Oggi i robot riescono, parzialmente, a sorridere, camminare o giocare a calcio. Ma le loro mani spesso sono l'equivalente di una pinza di ferro.

E' il famoso problema dell'uovo: un robot non riesce a prendere un uovo senza lasciarlo cadere o senza stritolarlo. Un gesto per noi banalissimo è praticamente impossibile per una macchina.

"Allo stato dell'arte - ci dice Richard Crowder dell'università di Southampton - i robot non eguagliano nemmeno le capacità di un bambino di sei anni. Non riuscirebbero neppure ad allacciarsi le scarpe o a costruire un castello di carte".

Adesso alcuni scienziati sono riusciti a sviluppare una pellicola molto sensibile. Proprio come la punta delle dita.

Il nuovo dispositivo, sviluppato dallo scienziato Ravi Saraf dell’università del Nebraska, è una pellicola mille volte più sottile di un foglio di carta. E quando "tocca" una superficie la pressione esercitata provoca lo sfregamento delle particelle di cadmio di cui è composta. Questo determina un passaggio di corrente e l’emissione di una luce (elettroluminescenza). Più le particelle sono pressate e più luce emettono. Infine una macchina fotografica cattura la luce, riproducendo l’immagine di quello che la pellicola ha "sentito".

La speranza è che oltre a rivestire i robot di ultima generazione questa particolare "pelle" un giorno possa essere usata anche per scopi medici e chirurgici.

Conoscendo la forma e la struttura della superficie da afferrare, il computer incorporato nel robot è in grado di guidare i movimenti della mano. Evitando sia di far scivolare l'oggetto sia di danneggiarlo con una presa troppo stretta (ricordatevi dell'uovo, anzi della frittata...).

Oltre alle applicazioni mediche, il robot fine e sensibile potrà essere usato nelle missioni spaziali. Non è un caso che uno degli umanoidi più avanzati sia uscito dai laboratori della Nasa. Robonaut è stato progettato in collaborazione con il Dipartimento della difesa statunitense per effettuare missioni rischiose a spasso nel cosmo.