L’antigravità è un sogno inseguito da decenni, specie nei libri di fantascienza. La sua origine letteraria va attribuita al pioniere H.G. Wells e al suo Primo uomo sulla Luna. Annullare l’influenza della massa può infatti essere particolarmente vantaggioso quando si sogna di muoversi tra i pianeti, scavalcando le distanze siderali degli abissi cosmici. Come ogni buon sogno che si rispetti, l’antigravità ha i suoi estimatori anche al di fuori della ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Ecco quindi Boris Volfson, un bizzarro inventore di Huntington, nello stato americano dell’Indiana, che sembra lui stesso uscito dalle pagine di un romanzo. Presso l'ufficio brevetti americano vanta ben 12 registrazioni, nei settori più disparati ma sempre al limite tra la scienza e la fantasia: un incrocio tra un visionario e un fannullone, insomma, proprio come nella mitologia “hoosier” cantata con un sorriso da quel maestro dell’ironia cosmica che è Kurt Vonnegut. Questo signore dell'Indiana si è meritato l’attenzione della prestigiosa Nature dopo aver superato la rigida selezione dell’ufficio brevetti con la sua ultima trovata: un marchingegno che sfida le leggi della fisica.

Il brevetto n. 6.960.975 depositato da Volfson reca l'altisonante denominazione di Veicolo spaziale spinto dalla pressione dello stato di vuoto inflazionario e descrive un congegno che funziona grazie a uno scudo superconduttore in grado di cambiare la curvatura dello spazio-tempo, neutralizzando in questo modo la forza di gravità. Tra le scoperte e le idee che lo hanno reso possibile, oltre curiosamente proprio al sopraccitato racconto di Wells, il brevetto vanta gli studi molto discussi del prof. Evgeny Podkletnov, che negli anni Novanta annunciò di aver osservato una riduzione di peso nel corso di un esperimento di levitazione magnetica. Il suo studio sull'effetto polarizzazione aprì un dibattito non ancora concluso sull'attendibilità dei risultati. Se da una parte la maggioranza del mondo scientifico fa blocco comune contro le sue conclusioni, il prof. Podkletnov può infatti vantare un certo numero di seguaci. Tra i quali è senz'altro da insignire del titolo dell'intraprendenza il signor Volfson, che ha inseguito con tenacia il sogno (o, forse, sarebbe il caso di parlare di "miraggio") dell'antigravità. Poco male che la superconduttività da lui impiegata sia un fenomeno elettromagnetico che riguarda macrosistemi di particelle e, per questo, molto poco plausibile come meccanismo di compensazione della gravità. Questa resta infatti, di tutte le forze, quella più enigmatica e sfuggente, per quanto sia di gran lunga quella che ha contribuito con maggior peso (è il caso di dirlo) all’aspetto dell’universo così come noi lo conosciamo.

Forse è stato proprio sfruttando una di queste lacune cognitive che il brevetto ha ottenuto l’approvazione dell’ente di registrazione statunitense. Fatto sta che gli scienziati continuano ad essere scettici. Robert Park, dell’American Physical Society di Washington, per esempio, stigmatizza l’accaduto. “Un veicolo contro la gravità è un veicolo che si muove senza sosta” fa notare. “Non è la prima volta che vengono concessi brevetti come questo, è evidente che gli esaminatori si lasciano ingannare da falsi scienziati”.

I congegni in grado di funzionare senza interruzioni erano uno dei classici (e delle chimere) di inizio Novecento, al punto da costringere l’ufficio brevetti USA a stabilire una semplice regola: chiunque volesse brevettare macchine simili, in palese contrasto con l’impossibilità fisica del moto perpetuo, è stato da allora costretto a esibire un esemplare funzionante in grado di “girare” per un anno. Nessuno è mai riuscito a superare la prova. Eppure anche stavolta, come ha concluso causticamente Park, qualcosa non ha funzionato. L’ente di registrazione statunitense si trova infatti ad affrontare la marea di 350mila richieste di brevetto ogni anno, forte di uno staff di appena 5000 uomini. Facile che qualcosa vada storto, come è probabile che sia successo stavolta. Quando la macchina impossibile dell’hoosier Volfson è sfuggita alla rete dei controlli, volandosene via verso un orizzonte improbabile, come un'astronave di ritorno a Tralfamadore.