Dopo questa avventura, Mario potrebbe avere bisogno di uno psicanalista. Il paffuto idraulico italiano è sempre stato un tipo abitudinario. Della serie che la bella viene fatta prigioniera dal cattivone, sbraita tutto il suo terrore dalla cima di una torre e la supermascotte Nintendo si precipita, incurante dei pericoli, a salvarla. Ma probabilmente anche per la casa giapponese dei mille platform i tempi son cambiati. Finita un’epoca, quella delle madamigelle e dell’ideal cortese, Super Princess Peach cavalca in pieno l’onda anomala della rivoluzione sessuale videoludica. Iniziando con l’invertire i ruoli. Stavolta è Mario a essersi cacciato nei guai e tocca alla principessa Peach sottrarlo dalle grinfie di Bowser. Niente di tremendamente complicato. Chi se la passa peggio, in questa storia, sono proprio gli eserciti di tartarughe koopa e gli altri mostriciattoli di Bowser. Provate voi a mettervi tra una teenager capricciosa e il suo promesso sposo. Cose che non si augurerebbero nemmeno al peggior nemico. Fortunatamente nel videogame Nintendo si sta dalla parte giusta della barricata.

Super Princess Peach è un platform estivo. Intendiamoci: nessuno vieta di giocarlo di inverno. Però ci si trovano un po’ tutte le caratteristiche della stagione appena cominciata. É coloratissimo, spensierato. E più mite degli antesignani con protagonista Mario. Un platform cioè divertente, da vivere in completo relax. Spaparanzati su una sedia sdraio? Se vi pare... L’avventura salterina di Peach si svolge a Emoziolandia, un paese che ha la particolarità di amplificare le emozioni addirittura – reggetevi – di più della casa del Grande Fratello. É così che la viziata principessina si scopre in possesso di strabilianti superpoteri, legati agli sbalzi di umore cui sono solite, come noto, le ragazze.

Quando si arrabbia, è in grado di incenerire i nemici. Se è felice, vola letteralmente al settimo cielo. La calma permette di recuperare energia. Mentre da principessa triste sgorgano fiumi di lacrime che possono far crescere piante e fiori. All’occorrenza, tutte le emozioni – che servono per superare determinati ostacoli e/o raggiungere zone inaccessibili del paesaggio – sfilano una dietro l’altra in un clic di pennino sul touch screen. Situazioni da far impallidire l’intero cast di Beautiful. A questo punto nel giocatore si instilla il dubbio che Super Princess Peach, nonostante la palette grafica rosata e gli altri accorgimenti cucciolosi, non sia esattamente un titolo studiato per il pubblico femminile. La verità sta nel mezzo. È buon gioco, un titolo per tutti, e ci si divertiranno tanto le sostenitrici del girl power, quanto i maschietti. Le lettura dell’universo femminile realizzata in questa occasione da Nintendo è ironica e scanzonata, ma non irriverente.

Guai infatti a prendere Super Princess Peach troppo sul serio. Un platform vanitoso che rientra negli altissimi livelli qualitativi di Nintendo. Piuttosto che impensierire il giocatore smaliziato, o incalzarlo, preferisce coccolarlo. Accompagnarlo in un mondo di carinerie dallo spirito vacanziero – che, al giorno d’oggi, sono sempre più corte. L’esordio di Peach, sulla via dell’emancipazione, è come una gita al mare. Piacevolmente rilassante. Anche se un occhio attento avrà di che interrogarsi sui misteri celati nell'iconografia delle favole digitali. Ieri era Mario che mangiava i funghetti e diventava un gigante. Ora è Peach che passeggia con un ombrello parlante che assimila – coi sorrisi, ma peggio di un borg - povere tartarughe.