4. Reti e frammentazione del sé
Salve! Questo è uno dei nostri messaggi periodici per la Terra. Chi vi parla è Alex Kord, comandante della Ad Astra. Continua il nostro viaggio verso Alpha del Centauro. Siamo in 700mila, in questa astronave, e raggiungeremo tra 10 anni la nostra meta, dove ci assicurano gli studiosi c'è un pianeta di tipo terrestre. Non saranno rose e fiori, ma la Terra per noi era diventata inabitabile, ed eccovi la nostra risposta: "Andate al diavolo!"Per guidare questa metropoli d'acciaio occorrono: conoscenze 23) 23) ultraspecializzate, razionalità, disciplina, doti di psicologia. Io, Alex Kord, democraticamente eletto, sono l'uomo giusto. Qui nello spazio non mancano pericoli, e dal nostro ultimo messaggio di sei mesi fa ne abbiamo passate delle belle, a bordo: assalto di mostri alieni, un'avaria, scontro con meteoriti, un'epidemia sconosciuta
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(Questi tre personaggi in realtà sono uno: il sig. A.G., irreprensibile commercialista di Campobasso, che in rete assume ruoli diversi ma profondamente vissuti. Dagli anni '90 del XX secolo il fenomeno della frammentazione del Sé dilaga nel cyberspazio.)
Vittorio Catani, Nel cyberspazio: sarà solo un gioco? (Rubr. Accadde domani)
C'è un aspetto dell'uso della rete, che mette in allarme alcuni studiosi. Maldonado, solitamente scettico (sia pure con un certo equilibrio) verso le presunte meraviglie dei nuovi media, nel suo recente volume Critica della ragione informatica prende in esame, tra l'altro, il tema della identità in rete. Come è risaputo, esistono programmi di interazione nei quali i partecipanti possono rinunciare alla loro identità assumendone un'altra, a piacere. Scrive Maldonado:
Una studentessa diciottenne che si spaccia per un vecchio pugile a riposo, un avvocato di provincia per un direttore d'orchestra, un uomo sposato per uno scapolo incallito, un sacerdote islandese per una prostituta brasiliana.Questi travestimenti informatici possono configurare situazioni di involontaria (o volontaria) comicità, e per centinaia di migliaia di hobbysts di ogni età, il gioco delle finte identità viene vissuto come un dilettevole intrattenimento o come un modo, un po' artificioso, di compensare una penuria di convivialità.
E' inevitabile un riferimento alla teoria dei ruoli. Che cosa è una persona? O meglio: in cosa consiste l'identità di una persona? Qual è il legame tra l'Io e l'Altro? Se è vero, secondo Luciano e secondo Shakespeare, che la nostra vita non è altro che un palcoscenico su cui siamo chiamati a interpretare, simultaneamente o sequenzialmente, molteplici parti spesso in conflitto fra loro, perché per un certo tempo una predomina sulle altre e diventa l'elemento caratterizzante della nostra identità?
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