La propagazione del segnale digitale che incarna Internet è un problema davvero sentito, si è sempre cercato di velocizzare parossisticamente la trasmissione dei dati fin da quando ci si è accorti che 2,4 Kbit/s era una velocità davvero inesistente, anche se permetteva un discreto diffondere di righe di testo che riempivano la pagina del video in due o tre blocchi successivi, tutto in una lunga manciata di secondi. Cose assurde, ormai, dopo appena dieci anni di progressi tecnologici. Siamo abituati, ora, a vedere comparire intere pagine web, con tanto di foto e righe di codice complesso (javascript, animazioni flash, quant'altro) nel breve volgere di decimi di secondo, e ciò avviene – anche se con lentezza relativamente maggiore – pure sui telefonini e sui palmari; spesso mi sono soffermato, su queste pagine, sui vari protocolli di trasmissione wireless, sottolineando ogni volta che sì, non esiste un protocollo davvero vincente (a parte, forse, l'UMTS e il Wi-Fi) ma che comunque l'orientamento alla velocità di trasmissione coinvolgerà maggiormente proprio i device portatili. In questa puntata di “Pillole”, invece, torniamo per una volta al filo che collega i nostri PC da scrivania alla Rete, e parliamo della tecnologia ADSL che permette velocità dell'ordine dei Mbit/s pur viaggiando sempre sullo stesso filo di rame telefonico, lo stesso dei 2,4 Kbit/s; certo, al cavetto di rame potremmo sostituire la fibra ottica, che è in grado di garantire velocità ancora maggiori, ma il prezzo da pagare è l'installazione di nuovi cavi e ciò non sempre è possibile né economico. Per aumentare le prestazioni bisogna, quindi, ingegnarsi su altri modi trasmissivi, più convenienti, più veloci. Al momento, in Italia sono in avanzata fase di sperimentazione - anzi, cominciano a diventare operative - le trasmissioni su cavo elettrico; attaccheremo, in pratica, la scheda di rete del nostro PC alla presa della corrente e da lì viaggeremo nei siti, ricevendo contemporaneamente la posta elettronica nel mentre che chattiamo con i nostri amici. Tutto è esattamente come siamo abituati a fare ora, vero, ma non sfrutteremo più il filo di rame telefonico bensì l’onnipresente ed estesissima rete elettrica. Si tratta, a ben vedere, di un'incredibile opportunità di crescita per la Rete perché non c'è nessuna necessità di ulteriori cablaggi dell'edificio con ulteriori cavi di comunicazione, e l'accesso è fruibile 24 ore su 24; al momento, pare che in questo modo si possa raggiungere la fantastica velocità di 85 Mbit/s. La novità di questi giorni è, però, legata a un altro conduttore: il gas metano. In realtà, ci si è concentrati non tanto sul gas, quanto sul tubo che lo trasporta; il segnale viene immesso ad alta frequenza nel condotto e raccolto dall'altra parte dopo che ha viaggiato a svariati Gbit/s, sfruttando il fenomeno delle guide d'onda - che altro non è se non una diffusione tramite microonde. Negli USA, la Nethercomm sta sperimentando quest’innovativo metodo di diffusione del segnale sia su conduttori metallici, sia su quelli gommosi; uno dei vantaggi tangibili è il basso rumore di propagazione, ovvero la scarsa resistenza al segnale che il gas oppone, e anche la capillare diffusione del reticolo dei tubi “gassificanti”, presenti praticamente ovunque nelle nazioni occidentali e non solo.
Tirando le conclusioni, sempre temporanee, vengono spontanee più domande: abbiamo davvero bisogno di nuovi metodi di trasmissione? E quale sarà il prossimo vettore usato e/o teorizzato? C'è un limite quantificabile della velocità di propagazione dei dati? E soprattutto, avrà ancora senso rimanere ancorati al filo proprio ora che stiamo assaporando il piacere e la comodità di connettersi sempre, ovunque noi siamo? Per fortuna, il futuro è ancora salvo.
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