di Luigi Pachì e Silvio Sosio
thread Una macchinina giocattolo che corre inseguita da un tirannosauro di plastica. Worf che prende la chitarra a Geordi, la spacca contro un albero e gli restituisce il manico dicendo "Mi scusi". Wayne e Garth seduti in macchina che vedono arrivare un poliziotto che cammina in modo strano e che porge loro la foto chiedendo "conoscete questo bambino"?
Omaggi, citazioni, riferimenti. E' un vero piacere scoprirli in un film, in un fumetto, in un romanzo: è quasi come se si stabilisse un rapporto personale fra l'autore del film e chi lo sta guardando, come se il regista dicesse: "Se capisci questa battuta vuol dire che tu e io abbiamo visto lo stesso film e ci è piaciuto".
L'altra sera ci è capitato di vedere il doppio episodio domenicale di X-Files. All'inizio del primo episodio, Mulder e Scully sentono dei rumori, e terrorizzati aprono la lavatrice aspettandosi di veder saltare fuori chissà quale mostro. Ma è solo un gatto. Reazioni possibili: A) perbacco, era solo un gatto! B) oh, guarda, hanno citato Alien C) ehi, hanno scopiazzato la scena!
L'episodio successivo. Teaser: Mulder e Scully sono in banca, c'è un rapinatore imbottito di dinamite, il tipo schiaccia un interruttore e la banca esplode. Cavoli, avranno pensato gli spettatori, Mulder e Scully morti prima della sigla! Però mi ricorda qualcosa... Fatto sta che i due risultano coinvolti in una specie di loop temporale. Alla fine Mulder riesce a sfruttare la sensazione di deja vu per comunicarsi la soluzione del problema. Chi non conosce Star Trek avrà trovato la puntata divertente e originale, chi invece abbia visto l'episodio Circuito chiuso (Cause and effect) di The Next Generation probabilmente si sta ancora chiedendo se l'episodio di X-Files andava considerato un remake o semplicemente un plagio clamoroso. Almeno in Star Trek potevano usare qualche spiegazione tecnobabbolosa per spiegare il fenomeno, cosa in X-Files non hanno neppure provato a fare.
Abbiamo parlato di omaggi e abbiamo parlato di plagi, ma c'è un'altra categoria, intermedia: quella degli scrocconi. Ci riferiamo a chi comincia con citazioni, omaggi e riferimenti, per poi farsi prendere la mano e finire per copiare a piene mani da tutto ciò che gli capita a tiro.
Secondo noi questo è il caso, e qui passiamo nel campo dei fumetti, di ciò che sta accadendo sempre più spesso con Nathan Never. Si è cominciato con una vaga ispirazione al cyberpunk e ad Akira, con qualche citazione qua e là. Poi qualche storia decisamente ispirata, intere scene e ambientazioni prese di peso... oggi Nathan Never sembra quasi un reader's digest della fantascienza; leggete Nathan Never e avrete un riassuntino di tutto ciò che è stato fatto nel genere.
Ci è capitato in mano di recente un numero dello spin off di Nathan Never, Agenzia Alfa, ("Al di là della Galassia"), firmato in questo caso da Bepi Vigna. Per curiosità lo abbiamo letto armati di blocco note e matita per segnare tutte le "citazioni": dopo una quarantina di pagine il primo foglio del blocco note era già pieno. Si va dal prelevamento in blocco da Star Trek di tutta la terminologia tecnica (velocità impulso, velocità curvatura, cristalli di "litio", smorzatori inerziali, sala olografica) e altre cosette: un robot identico a Data, "la stringa di energia" come quella di Generazioni, i motori "Cochrain"; a utilizzi vari di scene e ambientazioni presi da Guerre Stellari (il tizio congelato nella grafite come Han Solo, per fare un esempio banale) e altri film.
Il massimo del minimo Vigna lo raggiunge quando Never entra in un locale malfamato e chiede di parlare con Kranio: riprendendo (si può parlare di citazione?) ambientazione e nome di un personaggio creato in una serie di racconti da una nostra collaboratrice, Elisabetta Vernier, che fra l'altro è addirittura intestataria del dominio kranio.com.
Ogni tanto, a essere sinceri, nella pagina introduttiva di Nathan Never vengono esplicitamente riconosciuti i debiti, che sono presentati come "omaggi". Non possiamo fare a meno di pensare, però, che il signor Paramount potrebbe pensarla diversamente, quando un giorno di questi si accorgerà che c'è chi riesce a mettere insieme interi fumetti fatti di "omaggi" cuciti insieme.
Ma lasciamo queste cose tristi - soprattutto per chi ha amato Nathan Never e soffre a vederlo ridotto così - e veniamo a noi. Sull'editoriale del mese scorso, che era, diciamo così, un po' particolare, non abbiamo parlato del numero lasciando ai lettori il piacere di scoprire da soli tutte le novità, inclusa la nuova grafica 2000. Speriamo che sia piaciuta. Se avete commenti - positivi o soprattutto negativi - sapete che ci fa sempre piacere riceverli. In questo numero inauguriamo due nuove rubriche, una dedicata alle novità in DVD curata da Roberto Genovesi (Riflessi digitali) e l'altra curata da Elisabetta Vernier dedicata ai fantaiku, a cui abbiamo già dato spazio diverse volte: un piccolo giardino zen, proprio in fondo alla rivista, per soffermarsi a meditare come faceva il capitano Sinclair di Babylon Five.
Per la serie "fantascienza pionieristica", accanto alla Storia della fantascienza di Riccardo Valla che questo mese si occupa di protofantascienza italiana, parliamo di un eroe dalla pelle di bronzo: Doc Savage. Un balzo iperspaziotemporale e ci troviamo faccia a faccia col regista cult underground della fantascienza italiana, Mariano Equizzi, che presenta il suo nuovo corto AgentZ, con la partecipazione - senti senti! - di Valerio Evangelisti. Per gli amanti di Star Trek abbiamo voluto fare un po' il punto sulla situazione della nuova serie che dovrebbe essere allo studio in casa Paramount. Infine, pubblichiamo i risultati dell'inchiesta sul futuro, e apriamo con un nuovo quesito che stimola un acceso dibattito: il libro elettronico. Scriveteci cosa ne pensate, usando il modulino all'indirizzo www.delos.fantascienza.com/inchieste.
Arrivederci ad aprile.
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