5. La discesa dell' Avatar

Il primo a usare il termine avatar con riferimento ai simulacri umani delle RV è stato Mark Pesce, uno dei padri delle RV. Secondo la religione indù, l'avatar è l'essere Supremo conservatore del mondo, Visnu, che nei momenti di decadenza e di oscurantismo si incarna e discende sulla terra per redistribuire l'ordine. Ci sarebbero già state nove reincarnazioni, e quindi nove avatara di Visnu in precedenti ere. La decima che sarà l'ultima avverrà alla fine dell'epoca attuale.

Non è difficile costruire analogie. Oggi, in un'epoca di disordine, l'uomo si è autoproclamato dio di una nuova terra e discende, naturalmente nella realtà virtuale (Cfr. Marco Minicangeli, L'uomo diviso: appunti per una poetica dell'avatar, in: AA.VV., "L'immaginario mutante", Synergon 1997). Non è certo un tema inventato adesso, tuttavia negli ultimi tempi esso è stato rispolverato con varianti, proprio grazie all'uso narrativo delle RV. Tra le storie recenti ne richiamo solo una, abbastanza conosciuta: Iniziazione di un Bimbo Bello, di Pat Cadigan. Qui la scrittrice usa il tema del simulacro umano virtuale in senso non certamente mistico né eroico, tutt'altro; direi piuttosto grottesco/catastrofico; un'altra catastrofe del corpo. La storia è preceduta da un'epigrafe:

Prima vedi il video. Poi metti il video. Poi mangi il video. Poi sei il video. (Dal Vangelo secondo Visual Mark).

(En passant, Mark vale sia marchio sia Marco, con evidente riferimento all'Evangelista). Per incontrare Bobby, Bimbo Bello si reca in una grande discoteca, tra lampade laser e musica assordante. Bobby è un idolo dei giovani e vive sulla superficie di uno schermo di 80 metri di lato (i suoi atomi sono stati dissolti e ricomposti nel mondo di bit, virtuale, dello schermo). Lì dentro (o lì sopra) Bobby (l'immagine di Bobby) balla ritmi frenetici osannato dalle torme dei frequentatori in discoteca. Appena Bimbo Bello arriva, Bobby, che lo aspettava, s'interrompe, lo fissa dall'alto dei suoi 80 metri di schermo, e subito gli dice con voce convincente:

"Qui non si muore mai".

La musica martella sotto le sue parole, è il remix di una canzone di quelle con cui Bobby si scatena nelle feste dove si va avanti fino a vomitare le budella. "E' magnifico, qua dentro: i sogni possono essere veri quanto lo desideri. E se vuoi puoi venire fin qui, stare qui, con me!"

Lo sfondo dietro Bobby, sul maxischermo, sta cambiando, mostra un altro locale come questo ma più grande e più bello, con una folla ancora più figa, e Bobby si dimena con loro. Qua invece metà della gente reale ha smesso di ballare perché guarda Bobby sperando che lui abbia inserito l'immagine virtuale di uno di loro là nello schermo, insieme a lui. Sì, è questo il sogno, il grande sogno di tutti: essere remixati nella extended version da discoteca. Le labbra di Bobby si muovono, le parole sono ancora dirette a Bimbo Bello:

"Può succedere anche a te Senza mai invecchiare, senza mai stancarti, non c'è mai un ultimo avviso, e nulla accade qui dentro se non lo vuoi tu: e tu puoi fare in modo che accada. Tu puoi. Tu." Le grandi mani di Bobby lo indicano, tenendo il ritmo. Tu. Tu. Tu.

Pat Cadigan, Iniziazione di un Bimbo Bello (Pretty Boy Crossover, 1986)