Grugnendo di contrarietà oltraggiata, 128Baud recuperò il cilindro ipodermico di plastivetro, lo agitò, focalizzò gli Zeiss sulle minuscole correnti termiche che convettavano nel liquido ambrato. Il retrovirus si agitava come una cosa viva, un piccolo mostro vestito di proteina e con l'anima di acido ribonucleico.

- Il tuo viaggio si chiude qui, piccolo limone. - mormorò 128Baud - Il mio, invece, forse comincia solo adesso.

E conficcò l'ipodermica sulla coscia nuda e abbronzata di Lisa.

Koiné. Evoluzioni. Yin-Yang.

6 - Micromastia

- Non credevo ce l'avresti fatta a saldare, cowboy. - sibilò Sanpaku - E devo dirlo, un po' mi dispiace. - Anche a me. - fece eco Shozoku, gingillandosi con la busta di domopak da cui facevano capolino un paio di cistifellee trasudanti umori giallognoli.

- Vi andrà meglio la prossima volta. - li incoraggiò 128Baud.

- Lo spero proprio. - disse Sannio, carezzandosi l'inquietante tatuaggio Ninja-Yakuza a forma di Calimero che entra nella tinozza ed esce bianco.

- Be', è stato un piacere, cowboy. - chiuse la conversazione Shozoku, alzandosi armoniosamente sulle sue zampe da fenicottero clonato - Ora devo andare: ho un'appuntamento sulla Matrice.

- Anch'io. - approvò Sanpaku, seguendolo a ruota. - A presto, Jack.

128Baud roteò gli Zeiss, perplesso, mentre i due creditori si allontanavano. San e Shoz alle prese con un deck? Ma se non riuscivano neppure ad allacciarsi le scarpe senza un chip dedicato...

- Ti giuro che è vero, fratello. Mi potessero cascare i recettori Kodak se ti sto mentendo!

Il frammento di conversazione gli giungeva dal tavolo vicino, attraverso la foresta di sarariman e assassini prezzolati che ballavano furiosamente un tango figurato al ritmo di musica Koto avvinghiandosi in ogni spazio disponibile. Incuriosito, 128Baud spense la sua Yeheyuan nella tasca di un trafficante di passaggio e tentò di afferrare il senso del dialogo.

- Stai scherzando, fratello?

L'altro batté il pugno sulla plastica rigenerata del tavolino. - Un cazzo! Io ero lì, capisci, per una fottuta transazione bancaria. Un sito che avrò visitato tremila volte, ormai mi collegavo a occhi chiusi. E invece ieri notte c'erano... c'erano queste cose.

- ICE? Subprogrammi?

La voce si abbassò. 128Baud stentò a seguire. - Fantasmi, fratello. Incorporei. Non avatar. Sembravano creature della rete.

- Vuoi dire i soliti Loa? Baron Samedì e i suoi allegri compari del cazzo?

- No. Si definivano "Urì". Volteggiavano, a volte prendevano forma, e sembravano quelle ninfette dei programmi RTV di Jean Goodcomrades. Pezzi di ragazza tutte culi, tette e labbra tonanti. E sai una cosa, fratello? Una di loro mi ha fatto un servizio coi fiocchi. Proprio lì, sulla piramide dati della Macao International Trust. Incredibile. Mi ci è voluta un'ora solo per ripulire l'Ono-Sendai, dopo.

- Tu sei fumato di brutto, fratello. - replicò l'altro, scettico.

- Vaffanculo, stronzo! - sibilò il primo - Se non mi credi, chiedi a Ryu, oppure a Tetsuo. Anche loro le hanno viste. Oppure infilati uno spinotto e fatti un giro. Quelle troie sono ancora là fuori.

128Baud roteò gli Zeiss per lo stupore. Ma alla fine annuì. Il lupo perde il pelo... Pornomante non aveva mai detto di voler cambiare vita, pensò. Voleva più libertà, ma per continuare a fare ciò per cui era stato creato, e che sapeva fare dannatamente bene.

128Baud sorrise. La Matrice sarebbe stato un posto molto più divertente, d'ora in avanti.

Gaijin. Sanpan. Soddisfazione.

FINE