- Quello che dici è vero, ma non ha nessuna importanza. Tu non sei importante solo per noi. La tua vita come quella di qualunque altra creatura è nell’Insieme e questo è importante. Tu poi sei una creatura diversa da noi ma capace di scegliere, di comprendere se stessa e questo è ancora più importante. L’Insieme deve sempre aiutare l’Insieme. Questa è l’unica regola. Avvertiamo dentro di te sentimenti neri, pulsioni primordiali che non riuscimmo a comprendere nei tuoi avi e che ci spaventano ancora come allora, ma non ha importanza. Noi siamo qua. Così dall’inizio fino alla fine. Quello che accade nel mezzo non lo decidiamo noi. L’insieme per l’Insieme. Questa è l’unica regola.- Sono un assassino.- Non sta a noi giudicarti. Solo tu lo puoi fare. Però possiamo offrirti un’esperienza nuova che potrà aiutarti. Lasciati andare e raccontaci la tua storia. La rivivremo assieme e forse capirai meglio quello che sei. –
Ledeo accettò il consiglio e cominciò a raccontare o per meglio dire a pensare. Partì dall’inizio. Cercò nella sua memoria i primi ricordi dell’infanzia, le prime esperienze, i primi rapporti. La cosa strana era che riviveva la sua storia come se non gli appartenesse, quasi come fosse il racconto di un’altra persona. Questo nuovo punto di vista lo spiazzava alquanto ma gli permetteva di giudicare le sue scelte, i suoi comportamenti, le sue emozioni, con un’obiettività pressoché assoluta. Man mano che il racconto andava avanti sentiva crescere in lui una strana forza. Compativa gli innumerevoli errori che aveva commesso ma ne capiva anche l’utilità. Poteva vedere legami tra eventi apparentemente distanti tra loro, riusciva finalmente a capire il perché delle sue reazioni e delle sue paure. Nessuna delle incredibili scoperte che aveva vissuto nella fusione con Madres era paragonabile a quello che stava vivendo ora. Aveva sempre cercato le risposte alle sue domande nel posto sbagliato. Ma anche questo errore era stato necessario per arrivare a capire quella semplice verità. L’intero universo era in lui perché lui era parte dell’universo. Tutto il mistero della creazione scorreva nelle sue vene e si specchiava nel lato interno del suo sguardo. Per vederne l’essenza gli sarebbe bastato chiudere gli occhi.
- Stai incominciando a comprendere. –
- Si. –
- Ma questo è solo l’inizio. –
- Eppure a me sembra già molto. –
- Non hai ancora capito la cosa più importante. La vera differenza che ci fa diversi dalle altre creature. –
- Aiutatemi a capire, vi prego. –
- Noi abbiamo fatto quello che potevamo fare. Sta a te arrivare alla conclusione di questo viaggio. Sarebbe inutile dirtelo, devi arrivarci da solo. Ora devi tornare nell’ordine dei pensieri umani, ma non temere, porterai con te anche questa esperienza. –
Ledeo avrebbe voluto fare ancora molte domande a quella creatura ma una folata di tiepida aria profumata spezzò quell’incantesimo.
Quando riaprì gli occhi alla realtà capì subito che le sorprese non erano ancora finite.
Si trovava sul dorso della balena. Era completamente bianca. Non si muovevano troppo velocemente ma l’aria del mattino gli sferzava il viso. Alle loro spalle una pallida alba illuminava la terra ferma dove si era schiantata la Novak. Si poteva ancora vedere una colonna di fumo nero salire verso il cielo.
La spiaggia non era molto lontana e in poco tempo arrivarono al limite raggiungibile dal cetaceo. Poco più avanti l’acqua era troppo bassa per permettergli di nuotare. Ledeo era ancora frastornato. Gli sembrava tutto un grande “viaggio” causata dall’assunzione di chissà quale droga allucinogena. La stanchezza, le emozioni estreme che aveva vissuto, il corpo debilitato… tutto passato. Non finito, perché comunque lui era consapevole della loro presenza. Ma erano passate in secondo piano. Si sentiva leggero, trasparente, etereo. Il suo pensiero era lucido e sottile come un capello. Poteva quasi sentire l’aria di mare attraversare il suo corpo. Prese congedo dal cetaceo e si tuffò in mare. L’acqua era meno fredda della prima volta. Con poche bracciate arrivò a toccare il fondo con i piedi. Una sensazione piacevole. La sabbia finissima che si modella sul piede. Mentre camminava, incominciava ad avvertire il calore del sole nascente sulla schiena. Un’altra sensazione piacevole.
Quando arrivò sulla spiaggia avrebbe voluto buttarsi subito in ginocchio e baciare la terra, ma c’era un’altra cosa che invece doveva fare. Si voltò lentamente portandosi la mano sopra gli occhi e guardò per la prima volta in faccia la nuova stella che lo avrebbe scaldato per il resto della sua vita. Lo spettacolo era incredibile. Il mare tinto di rosso si fondeva con il cielo che a sua volta sfumava dal viola fino a quel poco di blu scuro che la notte aveva ancora lasciato. E in mezzo a tutto questo Lui. Arancio e rosso. Giallo e oro. La stella che i sacerdoti chiamavano Sole.
Ora poteva inginocchiarsi e baciare la terra.
V
Non era stato semplice raggiungere l’ala della Novak in cui si trovavano gli altri passeggeri. A dire il vero era un miracolo che si fosse salvato qualcosa nello schianto. Delle trecento capsule iperbariche solo un centinaio erano ancora integre. Per tutti gli altri non c’era più nulla da fare.Dovette effettuare le procedure di riattivazione manualmente, capsula per capsula. Nel giro di qualche ora i primi superstiti già si alzavano in piedi. Erano frastornati, stupiti. Ansiosi di sapere da Ledeo che cosa fosse successo. Lui fu avaro di informazioni. Non se la sentiva di raccontare loro tutta la storia di quell’incredibile viaggio, non ancora per lo meno. Si limitò a dire che era andato tutto liscio fino al momento di entrare nell’orbita di quel pianeta e che un’improvvisa quanto inspiegabile esplosione aveva fatto perdere il controllo alla Novak proprio durante la fase di atterraggio. Fortunatamente nessuno dei passeggeri era a conoscenza dei dettagli tecnici di quella missione, così non fu difficile propinare loro una storia fittizia quanto comoda.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID