Questa volta la caduta sembrava non dovere finire più. Mentre cadeva sentiva il suo corpo sgretolarsi, corroso dall'attrito. Non era una sensazione spiacevole, tutt'altro. L'aria che toccava le sue membra era come una leggera carezza consolatoria. Meno materia era aggrappata alla sua essenza e più il suo benessere aumentava. Quando non ci fu più nulla da consumare la sua caduta terminò.Ora era solo pensiero. Puro. Inafferrabile. Si sentiva capace di ogni cosa. Libero da ogni costrizione fisica.- E questo è niente, Ledeo.

- Cosa intendi dire, Madres?

- Sai benissimo che in queste condizioni non resisteresti a lungo nel piano parallelo. Non possiedi sufficiente energia per tenere insieme la tua coscienza. Essa si dissolverebbe, lentamente assorbita dal tutto. Diventeresti parte del cosmo, è vero, ma non potresti trarne nessun profitto. Non te ne renderesti neppure conto.

- Allora cosa devo fare? Sono pronto a tutto pur di non tornare più dall'altra parte.

- Rilassati. Ora diventeremo una cosa sola.

Se Ledeo avesse avuto ancora un corpo avrebbe potuto sentire un brivido di paura salire dalla schiena alla testa. Invece ora che era solo energia psichica la sensazione di disagio che provò fu molto più intensa e dolorosa. Per un attimo tentò di ritrarsi, un gesto istintivo che non aveva ragione di esistere. Se Madres gli aveva fatto una tale proposta significava che non c'era altra strada. E poi era certo che lei non gli avrebbe mai fatto fare qualcosa di sbagliato. Cercò di lasciarsi andare, di distendere i suoi pensieri.

- Bravo. Così. Lascia che anche i tuoi pensieri si dilatino e si assottiglino fino a sparire. Io sarò lì, dove finora non sei mai arrivato. Ci abbracceremo come non mai e saremo una cosa sola. Continuerai ad essere te stesso ma avrai una cosa in più: me. Scoprirai cosa significa non avere confini.

Ledeo ascoltava la voce di Madres ormai completamente rapito, quasi ipnotizzato. Face quello che lei gli chiedeva. Una piacevole sensazione di tepore si fece strada in lui man mano che estendeva il suo pensiero, dalle propaggini al centro. Poi solo il buio.

Non ci sono parole per descrivere quello che Ledeo stava provando. Né tanto meno per spiegare ciò che era diventato. La sua memoria, le sue esperienze, erano ancora lì, ma ora facevano parte di qualcosa di molto più vasto. Era come se avesse vissuto centinaia di vite diverse ricordandone ogni particolare. Non aveva più un corpo materiale ma l'astronave era diventata la sua nuova propaggine nel mondo fisico. Ma questo non era nulla. Poteva sondare l'universo intorno a lui leggendone la storia di ogni atomo. Non c'era più nulla da cui lui non potesse trarre un qualche tipo di insegnamento o di semplice nozione. Non era più un semplice essere umano. Non era più Ledeo. Era diventato qualcosa di completamente nuovo. La voce di Madres era sparita, o meglio, era diventata meno predominante. La sentiva muoversi nei sub strati del suo pensiero. Era diventata semplicemente la sua nuova coscienza. Una coscienza pura nella sua logica matematica, infallibile nel distinguere il Bene dal Male. Anche il tempo non aveva più nessuna importanza. La sua nuova forma era stata forgiata per travalicare anche questo problema.

Il viaggio verso il nuovo pianeta era ancora la sua meta. Anzi, mai come ora ne capiva l'importanza. Ma il portare a termine questa missione non impegnava che una minima parte delle sue energie. Ora però sapeva come impegnare il tempo. Sentiva di avere capacità infinite e questa sarebbe stata la sua prima missione, scoprire quali e quante fossero queste peculiarità della sua nuova forma. Dopo di che il grande libro dell'universo sarebbe stato il prossimo passo.

Lui sarebbe stato il punto di riferimento per le nuove generazioni. Tutto il suo sapere avrebbe reso migliore la nuova dinastia che avrebbe colonizzato il pianeta verso il quale stavano viaggiando.

Era certo che mai più sarebbero stati commessi i tragici errori che nel passato avevano portato alla distruzione della sua terra.

Ledeo eliminò i pensieri inutili e cominciò a riscoprire sé stesso.

Parte seconda

I

I sette anni successivi passarono veloci e silenziosi. La Novak aveva quasi raggiunto la sua destinazione senza incorrere in nessun problema. La simbiosi tra Ledeo e Madres aveva prodotto un essere infallibile e dalle capacità quasi illimitate. Già da qualche tempo il suo pensiero aveva scandagliato lo spazio dinanzi a sé nel tentativo di trovare la Terra Imagin'aria, il pianeta che fino a quel momento era sembrato solo teoria. Dopo aver setacciato decine di sistemi solari possibili finalmente lo trovò. Non c'erano dubbi. Il terzo di un sistema solare composto di nove pianeti. La distanza e le caratteristiche del suo sole erano ottimali e i dati coincidevano al 97% con quelli raccolti dalle sonde dell'Ordine Labirinto. C' era solo una cosa che lasciava perplesso Ledeo\Madres. La superficie di quel pianeta era composta per 80% d'acqua. Le zone emerse erano in netta minoranza rispetto agli oceani e questo non coincideva con i dati raccolti in precedenza. Era però sicuro di non sbagliarsi. Quella gemma azzurra spersa nell'universo lo aveva colpito subito. A parte le cifre e i dati. Ledeo aveva avvertito una strana sensazione, sentiva muoversi tra i suoi geni un senso d'appartenenza atavico nei riguardi di quell'immagine. Specialmente guardando l’unico satellite che orbitava intorno al pianeta avvertiva una sottile nostalgia correre tra le sinapsi del centro neuronale. Era certo che quello fosse il pianeta nel quale l'umanità aveva avuto origine.

Poche cose sfuggivano ormai al pensiero onnisciente di Ledeo\Madres. Tra queste la più importante era proprio a pochi metri da lui. Le porte che davano accesso al cuore della Novak erano sempre state chiuse, neppure dopo la fusione era riuscito a scoprire che cosa ci fosse al di là. In ogni caso se n'era scordato in fretta, sommerso in un mare di nuove nozioni e stimoli.