a cura di Roberto Genovesi
crittore, sceneggiatore di fumetti, designer di videogiochi e giochi di ruolo e giornalista si dice che riesca anche a trovare il tempo, qualche volta ma non tutti i giorni, per dormire e mangiare. Ma forse sono solo leggende.
Interazioni
Tra le forme della narrativa insieme a libri, cinema, televisione e fumetti oggi c'è anche il videogioco. Un canale espressivo che sta raggiungendo una notevole complessità e maturità e che non di rado scambia bidirezionalmente ispirazione con il cinema. Roberto Genovesi, scrittore, sceneggiatore e direttore di alcune delle più vendute riviste di settore in Italia, tiene d'occhio per noi questo mondo magico e interattivo, nei suoi rapporti col nostro genere preferito.
"... fino a quando la nostra razza potrà contare sulla possibilità di ritornare al suo vero pianeta natale, i nostri sacrifici non saranno vani..."
Cosa vi rammenta questa frase dai toni epici e ridondanti? Un b-movie americano degli anni '50? Un romanzo della migliore SF hard dell'età d'oro? E' probabile visto che i programmatori della Sierra si sono ispirati proprio a queste atmosfere da far west del buio cosmico per realizzare il più atteso videogame tattico-strategico di esplorazione e conquista spaziale che sia mai stato concepito.
La storia è piuttosto semplice e lineare ma sufficientemente evocativa da spingere il giocatore ad immergersi anima e corpo nell'atmosfera di Homeworld.
Gli abitanti di Kharak hanno scoperto di avere un DNA completamente diverso da quello di tutte le altre razze animali che vivono sul loro pianeta. Da questo hanno intuito di non essere una razza originaria ma di provenire da un altro pianeta. Tra le rovine di Khar Toba viene ritrovata l'astronave con cui i progenitori giunsero su Kharak. Sulla sua superficie scura sono incisi precisi dati interstellari e le coordinate planetarie di Kharak. In ua piccola zona, accanto alla regione che rappresenta il nucleo della galassia, una sola parola, antica ma ancora comprensibile da parte di tutti i membri dei clan: Higara... casa.
Per questo viene deciso di dare vita al progetto dell'Astronave Madre. Il progetto dell'astronave Madre fu molto articolato e complesso: nessuno sapeva spiegare infatti i motivi per cui gli antenati si erano messi in viaggio verso Kharak e quindi nessuno poteva dire cosa poteva esserci sul pianeta originario.
Si decise così di creare un'astronave in grado di affrontare qualsiasi eventualità, compresa la fondazione di una nuova colonia: questo vascello doveva essere un mezzo di trasporto, una sentinella, una fabbrica spaziale e, cosa ancora più importante, la casa temporanea di milioni di persone, addormentate nel sonno criogenico.
Homeworld è un gioco complesso che ha alla base una solida e vasta quantità di informazioni. Il mondo origiario dei protagonisti è ben delineato così come curati e particolareggiati gli elementi che contribuiscono a formare le gerarchie sociali e gli organigrammi politico culturali. Un lavoro che in molti giochi è considerato superfluo ma che, nella fattispecie, aiuta a comunicare al giocatore una sensazione di costante solidità narrativa. Interessante anche la suddivisione tra caste all'interno della struttura sociale.
Dal punto di vista grafico, Homeworld sfrutta tutte le potenzialità delle nuove schede grafiche 3D. Con tutta sincerità, non ho mai visto su un monitor di un personal computer astronavi così realistiche ed imponenti che si muovono nello spazio con l'agilità di rondini grazie ad un'architettura di gioco che sfrutta al massimo le potenzialità dei processori dell'ultima generazione Uno spettacolo per gli occhi ma anche grande soddisfazione per l'anima di fantascientisti che è in tutti noi.
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