- Macché. - l'assicurò Del Piero, strizzando l'occhio - Routine.

- Ma sta gridando come un porcosauro di Tschai scannato! - protestò l'altro.

- Voialtri siete troppo raffinati per queste cose. - commentò Del Piero - Lascia fare.

L'Arbitro, con i suoi centosessanta occhi grondanti sgomento, si avvicinò a consolare il ferito, redarguì con profonda e oltraggiata riprovazione le Idralische, e infine decretò il calcio di rigore. Totti si rimise immediatamente in piedi con aria soddisfatta, e trotterellò via sotto lo sguardo esterrefatto del pubblico.

- In fede mia, è stata una interpretazione geniale. - ammise Joaz, sbalordito - Ma segnare il rigore non sarà una celia: il loro Portiere è uno specialista.

- E allora? - chiese Del Piero - Cosa dovremmo fare?

- Permettetemi, miei intrepidi campioni. C'è un esperimento che ho sempre sognato tentare...

Joaz si accertò che il terrestre avesse ben compreso, poi tornò al suo posto in panchina. Lì ebbe la sorpresa di trovare Sir Mazzant. Il signore del castello, avvolto nel suo raffinato manto d'ermellino zebrato di Ethax Quattro, era madido di sudore, e sembrava sul punto di perdere i sensi.

- Caro Joaz, le emozioni di questo magnifico giorno colpiscono il mio cuore come le più puntute delle frecce. - sussurrò con aria esausta - Ditemi, vi prego: vinceremo?

- Dipende da questo rigore, mio signore. Volete assistere qui con me?

- Oh sì, caro Joaz. Da solo il mio spirito, invero tremante come i primi germogli sulla neve, non ce la farebbe a resistere.

- Ecco, ci siamo.

Del Piero sistemò il Pallone sul dischetto, gli intimò di non muoversi e prese la rincorsa. La gimno-piovra Gaylosh aprì i rami-tentacoli a raggiera, occupando quasi per esteso lo specchio della porta. Il pubblico trattenne il fiato. Anche il vento sembrò cessare. Nel cielo, Skene si immobilizzò.

All'ultimo momento, il giocatore umano compì un rapido gesto che il pubblico non riuscì a comprendere. Il Portiere avversario parve esitare, poi le sue radici si mossero, sbilanciandolo verso destra. Del Piero colpì di collo esterno, mandando la sfera a infilarsi rasoterra a sinistra.

Lo stadio esplose in un boato. Liberatorio. Ma sempre molto raffinato.

Gli ultimi scampoli di partita furono senza storia. Quando l'Arbitro fischiò la fine, i terrestri vennero portati signorilmente in trionfo.

- La mia mente è confusa come la torbida acqua di un fiume di pianura. - balbettò Sir Mazzant. - Cos'è successo?

- Le gimno-piovre sono piante da deserto. - spiegò Joaz - Le loro radici sono igroscopiche, costantemente in movimento alla ricerca d'acqua. E sono straordinariamente sensibili, anche.

- Di grazia, caro Joaz, che c'entra?

- Mi ero sempre chiesto cosa sarebbe successo se un giocatore avesse rilasciato, come esca, una certa quantità d'acqua proprio mentre i sensi della gimno-piovra sono al massimo della tensione, ad esempio in occasione di un rigore. Ora lo so.

- Una quantità d'acqua? Cosa volete dire?

Joaz sciolse la nappa di meduse, la gettò via, poi si liberò del suo ampio mantello. - E' una possibilità che nessun signore dei drughi ha mai potuto sperimentare: né i Ragni, né le Idralische, né i Mediani hanno una tale capacità fisica. Ma la saliva di un essere umano contiene acqua a sufficienza: è sufficiente sputare nella giusta direzione.

- Sputare? - esclamò scandalizzato Sir Mazzant - Ma... ma non è per niente signorile!

Joaz stava per formulare una raffinata metafora con cui ribattere, poi realizzò che, in qualità di signore dei drughi di una squadra appena vittoriosa, gli era concessa (anche se solo per poche ore) la più grande e straordinaria libertà conosciuta su Retamamin Nove.

- Sarà anche poco signorile, vecchio panzone rimbambito, - sibilò - ma ha salvato il culo a te, a me e a tutto il fottuto castello.

- Ma... ma... - balbettò sconcertato Sir Mazzant.

- E adesso togliti dalle palle, che devo liberarmi da questi cazzo di panni da Circo Togni e mettermi finalmente un paio di jeans decenti.

Sir Mazzant sentì di non riuscire a tollerare simili indegnità, e svenne.

Joaz ruttò, petò, si grattò le palle, bestemmiò in quattordici lingue conosciute e in ogni dialetto di clan e sotto-clan del pianeta. Si sentì subito molto meglio.

Peccato che questa favolosa franchigia sia così breve, pensò. Doveva approfittarne al massimo.

Corse a unirsi ai festeggiamenti, deciso a palpare il culo di tutte le graziosissime e nobilissime gentildonne del suo casato.