Che Bill fosse un ragazzo dolce e sciocco, posso immaginarlo. E posso immaginarmi anche che abbiate sentito che fosse un tipo spensierato, con la scintilla dorata del Creatore nel petto e negli occhi l’aspetto ispirato di colui che vede l’avvenire, un amico per tutti quelli che lo conoscevano. E che fosse un eletto e non un ritardato, un lunatico e non uno sconsolato, uno sfortunato piuttosto che un profanato, un tormentato, o uno verso il quale si è peccato.
Se questo è il caso, allora fareste bene a prestare attenzione, poiché in Bill c’era tanto l’uomo quanto il ragazzo, nessuno dei due spensierato come dicono, e le cose che ha fatto e come le ha fatte sono in definitiva meno importanti di ciò che lo ha mosso a farle, e questo riflette la povertà spirituale e la disperazione del nostro tempo.(…)
La madre di Bill era un tecnico medico assegnato alla stazione dalla Seguin Corporation, proprietaria del contratto di sviluppo per il programma delle navi-luce, e quindi, quando il suo esame prenatale mostrò la presenza di un feto gravemente ritardato, poté usare la sua posizione per alterare le registrazioni del computer allo scopo di mascherare i risultati; perché altrimenti, secondo le leggi della stazione – in pratica le leggi della società – avrebbe dovuto abortire.
Perché si fosse comportata così, e perché diciassette mesi dopo la nascita di Bill si fosse suicidata, rimane un mistero, anche se si suppone che i suoi atti irrazionali fossero dovuti alla possibilità che il padre di Bill, un colono a bordo della nave-luce Perseverance, non avrebbe più fatto ritorno.
La scoperta che Bill era ritardato suscitò un’accanita discussione. Un gruppo consistente dei lavoratori della stazione insistette perché il neonato fosse ucciso, asserendo che, siccome la vita nello spazio era un premio, permettere a quella creatura senza valore di sopravvivere sarebbe stato un affronto a tutti quelli che avevano fatto grandi sacrifici personali per venire a Solitaire. Questo gruppo era formato principalmente da coloro le cui vite erano state fortemente modificate dal sistema di quota, o da coloro il cui compito era quello di mantenerlo: donne senza figli, amministratori e (la maggior parte del gruppo e della popolazione in generale) persone che, come Braulio, avevano vinto un lavoro a bordo della stazione, ed erano riuscite in questo modo a sfuggire alla schiacciante povertà e all’inquinamento della Terra, ma il cui ruolo non era così importante da permettere loro di portare con sé la famiglia, e che, quindi, avevano dovuto abbandonarla. A questo gruppo si opponeva una rumorosa minoranza composta da coloro le cui posizioni filosofiche o religiose non avrebbero consentito un atto di violenza così cieca.
Tuttavia quella minoranza, ne sono convinto, rappresentava più che altro un’istanza fondata quasi interamente sul principio, e dubito che molti suoi sostenitori fossero entusiasti di Bill in particolare.
Lontano dalla disputa c’era un gruppo considerevole che, per varie ragioni sociali e politiche, si mantenne neutrale; tuttavia si poteva arguire che almeno metà di loro, se interrogati, avrebbero espresso il proprio disinteresse per la questione della sopravvivenza di Bill.
Scazzottate e gare di strilli divennero presto all’ordine del giorno. Venivano indette riunioni, fatte domande, presentati ultimatum. Infine, comunque, non furono la politica o le minacce di ricorrere alla forza o gli appelli alla ragione a sistemare la questione, ma piuttosto una decisione societaria.
Tra le enormi proprietà della Seguin c’era una compagnia che forniva a varie industrie e agenzie di governo degli animali evoluti, che venivano utilizzati in ambienti naturali ritenuti troppo stressanti o che avrebbero messo a dura prova il fisico dei lavoratori umani. La difficoltà con questo tipo di animali stava nel mantenerne il controllo: le nuove nanotecnologie erano considerate inaffidabili e troppo dispendiose, e gli innesti computerizzati, seppure pratici, finivano sempre per rivelarsi dei fallimenti. C’era un certo numero di programmi di ricerca in corso il cui fine era quello di perfezionare gli innesti, e quindi la Seguin, vedendo l’opportunità di un test rigoroso, per non menzionare la discreta possibilità per le PR di mettere in evidenza le preoccupazioni profondamente umanitarie della società, decise – rovesciando la tradizionale metodologia scientifica – di provare su Bill un nuovo innesto che in seguito avrebbe potuto essere usato per governare il comportamento di scimpanzé, cani e simili.
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