E' dal 1996 che, in qualità di ritrattista, collaboro a una pubblicazione che si chiama Ink e che - come sottintende il nome stesso - si occupa di fumetto e illustrazione. Il suo creatore, direttore, nonché fumettista egli stesso oltre che appassionato di fantascienza, Paolo Telloli, non appena se ne presentò la necessità mi diede l'ingrato compito di disegnare il volto dei colleghi scomparsi in un passato più o meno recente, insieme a quello di coloro che la cronaca quotidiana stava segnalando per le stesse, funeste ragioni.
La morte di Karel Thole, avvenuta durante la notte tra il 25 e il 26 marzo scorso, nella sua casa a Cannobio dove si era ritirato nel 1994 con la gentile signora Elizabeth, sua moglie, una volta di più mi costringe a quest'incombenza, ma in questo caso sarà con un dispiacere assolutamente più profondo e personale che mi accingerò alla bisogna, perché io conoscevo Karel da tempo - più di trent'anni - e il comune lavoro nel mondo dell'editoria fantascientifica ci univa parecchio, stabilendo quell'intesa particolare che poi è la stessa che mi lega a chi condivide con me questa passione un po' bizzarra.
Alla dolorosa consapevolezza di non poterlo mai più incontrare, al rimpianto di non aver fatto in modo che ci si trovasse insieme di più, si aggiungerà l'orgoglio di potergli dedicare questo piccolo, personalissimo omaggio, di trarre dal nero dell'inchiostro e dal bianco della carta con una tecnica che lui apprezzava grandemente e che non mancava di lodare, i lineamenti del suo volto simpatico e cordiale, il viso di un uomo dotato di grandi capacità e di assoluta comunicativa, oltre che di notevole acume e irresistibile umorismo, come possono ben testimoniare tutti coloro - e sono tantissimi - che lo hanno conosciuto, o che hanno potuto conversare con lui un'ora soltanto.
Con Karel, da solo o insieme a colleghi e amici comuni, ho trascorso un bel po' di momenti piacevolissimi, in occasione di incontri veloci ma, più spesso, in circostanze meno fugaci, quali la partecipazione ai congressi di fantascienza, o la volta in cui fummo invitati in Germania, ospiti della Casa Editrice che aveva organizzato una mostra artistica con le nostre opere. Un'esperienza davvero memorabile.
Nonostante il piacere di poterlo fare una volta di più, per me non era una novità l'aver modo di ammirare gli originali delle sue copertine, molto più interessanti e colorati di come appaiono nelle pur ottime riproduzioni mondadoriane. Il pubblico di appassionati che ha avuto la fortuna di visitare le sue esposizioni capirà cosa intendo. Esorto comunque tutti a non trascurare, qualora ve ne fosse la possibilità, di dare un'occhiata alla produzione del Thole più giovane, realizzata nel suo paese d'origine - l'Olanda - prima che l'illustratore si trasferisse nel nostro paese alla fine degli anni '50.
Quando conobbi Karel, in occasione di una sua visita allo studio presso il quale avevo da poco iniziato la mia attività professionale, lui era già in Italia, proprio a Milano, da poco più di una quindicina d'anni, e aveva già concepito una quantità ragguardevole di copertine per la pubblicazione che gli ha dato maggior notorietà: Urania. E già allora era un uomo importante nel campo dell'arte fantastica.
La simpatia e la stima reciproche ci indussero ben presto a organizzare incontri mensili in un luogo di ritrovo fisso, situato in una zona centralissima del capoluogo lombardo dove, ben presto, affluirono professionisti affermati e giovani talenti, con l'andar del tempo in numero sempre più consistente, tanto che le riunioni finirono col trasformarsi in autentici cenacoli, dai quali scaturì l'embrione di quella che divenne l'Associazione Illustratori, operante tuttora.
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