La Philadelphia Science Fiction Society ha annunciato l'elenco dei finalisti in gara per l'edizione 2005 del prestiogioso Philip K. Dick Award, volta a incoronare il miglior romanzo di fantascienza pubblicato originariamente come paperback sul mercato americano. Il vincitore e le menzioni d'onore verranno rese note il prossimo 14 aprile nel corso della 29° Norwescon. Il premio vanta nel suo albo d'oro nomi del calibro di Rudy Rucker (Software), William Gibson (Neuromante), Tim Powers (Le porte di Anubi e Invito al palazzo del Deviante), Ian McDonald e Michael Marshall Smith (con gli ancora inediti, qui da noi, King of Morning Queen of Day e Only Forward) e Richard K. Morgan (il celebrato vincitore della scorsa edizione, con Bay City). Visti i precedenti, è quindi lecito aspettarsi dei libri di ottimo livello e, dato che tutti i finalisti sono ancora inediti in Italia, la loro lista potrebbe fornire al lettore (e, perché no, anche agli editori) qualche spunto di interesse.
Cowl, di Neal Asher, è una storia di intrighi nel tempo che cominciano a minacciare il futuro dell'umanità quando Cowl, un essere non più umano, dopo essere stato sconfitto in una guerra per l'egemonia sul Sistema Solare, si rifugia nel passato e da qui ordisce il suo piano di vendetta. I protagonisti, un cyborg e una prostituta, si troveranno loro malgrado invischiati nelle spire di questo complotto.
War Surf, di M.M. Buckner, è incentrato su un gruppo di anziani esponenti della classe dirigente terrestre alle prese con uno sport estremo decisamente singolare: il "war surf" del titolo, che consiste nel sopravvivere nelle zone di guerra della Terra del 23° secolo, lacerata da un collasso ambientale.
Cagebird, di Karin Lowachee, è la storia di Yuri Kirov. Cresciuto in un campo profughi a seguito della distruzione della sua colonia da parte degli alieni, arruolato in una banda di pirati spaziali, è stato di volta in volta spia, assassino e contrabbandiere. Condannato all'ergastolo, si vede costretto ad accettare uno strano incarico governativo, che lo proietterà di nuovo nello spazio esterno, in una situazione ad alto rischio che metterà in serio pericolo le sue chance di sopravvivenza.
Natural History, di Justina Robson, dipinge un intrigante scenario futuro: sullo sfondo della guerra che oppone i "Forgiati" (creature artificiali create per svolgere le mansioni ad alto rischio e fatica) ai loro padroni umani, un membro del movimento indipendentista scopre un pianeta abitabile che diviene, a quel punto, la casella cruciale nella battaglia per la libertà.
Justina Robson figura in finale anche con un altro titolo, Silver Screen, il suo romanzo d'esordio, che ha suscitato critiche entusiastiche sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti. Anche questa volta l'autrice affronta il tema del confronto organico/artificiale, ma traslando il punto di vista sul piano della storia investigativa cerca di rispondere alla domanda che da sempre assilla l'uomo: è possibile raggiungere l'immortalità? E se sì, fin dove sareste disposti a spingervi per ottenerla?
Nel romanzo di Wil McCarthy che completa la rosa dei finalisti, To Crush the Moon, è invece in ballo la dannazione eterna, giunta improvvisamente alla portata dei discendenti dell'umanità asserviti a un inquietante culto dei morti. Per scongiurare il pericolo, ai protagonisti viene affidata una missione disperata: distruggere la luna...
Almeno da questi scampoli di trama si direbbe che il vecchio Phil può dormire sogni tranquilli: per il 2005, la sua memoria dovrebbe essere degnamente onorata.
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