Rosa e Sam a rimettere insieme i cocci in modi sempre più sbagliati.
È la metafora della fantasia come metodo per cambiare la realtà e dello scontro con la stessa quando ci si rende conto che il muro tra i due mondi è invalicabile. È spettacolare fantascienza e dramma umano, speranza e disperazione.
A questo punto non resta che aspettare di vedere le straordinarie avventure di Kavalier e Clay prendere vita sul grande schermo, questo si che sarebbe più grande della vita stessa.
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