punti di vista diversi di Roberto Quaglia
Ciò che s'incontra qui appartiene alla Grande Famiglia delle Tracce di Quaglia, cioè quella roba che avanza quando qualcuno che si chiama Quaglia esiste senza farne segreto.
Pensiero stocastico
Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. Secondo Ugo Malaguti, è un genio. Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte.
Non so se ve ne siete accorti, ma il mondo è completamente cambiato, nelle ultime ventiquattrore. D'altra parte, il mondo era completamente cambiato anche nelle ventiquattrore precedenti. E questo è ancora nulla confrontato con quanto il mondo inevitabilmente cambierà nelle prossime ventiquattrore.
Ogni giorno che passa, per un amante della fantascienza interessarsi alla fantascienza diventa sempre meno interessante. Il mondo presente è diventato infatti talmente denso di continui mutamenti radicali che a nessuno di noi bastano più tempo e cervello per metabolizzarli tutti. Per un vero amante della fantascienza cercare di capire quanto al mondo stia avvenendo oggi è ormai la più affascinante ed impegnativa delle esplorazioni fantascientifiche. La lettura di un buon romanzo di fantascienza invece, è paradossalmente ormai l'espediente migliore per trovare un po' di rassicurazione e normalità rifugiandosi in un futuro assai più familiare del nostro presente.
Le vere riviste di fantascienza ormai si chiamano Milano Finanza, The Daily Hacker e Rotten.com.
Un appassionato di fantascienza, il quale oggi si chiudesse in casa, buttasse il televisore dalla finestra, e per un anno non facesse altro che leggere un romanzo di fantascienza dopo l'altro, disinteressandosi dell'attualità, si ritroverebbe alla fine dell'anno più confinato nel passato di chiunque altro (beh, non proprio di chiunque altro...).
Non so se avete mai sentito parlare di New Economy. Se non avete mai udito nominare questo termine, fate già parte dei dinosauri. Siete - ahivoi in prima linea verso l'estinzione. Non è che ci sia qualcuno che sappia esattamente cosa questa espressione, New Economy, voglia davvero dire, né se davvero esista qualcosa di serio e concreto dietro quest'etichetta pretenziosa. Nel dubbio, tuttavia, la maggior parte di quelli che si sono gettati a capofitto nella New Economy si stanno arricchendo. Sarà anche un'allucinazione, ma i soldi, da tutte le parti li guardi, sembrano davvero autentici. Tanto che a New York comprare un appartamento oggi costa già il doppio che qualche tempo fa. La New Economy, per dirla brevemente, è la nuova economia generata dall'affermazione di Internet. Non entrerò oltre nel merito della New Economy, nonostante si tratti di fantascienza e sarebbe quindi pane per i miei e vostri denti. Per saperne di più comprate una qualsiasi rivista finanziaria.
Qualsiasi cosa sia, la New Economy vuol dire soprattutto che i modi di guadagnare denaro stanno cambiando alla velocità della luce.
L'Era dei Miracoli era il titolo di un vecchio romanzo SF di John Brunner. Ebbene, l'Era dei Miracoli sta iniziando adesso. Per l'ennesima volta. In effetti, l'umanità ha trascorso la sua storia a passare da un'era dei miracoli a quella successiva.
Ma dal nostro punto di vista l'Era dei Miracoli è quella che inizia ora. I miracoli sono miracolosi solo finché non ci si è abituati. Poi diventano la normalità, come una lampadina che si accende o un televisore che ci fa vedere un poverello che muore in modo bizzarro a settemila chilometri da noi.
Quando, come adesso, diventa possibile guadagnare denaro in una vasta gamma di modi radicalmente diversi che in precedenza, nella maggior parte dei quali l'elemento miracoloso pare tutt'altro che un optional, è sciocco non pensare che l'onda del cambiamento finirà per invadere molti altri ambiti della socialità umana.
Tra tutti i valori umani, il denaro è il più oggettivo. L'unico che si possa quantificare sempre e ovunque. L'unico sulla cui utilità tutti sono d'accordo. Parecchie persone gli conferiscono anche importanza simbolica, ma questo è un altro aspetto della situazione. Se il modo in cui il denaro viene generato muta, si trasformano inevitabilmente anche le mode, gli usi e i costumi.
Il denaro in sé è poco più che nulla. Anche di meno che aria, acqua e cibo. Aria, acqua e cibo in genere non danno la felicità, e se la danno si tratta di felicità effimera. Solo chi ha appena rischiato di soffocare è fuggevolmente felice quando ritrova l'aria da respirare. Solo chi si è perduto nel Sahara sarà davvero felice quando troverà una fonte d'acqua. E riguardo il cibo credo che a questo punto riuscirete a pensare un esempio anche senza di me. Subito dopo l'aria, l'acqua e il cibo vengono a pari merito l'amore e il denaro (dei due, a ciascuno di noi sembra sempre più importante quello che nel momento presente ci manca). Amore e denaro sono categorie della stessa qualità di aria, acqua e cibo. Sono elementi necessari ad un essere umano. Nonostante siano meno indispensabili di aria, acqua e cibo, spesso li si nota di più in virtù della loro frequente assenza. Quando ci sono, non necessariamente danno la felicità.
Dove mancano aria e acqua di solito la vita non c'è. Guardate la luna. O i deserti. Per questo nessuno si lamenta della perenne mancanza di aria e acqua. Chi avrebbe avuto da lamentarsi, è già morto. O, più probabilmente, non è neppure nato. La mancanza di cibo è invece assai più diffusa, segno che il cibo non è così drammaticamente indispensabile come l'aria e l'acqua. Tuttavia è più necessario di amore e denaro, come benissimo sa il miliardo di persone che in questo istante sta soffrendo la fame. Diversamente da aria e acqua, il cibo può mancare senza che immediatamente si muoia. Nei paesi dove il cibo manca a gran parte della popolazione, il possesso di cibo diventa una categoria simbolica. Il grasso corporeo diventa uno status simbolo, ed in quanto tale viene percepito come bellezza. In gran parte del mondo, l'uomo con la pancia è quello che richiama più femmine. In Africa, la donna grassa è quella che di più eccita i maschi.
Nell'opulento mondo occidentale, dove l'eccedenza di alimenti disponibili ha reso il cibo invisibile come l'aria e l'acqua, la polarità delle assegnazioni simboliche si è invertita. L'uomo grasso non simboleggia più il maschio ricco di cibo, bensì lo sfigato che non ha il tempo di curare il suo corpo, il frustrato sessuale che mangia per ragioni nevrotiche, il povero cristo che s'ingozza oggi perché domani chissà se c'è da mangiare. L'eccedenza di cibo diventa quindi uno status simbolo negativo. Dalle nostre parti, gli status simboli positivi sono in genere associati al denaro e ai suoi derivati.
Fino a prima dell'avvento di computer e Internet, il principale modo di guadagnare denaro era interagendo fisicamente con altri esseri umani. Si lavorava assieme negli uffici, ci si vendeva le cose a tu per tu, prestazioni di tutti i generi erano solitamente scambiate personalmente. In tutti questi ambiti, per capire con chi si ha a che fare ci sono due criteri: un lucidissimo senso critico e analitico temprato da un poderoso intuito, oppure una banale capacità di cogliere al volo simboli rozzi particolarmente evidenti. Dato che la maggior parte delle persone, per ragioni contingenti, genetiche o di mera praticità, non ha mai evoluto un lucidissimo senso critico e analitico temprato da un poderoso intuito, ne consegue che il 99% della popolazione deve affidarsi alla propria banale capacità di cogliere al volo simboli rozzi particolarmente evidenti. Tradotto in parole povere, per capire chi ha di fronte a sé il 99% degli individui guarda alla marca dei vestiti, al taglio dei capelli, alla qualità delle scarpe e al costo dell'orologio e dell'automobile. Le cose hanno funzionato così per molto tempo perché evidentemente questo era il modo più pratico in cui potevano funzionare.
L'avvento dei computer ha iniziato la rivoluzione degli status simboli. E Internet la completerà.
Gli storici del futuro faranno risalire il momento della mutazione del paradigma degli status simboli umani a quello dell'ascesa della Microsoft. La Microsoft è da anni una delle aziende più ricche del mondo. I suoi dirigenti sono rapidamente diventati tutti miliardari. E la maggior parte di loro, stando a quanto si racconti in giro, veste abitualmente jeans ordinari e T-shirt qualunque. L'abito formale, così almeno si dice, sarebbe in gran parte scomparso ai vertici del colosso di Seattle. E questo, per un solo e semplicissimo motivo: non era più necessario.
Nel mondo delle relazioni mediate attraverso le reti dei computer, l'aspetto esteriore di una persona raramente è visibile all'interlocutore, utente o cliente con cui essa interagisce. Quindi non serve più a nulla. La conseguenza è che coloro che oggi passano la propria vita a lavorare sul computer hanno sempre più spesso un abbigliamento completamente casuale, un aspetto scarsamente curato ed i capelli frequentemente scarmigliati. Questo look già oggi può valere da simbolo di riconoscimento di un cosiddetto computer freak. Ma un domani diventerà il simbolo di qualcos'altro.
Già, perché dalla dirompente affermazione di Internet in poi i computer freaks hanno il mondo in mano e si arricchiscono alla velocità della luce. David Filo, uno dei due studenti che pochi anni fa crearono Yahoo!, era solito dormire in sacco a pelo sotto la scrivania del suo computer. Che aspetto può avere una persona che dorme nel sacco a pelo sotto ad un tavolo? Eppure David Filo oggi ha un patrimonio di varie migliaia di miliardi. Se ai tempi del sacco a pelo avesse tutti i giorni perso tempo a vestirsi in giacca e cravatta per fare bella figura davanti al suo monitor probabilmente qualcun altro lo avrebbe preceduto.
Nella New Economy di Internet, si arricchisce chi è più bravo ad intrecciare le sue relazioni in Internet, non nel mondo reale. Su Internet, giacca e cravatta non servono, e dato che non servono diventano controproducenti per il tempo che fanno perdere. Quindi scompariranno.
Ne è passato di tempo dall'ultima vera e propria rivoluzione dell'abbigliamento umano. Gli stilisti giocano a suggerire tutti gli anni minime variazioni sul tema, che servono solo a vendere più roba. Ma nella sostanza, è più di un secolo che ci si veste ovunque tutti sempre allo stesso modo. Televisione, cinema e teatro ci ricordano di quando in quando che in un lontano passato sono esistiti modi di abbigliarsi completamente diversi dagli attuali. Uomini con le lunghe parrucche di boccoloni bianchi, pantaloni alla zuava e mantelli, donne impacchettate in elefantiaci abiti multistrati, eccetera eccetera. E' stata proprio l'incalzante globalizzazione a congelare il modo di vestire di questo secolo. Come si potrebbero riconoscere per gli uomini d'affari che sono un italiano ed un giapponese che s'incontrassero in un centro congressi di Berlino se non vestissero entrambi in giacca e cravatta? Supponiamo che l'italiano sia un altoatesino vestito da tirolese ed il giapponese sia abbigliato da samurai è arduo credere che ognuno dei due possa prendere sul serio l'altro in una discussione di affari. Tranne che nei dettagli, la moda maschile non è potuta cambiare significativamente nel corso di tutto il ventesimo secolo in virtù del crescente processo di globalizzazione. Ma adesso la globalizzazione procede via Internet. E la giacca e cravatta sono di conseguenza condannate a morte.
L'agonia di giacca e cravatta non sarà tuttavia breve.
Come la pancia ed il grasso umani da simbolo di opulenza che erano sono da noi diventati simboli di mediocrità, così la giacca e cravatta diventeranno prossimamente il simbolo di chi sia rimasto escluso dal nuovo mondo virtuale e dalla Nuova Economia di Internet. Il mondo sarà ancora pieno di uomini in giacca e cravatta, così come è pieno di obesi. Ma essi non ne andranno fieri e nessuna femmina mai più sognerà un uomo in doppiopetto. Le donne del domani, sensibili come le loro antenate ai simboli della ricchezza e del potere, inseguiranno il sogno di accasarsi con gli uomini trasandati che avranno fatto la fortuna su Internet.
Quell'aspetto poco curato che è oggi una conseguenza naturale del fatto di passare tutti il proprio tempo davanti al proprio computer, diventerà un look ricercato e scimmiottato anche dagli analfabeti del computer.
Pure gli analfabeti del computer avranno tuttavia il loro portatile. Almeno gli analfabeti maschi. Il computer portatile diverrà, se non altro per qualche tempo, un importante simbolo di benessere e potere. Saranno naturalmente in pochi quelli in grado di usarlo effettivamente per arricchirsi su Internet, mentre tutti gli altri lo utilizzeranno per giocare ai videogiochi e per spendere soldi nei siti porno e nei casinò su Internet. Ma agli occhi di certe donne (la maggioranza) esso avrà importanza simbolica come oggi ne ha l'automobile bella. Dopotutto, è soltanto mediante Internet che in futuro ci si potrà arricchire, e non possedere il computer portatile significherà soprattutto che si fa parte di una casta inferiore. Dato che il computer potrà permettere di arricchire, su di esso si accentreranno nuovi feticismi simbolici. Ci saranno portatili d'oro (pesantissimi e poco pratici) ed altri di vetro trasparente e tempestati di brillanti. Ci saranno portatili firmati dai maggiori stilisti e portatili in rarissimo legno di mogano massiccio per gli snob. I pochissimi così ricchi da non avere bisogno di un portatile per arricchirsi su Internet esibiranno un preziosissimo computer portatile di ghiaccio modello esclusivo per nababbi, con all'interno, al posto della scheda madre, un sofisticatissimo e potente sistema di raffreddamento per mantenere costante la temperatura del ghiaccio. Tale oggetto naturalmente non funzionerà da computer, servendo invece unicamente come simbolo del fatto di appartenere a quella piccola casta di super-ricchi che non hanno più bisogno di un computer.
Internet non sarà però solo ricchezza e status simboli. Come in tutti gli ecosistemi, anche lì troveranno posto i parassiti. Ci sono già oggi, a dire il vero. Ma si tratta di dilettanti. I parassiti su Internet di oggi si chiamano Hacker, Ladri di Bandwidth, Trafficanti di Password. Robetta. Un domani sarà un'altra cosa. In futuro, il parassitaggio su Internet assumerà le stesse (se non maggiori) proporzioni nelle quali esso si manifesta oggi nella società reale. Istituzionalizzare il parassitaggio su Internet non sarà un lavoro facile e breve, ma ci si arriverà prima di quanto si creda. Oppure credete che lo sconfinato popolo dei burocrati se ne starà a guardare i cittadini attivi papparsi l'intera torta?
Lo sviluppo velocissimo, entusiasta, sfrenato ed inarrestabile di Internet è reso possibile proprio dall'assenza della zavorra della burocrazia. Ma la burocrazia nella realtà esiste, ed esiste proprio per rallentare la corsa dell'umanità. E quindi ce la ritroveremo ben presto anche su Internet. Che ci piaccia o no. Non esistono ecosistemi senza parassiti. Internet è un ecosistema. Avrà i suoi parassiti. Ogni volta che d'ora in poi udirete qualcuno in televisione pronunziare frasi del tipo ci vogliono delle regole per Internet, capirete di cosa io abbia voluto parlare.
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