Hitler osservò con minuziosità quelle preziose informazioni. Per alcuni minuti si sentì soltanto il ticchettio di una grossa pendola. Quando lo sguardo del Führer si alzò dall'incartamento Goebbels disse: - Ed ora, mein Führer, avrei un'idea sul da farsi.
L'ometto sorrise compiaciuto sotto i piccoli baffi neri, e ascoltò con attenzione il suo uomo di fiducia: - Le vittime politiche di questa scoperta apriranno la strada al suo potere in Germania.
- Ne sono convinto - commentò Hitler lasciando trasparire un leggero sogghigno. - Al quartiere residenziale di Dahlem il segretario della presidenza Otto Meissner e il colonnello von Hinderburg Jr. ci daranno spiegazioni, ma soprattutto garanzie sul mio prossimo incarico di Cancelliere.
- Sarà un gioco da ragazzi, con le prove schiaccianti in suo possesso"
Quel ricordo, così come gli si era concretizzato con precisione, svanì un attimo dopo davanti al suo cruccio per il fallimento del progetto Olimpiadi di Berlino. Non erano andate come lui aveva prospettato e dentro di sé stava meditando un piano, spinto principalmente dall'istinto.
Goebbels continuò nel tempo a gestire i mezzi di comunicazione e a offrire grandi feste nel palazzo reale all'estremità orientale dell'Isola delle Muse, non lontano dal Zeughaus. Spinse molto sul pericolo russo e cecoslovacco, operando un sistematico lavaggio di cervello alla popolazione tedesca. Durante una di queste feste conobbe di persona un uomo altolocato, sebbene dal forte accento dei sobborghi berlinesi. Era amico dell'inventore della macchina a rotori Enigma, il famoso generale von Fellgiebel.
Goebbels si era informato sulla sua reputazione di spia già da qualche tempo. Aveva verificato personalmente le ultime missioni e s'era convinto, seppur con qualche riserva, di poter contare sulla figura giusta per quello che aveva in mente.
- Mi parli di Enigma - esordì Goebbels prendendo il discorso alla larga. - So che Adolf Hitler ripone la massima fiducia su questo marchingegno.
- Be', sì. Dopotutto questa macchina è stata introdotta fin dall'inizio degli Anni Trenta. Prima nella polizia, poi nell'esercito...
- E più recentemente nella Luftwaffe e nella Kriegsmarine - lo interruppe Goebbels. - Io non l'ho mai vista, com'é fatta?
La spia sembrava interessata a quella discussione e mise presto in luce tutte le sue conoscenze che scaturivano dall'amicizia con l'inventore. - Si tratta di una macchina a rotori dalle dimensioni di pochi metri cubi - disse allargando al massimo le braccia. - Vede ministro, grazie a questa tecnologia si possono ottenere un numero quasi infinito di codici, modificando semplicemente il sistema delle chiavi. Ritengo che si tratti dell'invenzione più importante del nostro popolo!
- La mia unica paura è che se i nemici trovassero il modo di interpretarla gli inglesi scoprirebbero dove la Lutwaffe sferrerà i suoi prossimi attacchi, o dove si trovano le navi naziste... - osservò Goebbels, continuando quel discorso introduttivo.
- Non l'anno scoperto fino adesso e non lo faranno mai. - rispose con sicurezza l'uomo avvicinato dal ministro.
Poi i due si spostarono in un luogo più appartato. Parlarono lungamente nascosti da un separé e si misero d'accordo sulle indagini che l'uomo avrebbe dovuto condurre a favore di Goebbels.
- Sa, ministro - aggiunse la spia, - io faccio questo per la patria, ma anche per passione personale verso l'arte.
Goebbels lo guardò attentamente e si allargò in un sorriso. - Alla Galleria Nazionale di Berlino ci sono alcuni Van Gogh, Gris e Modigliani che saranno venduti all'estero.
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