All'inizio degli anni settanta diversi pozzi esplorativi, perforati dalla drilling ship Glomar Challenger nell'ambito della campagna geologica denominata Deep Sea Drilling Project, rivelarono un fatto molto strano, la presenza di grandi quantità di evaporiti sul fondo del Mediterraneo.

La sola spiegazione, per quanto sembrasse impossibile, di questi enormi depositi salini era la completa evaporazione del Mediterraneo.

Ulteriori ricerche permisero di confermare che in passato, all'incirca sette milioni di anni prima, il Mediterraneo si era davvero prosciugato, depositando circa un milione di chilometri cubi di sali e gesso.

Questo fenomeno avvenne in un piano geologico definito Messiniano, posto al confine tra le epoche Miocenica e Pliocenica, tra i sette e i cinque milioni di anni fa, e venne causato dalla chiusura per cause tettoniche dello stretto di Gibilterra.

Come in altri casi uno scrittore di fantascienza aveva immaginato che una cosa del genere fosse possibile, nella suo breve saggio The Outline of History, (1920) H. G. Wells ne accennava, presumendo erroneamente che l'apertura dello stretto di Gibilterra fosse avvenuta solo 10.000 anni prima della nascita di Cristo. 

Altri scrittori che hanno sfruttato l'idea della chiusura del Mediterraneo sono stati David Mason in Mille e una Terra (The Shores of Tomorrow, 1971) e Julian May, in uno dei romanzi della saga sull'Esilio nel Pleistocene.

Il primo collocava la sua opera in diversi universi paralleli, ciascuno con una Terra differente, mentre la scrittrice americana ambientava la sua storia nel lontano passato.

Harry Turtledove adotta un differente punto di vista nel suo romanzo Dramma nelle Terrefonde, maestro delle realtà alternative lo scrittore californiano presuppone che l'apertura dello stretto di Gibilterra e il successivo riempimento del Mediterraneo (durato dai sessanta ai cento anni) non siano mai avvenuti.

Un cambiamento di questa portata e tanto lontano nel tempo avrebbe avuto indubbiamente conseguenze difficilmente calcolabili, influenzando il clima e lo stesso sviluppo dell'umanità.

Questo si riflette nel romanzo, dove nessun elemento storico a noi noto è presente, Turtledove presuppone addirittura che l'isolamento geografico abbia permesso la sopravvivenza all'uomo di Neanderthal, che convive e si confronta con i Sapiens.

Tuttavia in questo strano mondo resta intatta la sete di potere, e i conflitti sono feroci come quelli che funestano il nostro mondo.

La storia racconta di un gruppo di turisti in visita al parco naturale che si estende su gran parte del disseccato bacino occidentale del Mediterraneo, un ecosistema fragile e unico al mondo.

Ben presto quella che era cominciata come un'esperienza allegra e istruttiva sfocia nel dramma, un turista viene assassinato nella notte e si inizia a capire che non tutti i partecipanti alla spedizione sono quello che sembrano essere.

Radnal vez Krobir, una guida del parco, cerca di intuire chi sia l'omicida, ma mentre la vicenda procede nuovi elementi emergono, disegnando un quadro sempre più terribile, non si tratta più di trovare un assassino ma di evitare una catastrofe di dimensioni inimmaginabili.  

Harry Turtledove  è noto per la sua spiccata predilezione a scrivere ucronie ma anche per le sue serie lunghissime, spesso formate da migliaia e migliaia di pagine, ma in questo caso si è cimentato in un romanzo breve, scrivendo una storia estremamente godibile.

Questo sforzo è stato premiato dai lettori con un premio Hugo (1994), per il momento l'unico nella carriera di questo seguitissimo e prolifico scrittore.

Dramma nelle Terrefonde è un'opera scritta con lo stile caratteristico dell'autore californiano, i personaggi sono persone normali che si trovano di colpo catapultate in situazioni insolite e pericolose. lo stile è ironico e lento, ma non prolisso come nei romanzi-fiume di Turtledove.

Il finale è forse la parte meno riuscita, è troppo frettoloso e il modo con cui si conclude la vecenda non è del tutto convincente, tuttavia Dramma nelle Terrefonde resta un romanzo riuscito, che entusiasmerà i fans di Turtledove ma che ha buone chance di piacere anche a chi lo ritiene indigesto.

Chi fosse interessato ad approfondire l'argomento del prosciugamento del Mediterraneo troverà a questo sito: http://www.venadelgesso.org/geologia/geologia.htm molte informazioni, oltre a diverse cartine che danno un'idea della situazione geografica dell'epoca. 

Harry Norman Turtledove è nato a Los Angeles nel 1949 e nella città Californiana vive con la moglie e tre figlie.

Laureato in storia bizantina ha insegnato storia antica all'UCLA, l'univerità di Los Angeles, prima di iniziare una fortunata carriera di scrittore.

Ha scritto diverse serie di fantascienza e fantasy, tra le quali possiamo ricordare la serie di Videssos, undici volumi divisi nei sottocicli della Legione, di Krispos e dell'Era dei disordini, quella dell'invasione, sette volumi (per il momento) divisi tra i sottocicli Invasione e Colonizzazione, e la serie in cinque volumi dell'oscurità.