L'arrivo di mio padre non mi diede la possibilità di chiedere cosa fosse "Striscia" e a "chi" facessero male le radiazioni. Mors Kajak era circondato dai più importanti ufficiali dell'esercito di Helium. Senza dubbio avevano appena terminato di esaminare il piano di battaglia.
- Eredi di John Carter! - esordì - Il vostro compito è quello di trovare Llorquas Ctolmas e di sfidarlo a singolar tenzone. Quando lo avrete ucciso, darete il segnale: in quel momento apriremo le porte, il nostro esercito uscirà dalla città e affronterà il nemico, presumibilmente confuso e demotivato dalla morte del suo condottiero. La mera superiorità numerica, a quel punto, non sarà in alcun modo determinante.
- Scommetto che il segnale sarà un grido. - azzardò Nick - E che dovremo lanciarlo al tramonto.
Mio padre rimase perplesso. - Perché mai?
- Niente. - fece il minuscolo terrestre - Cercavo di immaginarmi la scena. "Mentre le prime ombre della sera calavano su Helium, all'improvviso echeggiò un grido. Eccetera eccetera.". Non sei d'accordo, Ten?
- Ti ho detto che non mi chiamo Ten! - esclamò con stizza il terrestre più vecchio.
- Toglietemi 'na curiosità, guaglio'. - intervenne Pietrotar Hjkon - Se voi arapite 'i pport' solo doppo... Noi allora come maronn' usciamo? Volando?
Fui la più rapida ad afferrare l'equivoco.
- John Carter sapeva compiere salti prodigiosi. - spiegai - Mi disse che ci riusciva perché la gravità di Barsoom, che voi chiamate Marte, è minore di quella del vostro pianeta. Anche voi, dunque, dovreste esserne in grado.
Pietrotar Hjkon, incuriosito, tentò subito. Piegò le gambe e scattò in alto. Il suo balzo lo portò a sfiorare con facilità il soffitto. Continuò a rimbalzare come fosse fatto di gomma.
- Uah! - esclamò eccitato - Meglio di Dragonball! Facìtello pure voi, guaglio'!
Non del tutto convinti, gli altri due terrestri provarono a seguire l'esempio di Pietrotar Hjkon. I loro salti furono soddisfacenti, anche se non altrettanto strabilianti.
- Vabbuo'. - disse alla fine il terrestre robusto, quando si fu stancato di fare la spola tra pavimento e soffitto - Song' pront'!
- Che la benevolenza degli dei di Helium sia con voi! - li benedisse mio padre - Ricordate: attendiamo il vostro segnale.
Gli ufficiali fecero ala ai lati del finestrone da cui i terrestri avrebbero dovuto lasciare la città. D'impulso mi gettai al collo di Pietrotar Hjkon.
- Portami con te, coraggioso erede di John Carter! - esclamai, con voce ardente da leggiadra principessa affamata di eroismo e mascolinità.
Lui si irrigidì. - No.
- Perché?
Roteò gli occhi. - Perché io so' omm' e tu ssi femmena! Statt' cca!
Sentii di dover insistere. Era sempre stato per me un punto d'onore seguire fino in fondo ciò che il mio istinto mi imponeva. Non so cosa diavolo voglia dire, ma mi sembra molto epico.
- Ti prego, valoroso eroe. Te ne sarò molto grata.
Bastò questo accenno per fargli cambiare idea. Mi abbrancò con le sue forti e pelose braccia da virile guerriero e fece cenno ai suoi due compagni. - Ammuccenn', guaglio'. - e si gettò dalla finestra.
Di rimbalzo in rimbalzo superammo le mura. In un istante fummo nel campo nemico. Atterrammo nel recinto degli zitidar. Quei mastodonti erano così pericolosi che persino le loro zanne avevano zanne. Il più grosso si staccò dal branco e ci caricò. Io cominciai a strillare.
- Una nocciolina, bestione?
Lo zitidar frenò, slittando sul muschio color ocra, quando già stava per calpestarci. Annusò con le sue cinque proboscidi l'arachide che il terrestre incartapecorito gli porgeva, poi la ingoiò soddisfatto. Cominciò all'istante a fare le fusa.
I suoi palafrenieri, una dozzina di nerboruti maschi Warhoon tatuati e dipinti nei colori di guerra, ci fissarono sbalorditi.
- In nome di tutti i Jeddak, chi siete? - intimarono.
Io mi ersi nella mia regale postura di principessa del popolo rosso. - Trema, barbaro, imperocché hai di fronte gli eredi di John Carter in persona!
- John Carter? John Carter!! - il grido echeggiò a lungo tra le file dei Warhoon. Fu ripreso e ripetuto dalle truppe di Zodanga, dalle orde dei Thark, risuonò tra le tende e le trincee. Per tutti il nome di John Carter significava invero rispetto e paura.
Le schiere nemiche ondeggiarono. Sentii che il sangue fluiva tumultuoso nelle mie vene di svenevole fanciulla.
A un tratto vidi le insegne di Llorquas Ctolmas su uno sperone roccioso.
- Laggiù, miei eroi. Ecco il nostro obiettivo!
Pietrotar Hjkon mi cinse di nuovo tra le braccia e saltò. Questa volta atterrammo proprio nel cuore dell'accampamento degli assedianti. Gli altri due terrestri ci raggiunsero dopo pochi secondi.
Ai piedi di un rostro erano riuniti un centinaio di maschi Thark. Sul palco, sotto un baldacchino di pelli di thoat conciate col salgemma del monte Tharsis, era accovacciato un enorme guerriero carico di ornamenti metallici, di piume dai vivaci colori e di collane di denti di calot servatici del deserto sassoso. Aveva le ampie spalle avvolte da una mantellina di pelliccia bianca, il volto sfregiato da innumerevoli cicatrici, e un'aria di esiziale malvagità che trasudava da ogni orifizio.
Era Llorquas Ctolmas.
- E così... - ghignò malignamente - Voi sareste gli eredi di John Carter...
Lasciatomi andare, Pietrotar Hjkon gli si parò virilmente di fronte.
- Io song' 'o guerriero! - esclamò.
Il condottiero dei Thark scoppiò in una risata cavernosa. - E speri con cotanto ardire di potermi sconfiggere? Quale esecrabile illusione! Io ho vinto i più grandi lottatori di Barsoom: Tars Tarkas, Tal Hajus, Lajos Than, Bar Comas e Prothas Kahess! Le loro ossa biancheggiano al sole, e i loro ornamenti sono mio bottino. E tu?
- Io aggio battuto a Lorenzo, Sergio, Rocco, Maria Antonietta, Francesca, Marina e Roberta! - rilanciò il terreste.
Intorno alla tenda, nel frattempo, sembrava essersi radunato l'intero esercito degli assedianti, certo per assistere alla straordinaria pugna tra il più forte dei Thark e il campione di Helium. Llorquas Ctolmas si erse in tutta la sua statura. Era alto tre volte Pietrotar Hjkon.
- Fammi vedere, ordunque, quanto vali, erede di John Carter.
- L'hai voluto! Ecco il supersayan Tariconan! Acchitemmuort' - Il terrestre prese la rincorsa e saltò.
La folla trattenne il respiro. Io distolsi gli occhi per non vedere l'impatto.
Ma sentii solo un'imprecazione. Poi la folla cominciò a ridacchiare.
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