Per rimanere nel campo della multimedialità, c'è qualche speranza di vedere le Cronache al cinema?
No, penso proprio di no e la dimostrazione è semplice: il terzo libro della saga, da solo, è più lungo del Signore degli Anelli per il quale Peter Jackson ha fatto un ottimo lavoro in tre film (e mi riferisco alle extended version) di quattro ore ciascuno. E non penso nemmeno che delle produzioni televisive possano mai raggiungere il budget adatto alla trasposizione delle Cronache.
Lei ha lavorato per la televisione, ma la guarda anche?
Mi piace guardare la TV. Uno dei serial più seguiti negli USA attualmente è Lost, e anch' io l'ho seguito, ma il canale che preferisco è la HBO che a mio giudizio produce sempre serie molto particolari e ben fatte, tra le mie preferite, come I Soprano, Six Feet Under, Deadwood, Carnivale, Oz e l'ultima: Roma, che è in assoluto la mia preferita, io ho un amore particolare per la storia di Roma, vi si trovano personaggi di ogni tipo, quasi gli archetipi di qualsiasi personaggio, e ritrovo questo nella serie, un ottimo lavoro, anche se il problema di un romanzo o di una produzione storica che si attenga davvero alla storia è proprio che noi sappiamo già come andrà a finire quella battaglia o quel regno.
E allora quanto entra la sua passione per la storia nei suoi romanzi?
Enormemente. Vede, io non scriverei mai un romanzo storico proprio per quello che dicevo prima, ma questo non mi impedisce di utilizzare situazioni, battaglie, decisioni, personaggi storici per modellarvi sopra come fonte di ispirazione i miei personaggi e le mie vicende. Penso che questo mi venga un po' anche dal mio hobby di gamemaster, mi piace costruire avventure dove ci sia diplomazia, traffici, intrighi e anche battaglie, e ho sempre preso ispirazione da eventi storici dell'antichità.
Prima ha detto di avere ben preciso il progetto delle Cronache, quando prevede di concludere la saga?
Per quanto riguarda i tempi di pubblicazione penso che nel giro di tre o quattro anni dovrei finire tutta la saga, sempre che non intervengano altri impegni collaterali, tuttavia tengo costantemente aggiornati gli appassionati sul mio ruolino di marcia attraverso il mio sito ufficiale.
Questo è vero, bisogna dire che lei ha un ottimo rapporto con i fan, di massima disponibilità.
Sì, ma per quanto riguarda uno stretto feedback sulle trame delle Cronache io evito assolutamente di farmi influenzare dai miei fan. Ho iniziato la saga per un esigenza personale di raccontare e voglio portarla avanti nello stesso modo, trovo che questo sia l'atteggiamento più onesto sia verso me stesso che verso i miei fan. Ho lavorato a lungo per Hollywood dove più dei due terzi del lavoro di produzione è rendersi conto di cosa vuole il pubblico e darglielo, e non si può quasi mai avere un guizzo di originalità. Se dovessi piegarmi a questo sarebbe la fine del mio lavoro di narratore.
Dunque non posso chiederle se alla fine avremo un epico scontro tra il fuoco rappresentato dai Draghi e il ghiaccio rappresentato dagli Altri?
No no, lei può chiedermelo, ma io posso non risponderle. (E ride).Ed è proprio con la risata di Martin che vogliamo chiudere l'intervista con quello che si è rivelato un professionista cordiale ed affabile oltre ogni previsione, con un rapporto di profondo amore-odio nei confronti dello scrivere, tanto da definirsi slave to the words. Una schiavitù che, a nostro giudizio, porta ottimi frutti.
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