Per noi di Delos intervistare Sheckley ha rappresentato una tappa davvero importante nel nostro percorso amatoriale. Se non ci foste stati voi lettori, così numerosi, non sarebbe neppure mai accaduto. Ma questo è il bello di Internet: la grande rete esiste, è una realtà tangibile, e fin quando potremo cercheremo di esistere anche noi con puntualità e con il meglio del panorama internazionale della science-fiction.
Su Robert Sheckley pensiamo sia il caso di soffermarci un po' di più per presentarvelo in tutta la sua poliedricità. Primo perchè si tratta di uno dei nostri autori preferiti, secondo perché non facendo parte delle nuove leve nate con il cyberpunk (vedi i vari Gibson, Sterling, Rucker) vorremmo essere sicuri di farvelo apprezzare fino in fondo.
Robert Sheckley è una figura geniale che nell'ambito della fantascienza letteraria ha dato moltissimo al genere paradossale e satirico, a partire dalle sue molteplici storie apparse nel periodo della Social SF sulla rivista americana Galaxy.
Nel saggio Le Frontiere dell'Ignoto (Saggi Nord, 1977), Vittorio Curtoni - che intervisto sempre su questo numero - lo mette in luce come uno tra i migliori nomi nuovi degli anni '50. Robert Sheckley mostra capacità inventive uniche ed una causticità ineguagliabile. Sheckley appare un uomo schivo e sufficientemente misterioso, e dietro questa sua immagine sono in molti a riconoscere in lui il maestro del paradosso nella Science Fiction letteraria. Tra i commenti più rilevanti ricordo quello di Sergio Solmi che considera il suo tipico "gusto delle situazioni morali" come una delle cose migliori in assoluto nel panorama della SF, giustificando così pienamente anche le sue graffianti bordate di beffarda eccentricità che diluiscono ma non offuscano le sue effusioni di più risentita ironia (La Grande Enciclopedia di fantascienza, Volume 11. Ed. Del Drago, 1982).
Sheckley nasce a New York nel 1928 da genitori russi e, dopo aver conseguito la laurea, si dedica alla letteratura fantascientifica a partire dal 1952, quattro anni dopo il suo ritorno dalla guerra di Corea. In lui è riscontrabile quella disperazione naturale, forse già evidente in autori come Harrison, Bester e, più tardi, Ballard, Dish e Spinrand.
Il suo debutto avviene sulla rivista Imagination con il racconto Final Examination e poco più tardi diviene ospite fisso di Galaxy. essendo la sua produzione fertilissima adotta svariati pseudonimi: Finn 'O Donnevan, Phillis Barbee e Ned Lang. Galaxy, diretta in quegli anni dal recentemente scomparso Horace Gold, ospita il Nostro assieme ad altri grandi come Alfred Bester e Frederick Pohl, in quanto il filone della "social science fiction" è in un momento particolarmente favorevole. Sheckley farà delle apparizioni anche su The Magazine of Fantasy and SF, ma in maniera molto sporadica. Ancora oggi Robert Sheckley ricorda con calore i bei momenti in cui Horace Gold richiedeva continuamente sue storie da pubblicare.
Nei romanzi di Sheckley è implicita una aggressiva critica del costume americano nonché delle tendenze razziste. La disperazione viene mischiata all'apprezzamento per il sesso, all'amore per gli altri popoli e ad un humor spesso tagliente che spinge alla riflessione.
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