L'esordio alla regia dello sceneggiatore della serie di Arma Letale e di Spy - The Long Kiss Goodnight, Shane Black è un film dalle tante suggestioni divertenti, dalle tante trovate geniali, dalle tante idee insolite, mescolate, però, in una pellicola un po' squilibrata e - a tratti - vagamente tediosa.
Un'insopportabile voce off commenta l'azione per tutto il film, giocando con lo spettatore ad una serie di continui rimandi e citazioni, che - alla fine - esasperano il pubblico, dando l'idea di un 'eccessiva di autoindulgenza e di un grande autocompiacimento.
Una pellicola ambientata a Hollywood che giocando sensibilmente con i tanti cliches della Mecca del cinema, vuole mantenersi essenzialmente ipercreativa e mai banale, utilizzando in maniera eccessiva sarcasmo e ironia in un contesto estremo, ma - soprattutto - artificioso.
Tra vendetta e senso di rivalsa, il film è una cavalcata in una serie di situazioni al limite dell'incredibile, dove gran parte della riuscita del film è dovuta al carisma dei suoi protagonisti a partire da un Robert Downey Jr. che sebbene molto in forma, non ha a sua disposizione un testo particolarmente interessante o brillante.
Tutto inizia quando Harry (Downey Jr.) un ladruncolo di mezza tacca , ma - in fondo - una persona onesta finisce per passare un provino ed essere selezionato per andare a Hollywood dove prepararsi ad un altro test prima di entrare come protagonista di un film importante. Per prepararlo adeguatamente al ruolo che dovrà interpretare, Harry inizia a lavorare con "Gay Perry" Van Shrike (Val Kilmer), un detective privato omosessuale, cresciuto alla scuola dei duri. Invece di diventare una stella Harry, assieme al suo inseparabile istruttore, finisce implicato in un intricatissimo caso di omicidio. E ritrova una sua vecchia fiamma dei tempi del liceo: Harmony (Michelle Monaghan), anche lei aspirante attrice. In una serie di situazioni più o meno paradossali, Harry si trova ad essere protagonista di una storia assurda che lo obbligherà a riconsiderare tutte le priorità della sua esistenza.
Kiss Kiss Bang Bang non è un brutto film, ma - piuttosto - appare come una collezione nemmeno tanto ricca di deja vu, appesantita dal fatto di non essere originale, e di assomigliare ad un impasto di letteratura hard boiled (il soggetto originale è ispirato a Brett Halliday), di film noir o pseudo tali come Il Grande Leboswki e dei romanzi di autori moderni come John Ridley. Una pellicola di intrattenimento, mai straordinaria, in cui lo disequilibrio tra i vari elementi - spesso - porta non solo alla noia, ma anche al disinteresse per una storia insopportabile per la sua verbosità e che - probabilmente - non è sfruttata a dovere nelle sue potenzialità.
Una pellicola, paradossalmente, diretta meglio di quanto sia scritta, basata su un testo decisamente troppo effimero e fragile per il suo essere all'acqua di rose e abbastanza scontato nelle sue dinamiche.
Sarebbe stato lecito attendersi qualcosa, forse, di meno raffinato, ma di più 'sostanzioso' e interessante.
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