Rollercoaster estivo studiato a tavolino per la stagione dei blockbusters, Poseidon manca del tutto o quasi l'approfondimento psicologico dei personaggi dell'originale diretto da Ronald Neame nel 1972.
Un ottovolante di emozioni e di effetti visivi che va preso per quello che è: un'esperienza eccitante e divertente che - alla fine - lascia poco o nulla allo spettatore dal punto di vista emotivo e personale.
Ancora una volta il regista Wolfgang Petersen - in mancanza di una sceneggiatura equilibrata, sensata e di spessore - predilige l'elemento visivo di una storia dando vita ad una pellicola in molti momenti mozzafiato che, però, sulla lunga distanza lascia il tempo che trova.
Disaster movie dalla vocazione molto classica, Poseidon è un film che soffre non solo del paragone con l'originale (appena ripubblicato in Dvd), ma soprattutto della tensione emotiva generata da un disastro (vero) marittimo collegata ad un capolavoro come Titanic di James Cameron.
Non si tratta solo di effetti visivi più raffinati: nonostante le loro grandi capacità atletiche e il loro carisma personale, tutti i protagonisti del film non hanno spazio, né tempo (né tantomeno parole...) per superare un abbozzo poco più che bidimensionale.
La versione 2006 del romanzo di Paul Gallico è quindi una mera esperienza per gli occhi: un gioco visivamente interessante, ma poco più che un divertissment vista e considerata la sua assoluta incapacità di approfondire temi e personaggi mostrati nel film.
Pur puntando al realismo, Petersen che affolla la nave di cadaveri e esplosioni, manca totalmente (e volutamente...) l'idea di dare qualcosa di più allo spettatore. Non è quindi un caso che rispetto al film del 1972 manchi la figura del predicatore interpretato da Gene Hackman. Né la riconquista della fede, né un certo tipo di eroismo che riporta cinematograficamente agli anni Sessanta interessa il regista tedesco che guarda alla storia come ad una mera reazione meccanica ad un evento improvviso e fatale. Dopo una rapida presentazione dei personaggi, ecco arrivare l'onda gigantesca che fa capovolgere la nave. Il resto è tutta una corsa per venire fuori dalla pancia del gigantesco transatlantico rovesciato. Né più, né meno che un ottovolante di quelli dell'ultima generazione. Accese le luci e sganciate le cinture di emozioni e personaggi non resta più nulla.
Altro che temi come il ritrovamento della fede: alla fine del film c'è solo la salvezza personale da un disastro improvviso. Eppure, nell'era di film capolavoro come United 93, una pellicola come Poseidon - nonostante tutta la sua tecnologia - sembra avere fatto - paradossalmente - il suo tempo. La spettacolarità visiva deve accompagnarsi a qualcosa di emotivamente più rilevante e meno scontato. Altrimenti si tratta solo di un pop corn movie piacevole e ben fatto, ma destinato ad essere presto dimenticato.
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