L'universo è nel caos, dopo la caduta dell'Impero e del suo despota Shaa. I nuovi padroni, i crudeli Naxid, ora hanno fame di conquista. Ma i discendenti della Terra, dopo aver assaggiato la libertà, non hanno intenzione di sottomettersi di nuovo. Lontani anni luce, Lord Gareth Martinez e la misteriosa guerrigliera Caroline Sula perseguono strade diverse per vincere l’ultima decisiva battaglia ed evitare che l’universo ripiombi sotto un nuovo e più terribile dominio ... a meno che un ultimo e disperato stratagemma non riesca a tenere insieme una galassia ridotta ormai a pezzi.
È questa, in sintesi, la trama di Conventions of War, l’ultima fatica di Walter Jon Williams. Appartenente al ciclo Dread Empire’s Fall, il romanzo, la cui uscita è prevista per novembre negli Stati Uniti e a fine ottobre in Inghilterra, non mancherà di suscitare l’entusiasmo della critica e dei lettori che amano la space opera. A confermarlo ci sono i due precedenti libri del ciclo: The Praxis e The Sundering.
Eppure, la carriera di Williams è iniziata sotto l’ala protettiva del cyberpunk, cioè quanto di più distante ci sia dall’avventura spaziale.
Nato nel 1953, nel Minnesota, lo scrittore americano, dopo la laurea in letteratura inglese, ha iniziato la sua carriera scrivendo romanzi storici e solo all’inizio degli anni Ottanta si è dedicato alla science fiction. Nel 1984, infatti, è uscito il suo primo romanzo di fantascienza, Ambassador of Progress, a cui seguirono nel 1985 Hardwired (I guerrieri dell’interfaccia, pubblicato in Italia dalla Phoenix) e nel 1986 Voice of Wirlwind (La voce del vento, Fanucci). In questi due romanzi è palpabile l’influenza di William Gibson e del cyberpunk in generale. Nel 1989 Williams pubblica Angel Station (Stazione angelica, Fanucci, 2000), ma il successo arriva nel 1992, quando pubblica Aristoi (Aristoi, Mondadori, 1996) e Metropolitan (1994), finalista al premio Nebula (pubblicato in Italia su Urania nel 1999).
Nel 1997 pubblica il seguito di Metropolitan, City on Fire, ma è solo con The Rift del 1999, tradotto in Italia con il titolo La grande onda dalla Rizzoli, che Williams dimostra di essere uno scrittore giunto ormai ad una piena maturità, sia dal punto di vista stilistico sia da quello della costruzione di affascinanti trame.
La trilogia Dread Empire’s Fall è un ulteriore esempio della bravura di questo autore, a cui spesso è stato accostato il nome di un grande della fantascienza come Roger Zelazny.
Se questo non vi basta, allora fidatevi del giudizio di George R.R. Martin, che ha già definito Williams: “il nuovo Re della space opera”.
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