- So che sei mio nemico. - assentì Pippo - Ma tu sei solo, e io sono solo. Tra noi e il mondo degli uomini c'è la tempesta. Tu puoi uccidermi e seppellirmi nel ghiaccio, perpetuando così la faida tra le nostre stirpi per altri mille anni. Oppure puoi accogliermi e scacciare dalle mie fredde membra il morso del gelo: insieme cancelleremo l'odio unendoci in un vortice di sesso perverso mentre fuori da questa capanna ove si cambia la Storia cade la neve.
Il primogenito del signore di Tassinoth di Sotto valutò la possibilità. Alla fine sorrise tristemente. - Tutto ciò sarebbe molto bello, mio caro nemico. Ma, purtroppo, né io né tu siamo in kemmer. Così, come vedi, non ho altra possibilità che strangolarti, spararti, pugnalarti, eviscerarti e dare poi le tue spoglie in pasto ai lupi. Sorry.
E tirò fuori un coltello al cui confronto il pugnale di mister Crocodile Dundee era un nettaunghie.
Ma Pippo non sembrò spaventato. - Fino a ieri ti avrei dato ragione, nemico mio. - ribatté - Ma oggi, grazie al Focolare di Tuppeshem, queste simpatiche situazioni possono essere risolte. Indossa un po' questo.
Il primogenito di Tassinoth di Sotto osservò con sospetto il collant di seta con reggicalze rosso che l'altro gli porgeva. Quando però lo sfiorò e avvertì la straordinaria morbidezza del tessuto, sentì un calore incontenibile diffondersi nel suo corpo.
- Ma... cosa mi succede? - disse, mentre il tono della sua voce saliva già di un'ottava.
- Mettiti anche questo, baby. - rilanciò Pippo, tirando fuori dallo zaino un reggiseno di trine trasparente.
- Per il latte di Meshe! - balbettò il primogenito di Tassinoth di Sotto, vedendosi spuntare sul petto due poppe da paginone centrale di Playboy.
- Sei uno schianto, baby. - sbavò Pippo, infoiato - Sdraiati un po' su quel lettone.
Così i due rampolli delle famiglie rivali cancellarono per sempre la faida millenaria unendosi in una folle notte di sesso perverso. Per tutti i particolari, vi rimandiamo alla videocassetta simpaticamente fornita come omaggio a tutti i nostri clienti. E ricordate: Lingerie Tuppeshem, l'unica che ve lo fa venire duro come il ghiaccio bhasser.
3
- Sono impressionata. - ammisi - Non credevo che i vostri sarti lavorassero a questi ritmi. - Sono tutti in dothe. - spiegò Estralargen. - In dothe?
Lui annuì. - Una particolare condizione fisica autoindotta, durante la quale si hanno incredibili capacità di resistenza e sopportazione. Utilissima in situazioni di pericolo, e anche l'unica possibilità per reggere sino alla fine i pallosissimi romanzi di certe scrittrici.
- Favoloso.
- Non credevo che un semplice vestito potesse far venire il kemmer. - osservò oziosamente Estralargen.
Scrollai le spalle. - Be', i biologi dell'Ecumene parlavano di risultato dell'evoluzione eso-umana, di adattamento ad ambienti alieni, ma credo che nessuno di loro abbia mai portato il pisello quaggiù, a farselo congelare dal freddo della madonna che avete su questo pianeta. Secondo me, dopo qualche inverno getheniano, qualsiasi terrestre sarebbe piatto come una Barbie, laggiù tra le gambe.
- Che devo dirti, Genny Air? Sarà così.
Tacque. Io osservai ammirata l'agitarsi frenetico dei cucitori intorno ai telai. Sembravano formiche. Peggio, sembravano tanti piccoli giapponesi al lavoro.
- Sono io, piuttosto, a non capire, nobile XXL. - esclamai - Dove sono andate a finire tutte quelle vostre teorie sulla pazienza, sulla lentezza, sui piccoli passi, sulla Presenza piuttosto che sul Progresso? Che ne è stato della parabola del ghiacciaio?
Lui sorrise, ma questa volta il doppio senso era plateale. - In Karhide noi diciamo: l'odore di un kemmer tira la slitta più di una quadriglia di Yak.
Risi. Tradotto e volgarizzato, anche su Hain avevamo un detto simile. E anche sulla vecchia Terra. Anche se si parlava di peli piuttosto che di odori.
Scoprire queste strane assonanze e comunioni, tra mondi distanti anni luce, avrebbe fatto felice il vecchio Shevek, il fisico inventore dell'Ansible. Come diceva lui, nell'universo non c'è alterità di Spazio. Non c'è tempo passato, non c'è futuro. In tutto il Tempo esso è. In tutto il tempo a venire esso è. Non è stato né sarà ancora. Esso è. E' tutto. Le onde della coscienza rifrangono le distanze. Le annullano. Comunicare vuol dire comprendersi. Senza varcare la porta del corpo. Accordare la anime attraverso lo Spazio. L'illuminazione. La sofferenza è figlia del desiderio. La verità sta nel mezzo. Il Tao. Le mani che restano vuote. Sollevarsi e fluttuare. Il corpo ha bisogno di nutrirsi, l'animo di nutrire passione. E potrei continuare a dire cazzate buddiste per altri otto capitoli, ma tanto a questo punto state tutti dormendo, quindi perché sprecare fiato? Mi basterà una semplice parola di quattro lettere.
FINE
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