E corre via in estasi. La figlia di Sulu sussurra nell’orecchio di Harriman. - Scusi, capitano, ma che cazzo è un “deflettore”? E perché si dovrebbe “configurare a mano”? - Andiamo, è solo una stronzata che mi sono inventato su due piedi. Non vede come l’ho fatto contento?
- Occhei, capitano, adesso pensiamo a salvare quegli sfigati della La’kul col teletrasporto.
In quel momento un tentacolo della parmigiana di melanzane colpisce l’Enterprise. In plancia gli ufficiali si esibiscono nelle solite capriole che dai tempi di Turbolence costituiscono il “must” dei provini di Hollywood.
- Il Nexus ci ha sfiorato! - gridano tutti tranne i giornalisti che, chissà come, sono spariti da un momento all’altro tipo i redattori di sinistra dal TG5 con l’arrivo di Carlo Rossella. - Gli scudi sono saltati! Il ponte 17 è saltato in aria!
- Oh-oh... - commentano Scotty e Checov che, con quelle panze in 3D e tutto quello stucco in faccia, sembrano le controfigure geriatriche dei Teletubbies.
Data stellare 34514.1 (cazzo, ieri era il compleanno di mio cognato Walter, me ne sono scordato come al solito!!!)
A bordo della U.S.S. Enterprise NCC-1710D i soliti fancazzisti dell’equipaggio, invece di lavorare, fanno bisboccia mascherati come deficienti sul ponte ologrammi.
- La prossima volta un bel toga-party, gente! - grida ubriaco La Forge.
Gli altri approvano tra brindisi, trombette, trenini samba e gavettoni. Il povero Worf viene gettato vestito in acqua tra le grasse risate del resto dell’equipaggio.
Data assiste perplesso. - Voi umani trovate davvero divertente uno scherzo del cazzo di questo genere?
- Ci puoi giurare, omino di latta - sghignazza la comandante Troi. - Ma tu sei un robot, non puoi capire.
- Be’, proviamo - fa Data, spintonando la donna e facendo finire anche lei in acqua.
Le risate si spengono all’istante, e tutti lo fissano con sguardi da linciaggio.
- Voi robot trovate divertenti scherzi del cazzo di questo genere? - gli ringhiano contro.
- Ma io... veramente...
Quando lo lasciano andare, piuttosto pesto e abbattuto, Data confessa all’amico La Forge che, per proseguire nella sua evoluzione da macchina pensante a umano, ha ormai deciso di sottoporsi a un’operazione troppo a lungo rimandata.
- Vuoi farti donna? - esclama La Forge, improvvisamente interessato.
- No, mi installerò il chip emozionale.
- Ah... - fa l’altro, deluso. - Occhei, però fa’ in fretta che dobbiamo andare in missione sulla base di Amargosa, dove qualche misterioso nemico ha triturato ferocemente l’intero equipaggio risparmiando un solo scienziato mezzo matto e non ti racconto altro tanto è la solita sbobba vista tremila volte in questa serie e questo spiega perché invece di assumere finalmente uno sceneggiatore dignitoso hanno comprato una nuova fotocopiatrice.
Nel frattempo, il capitano Picard ha ricevuto una notizia dalla Terra e si è ritirato sconvolto nella sua cabina. La comandante Troi va a trovarlo e lo scopre in lacrime.
- Capitano, ma lei piange! Lo fa perché la morte del giovane nipote gli ha rammentato crudelmente il suo triste destino di uomo solo condannato a invecchiare vagando nel freddo e oscuro Spazio senza il conforto di una agognata famiglia?
Picard scuote la testa. - No, è che ogni tanto devo ricordare ai bruti del pubblico che io, anche se per contratto devo indossare questo pigiamino del cazzo, sono pur sempre un attore shakespeariano! Posso recitare pentametri giambici piangendo a comando, io, mica come quel panzone che mi ha preceduto, che la sua battuta di massima intensità emotiva era: “Ci porti fuori, signor Sulu”.
- D’accordo - annuisce l’altra. - Comunque, quando finirà di sentirsi shakespeariano, c’è il superstite della base di Amargosa che vuole parlarle.
Picard versa altre due-tre damigiane di lacrime, poi butta via la cipolla e va a incontrare il superstite.
- Sono il comandante di questa nave - si presenta.
- Io sono il dottor Tolian Soran, fisico el-Auriano - replica accalorato l’altro. - Il capitano Kirk mi ha tratto fuori dal Nexus contro la mia volontà, e ho passato gli ultimi ottant’anni a studiare il modo di rientrarvi. In tutto questo tempo sono riuscito a fare solo L’Arancia Meccanica, poi come attore sono praticamente scomparso. Sarei certamente impazzito, se non avessi potuto contare sulla compagnia di questo fedele cane.
- Quale cane?
Soran fissa Picard con sguardo assassino. - Stia attento, Capitano: deve rimandarmi immediatamente a bordo della base Amargosa, perché il tempo è il fuoco in cui noi bruciamo... Quindi non rimandi a domani quello che può fare oggi... Rosso di sera bel tempo si spera... Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle...
- Sì, vabbé, vaffanculo - lo congeda Picard. Tutto contento, Soran corre a teleportarsi sulla base di cui sopra, ove si imbatte in La Forge e Data.
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