Ad un certo punto, mi era sembrata una splendida idea di lasciarmi guidare dagli anniversari delle riviste per parlare dei Numeri Uno. Purtroppo alcuni mesi non sono per niente indicati. In genere, lanciare una rivista d'estate è un suicidio. Per cui per le scelte sono ritornato alle ispirazioni del momento. E l'ispirazione mi ha suggerito di parlare della seconda incarnazione di Galassia. Pubblicata ad Udine dalla Casa Editrice Galassia faceva la sua apparizione in edicola i primi giorni del 1957, anche se all'interno figurava la data del 15 dicembre 1956 (ma in copertina: 1 gennaio 1957).

Il primo titolo era Il satellite perduto, di L. R. Johannis (pseudonimo di Luigi Rapuzzi), l'inventore della fantarcheologia, che seppur non figurando era l'autore della copertina (così come le copertine degli altri numeri). Anche le illustrazioni interne, fuori testo, erano di Johannis (sotto lo pseudonimo di Gianni Renna)

Lo staff editoriale era numerosissimo e internazionale (a fianco di ogni redattore era indicato il luogo di residenza). C'erano pure una Consulenza Scientifica ed una Redazione Artistica, pure loro nutritissimi.

Vediamo il Comitato di Redazione; c'erano:

Patrizio Dalloro (Milano) [ps. di Giorgio Monicelli], L. R. Johannis (Glen Cove- L.I.N.Y.), Maria Maglione (Milano), Giorgio Monicelli (Milano), Chester S. Nathan (New York) [ps. di Cesare Nadalini], Cesare Nadalini (Udine), Libre de Partail (Parigi e Milano) [quasi anagramma di Patrizio Dalloro], Elizabeth Stern (Londra) [ps. di Lina Gerelli ovvero Maria Maglione], Mary Sweater (Greenwich e Milano) [traduzione di Maria Maglione], Tsing-Kkann-Sunn (Milano) [probabilmente il solito Monicelli in veste di oracolo].

Vi risparmio l'elencazione dei membri della Consulenza Scientifica e della Redazione Artistica (Johannis vi figura comunque con tre pseudonimi diversi: Ark, Joha e Gianni Renna). Tutto sommato un po' ingenuo.

Nonostante la presenza di due professionisti indiscutibili (Monicelli e Maglione), il risultato ha un che di dilettantesco.

La rivista partì a razzo e dopo tre numeri diventò quindicinale, per sparire nell'infinito al quinto numero.

Il primo numero costava 130 lire (quanto un Romanzo di Urania) con 160 pagine, ma già dal secondo numero le pagine si erano ridotte a 144 ed il prezzo era salito a 150 lire.

La struttura era quella classica della rivista all'italiana, pressappoco la struttura di Scienza Fantastica. Un romanzo, un'appendice con racconti e rubriche varie, un romanzo a puntate (rimasto incompleto).

Nella sua fulminea esistenza non ha pubblicato materiale di particolare rilievo, salvo un romanzo di Olaf Stapledon (il famosissimo Odd John) rigorosamente sotto pseudonimo (Thomas H. Morehouse, probabilmente per evitare di pagare i diritti) e tradotto alla maniera di Monicelli (dato lo spazio a disposizione, la traduzione si deve adeguare. Un criterio come un altro. Pensate che ancor oggi si discute sull'opportunità da parte del traduttore di "ritoccare dove non scorre" il testo originale oppure privilegiare l'esatta traduzione, a costo di far fare la figura dell'incompetente al traduttore stesso. Mah!), racconti di A. E. van Vogt, Clifford D. Simak, Arthur C. Clarke, Jules Verne e l'esordio "professionale" di Sandro Sandrelli nella rubrica "Il Racconto del Lettore".

In sostanza la rivista ha pubblicato molto materiale italiano, ma accuratamente nascosto, secondo una moda durata fino agli anni '80. Sotto questo aspetto, Monicelli ha avuto una grave responsabilità. Che fosse una sua scelta, non c'è dubbio. Tutti i suoi tentativi (compreso i Romanzi del Cosmo) sono lì a dimostrarlo.

Non mi risulta che la collana sia particolarmente ricercata dai collezionisti. Eppure, seppure di non elevato valore letterario, è una rivista curiosa e meritevole di trovare un posticino (il mio è al settimo piano, prima colonna della scaffalatura ovest, nel primo salone della mia modesta biblioteca). Prezzi? Fate voi.

Nota: Nell'orgia degli pseudonimi abbiato considerato Renna come uno pseudonimo di Johannis; rileggendo per caso, a distanza di anni l'articolo ci siamo accorti dell'errore: Gianni Renna è Gianni Renna (N.d.A., luglio 2008)