Apprendiamo da poche ore dell'incredibile intervista rilasciata da Clarke al Mirror (un giornale scandalistico) in cui confessa di essere un pedofilo, e subito leggiamo sull'Indipendent la smentita e si grida al complotto politico. Ogni giornale si affanna in questo momento a proclamare la sua presunta verità, noi ci affanniamo a cercare il nostro presunto Clarke. E per far questo non possiamo far a meno di chiederci chi sia A.C.Clarke...
Già, chi è Arthur Charles Clarke?
Fino a ieri non avrei avuto dubbi. Senza esitazione avrei tirato fuori i suoi maggiori capolavori credendo con ciò di dare una chiara e precisa idea di Clarke. Sì... avrei dato una chiara e precisa descrizione di quello che era stato capace di esprimere Clarke. Di fronte a La Sentinella, Le Fontane del Paradiso, Incontro con Rama o Le guide del Tramonto, ogni animo anche solo blandamente razionale e con un briciolo sensibilità non può far a meno di essere percorso da profondi brividi e un impulso irrefrenabile a guardarsi intorno a cercare le leggi che questo mondo lo reggono.
Adesso scopriamo che l'inglesissimo Arthur Charles Clarke, archetipo vivente dello scienziato-scrittore, quello stesso che aveva infarcito tutti i suoi romanzi di compassati gentleman, è un pedofilo.
Di più: ha dichiarato lui stesso di essere un pedofilo e in ciò non ci trova nulla di male.
Di nuovo: orrore e sgomento.
La prima reazione è il rifiuto della notizia, no, non è vero, non può esser vero; subito dopo iniziamo ad arrampicarci sugli specchi, vediamo se è possibile mettere la cosa in modo dignitoso per rendere di nuovo presentabile il nome del nostro vecchio buon Clarke.
Siamo abituati a leggere fantascienza. Siamo abituati a essere razionali, o perlomeno ci sforziamo di assumere questo atteggiamento ogni volta che ci è possibile.
Nel tanto straparlare di Internet e realtà virtuali ce ne siamo stati qui buoni buoni con un vago sorrisino sulle labbra dicendoci che noi di queste cose qui ne masticavamo già dall'84.
Shock da futuro? Tsk, robetta a cui noi non siamo di certo soggetti.
Il mondo sente dire che hanno clonato una capra e va a cercare sul vocabolario la parola "clonazione", mentre noi ci chiediamo con malcelata soddisfazione da quanti "decenni" discutessimo di questa problematica, arrivando infine a raggiungere un atteggiamento razionale ed equilibrato che ci porta a cercare e trovare i possibili e molteplici vantaggi della clonazione umana (vedete anche l'articolo I vantaggi della clonazione umana (Delos 25) di Roberto Quaglia).
Le nonne di ogni landa inorridiscono di fronte alla pedofilia e noi... be', pure. Né Philip José Farmer con la sua spinta porno science fiction, né qualunque altro autore si sia preso la briga di parlare in maniera orrida e blasfema di sesso e tutte quelle cose lì è mai riuscito a sgomentarci a sufficienza da poter alleviare adesso questo opprimente senso di orrore e sgomento.
Abbiamo letto molta fantascienza che parla di sesso (per il sesso nel cyberpunk potete dare un'occhiata all'articolo Giorni di nera oppressione (Delos 30)). Fantascienza che parla di sesso in modo fantascientifico e provocante. Abbiamo letto Ballard e non ci stupiamo più dinanzi all'angosciosa attrazione sensuale di macchine in movimento e di schianti violenti, scintille e sangue che eccitano e invitano a vivere, correre e rischiare la vita. Abbiamo visto Cronenberg, e conosciamo il valore sensuale che può assumere anche l'orrido. Blade Runner, come tanta altra fantascienza, è zeppo di esseri artificiali costruiti appositamente come oggetti di piacere e trasgressione, e Jeter ci ha abituati a puttane con tutte le mutilazioni e deformazione che sia possibile immaginare. A costo che qualcun altro venga pagato per immaginarle sufficientemente perverse e deformi al posto nostro.
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