Naomi Turnbull, che si è appena laureata qui a Glamorgan, aggiunge un commento alle parole di Brake, sul valore della fantascienza come strumento educativo: "Chi diventa scienziato pensa che la vera scienza possa fare del mondo un posto migliore. La fantascienza ha spesso questo tipo di visione ottimistica del futuro, visione necessaria per garantire a chi studia scienza che vale la pena fare carriera in questo campo ".

Ma è davvero necessaria una base di conoscenza scientifica per vivere "bene"?

"Sì, assolutamente. Ed è ancora più importante oggi, che la scienza coinvolge così tanti aspetti della nostra vita. E' necessario essere informati per poter prendere alcune decisioni. Per esempio riguardo agli alimenti geneticamente modificati, se non capisci non puoi decidere [...] Il solo fatto scientifico non è abbastanza per permettere alla gente di decidere se una particolare tecnologia è desiderabile: è la valutazione del suo impatto ciò che permette di giudicare. Ecco dove la fantascienza è davvero utile".

Con questa idea l'Università di Glamorgan ha organizzato What If?..., un workshop di tre giorni, 21, 22, 23 giugno, dedicato a studenti 14enni: "Non abbiamo considerato molto i veri fatti scientifici ma tutto è stato pensato per far pensare i ragazzi all'impatto che la scienza ha sulle loro vite...".

Cosa se... potessimo viaggiare nel tempo? Cosa se... i computers avessero sentimenti? Cosa se... tutti gli insetti fossero estinti? Cosa se... fosse stata trovata un' antica nave spaziale sulla Luna? Cosa se... il mondo avesse un solo continente? Cosa se... fosse possibile non dimenticarsi mai nulla?

Una fonte interessante utilizzata per l'organizzazione di What If?... è No Limits: Developing Scientific Literacy using Science Fiction, di Julia E. Czerneda, studiosa canadese di metodologie d'insegnamento per studenti sopra i dieci anni. Da consultare per chi volesse approfondire la metodologia dietro all'uso della fantascienza come strumento di insegnamento (edito da Trifolium Books Inc.: www.pubcouncil.ca/trifolium).

Lo stesso scopo, avvicinare la gente alla scienza e portare ad una riflessione su di essa, dovrebbe avere il Museo della Fantascienza di Seattle, inaugurato da pochi giorni (www.sciencefictionexperience.com). Brake ha collaborato al progetto e dalle sue parole sembrerebbe che ci sia ancora molto lavoro da fare: "Hanno questo enorme display di fibre ottiche che riproducono le costellazioni. Sarebbe interessante usare questo display per realizzare un'idea di Timothy Ferris (e probabilmente di Asimov in Fondazione prima ancora) per seguire la storia dell'evoluzione delle stelle: Ferris (il titolo del testo in questione è Coming of Age in the Milky Way) chiede al lettore di immaginare che l'evoluzione abbia luogo in una sola notte... e di accelerare questo processo per vedere alcune stelle esplodere, altre scomparire... il Museo inoltre dispone di un panorama planetario di tutti i pianeti immaginati nei vari lavori di fantascienza e non è stato pensato di legarlo al nostro sistema solare e al pianeta extrasolare che è stato scoperto recentemente (un buon sito da consultare a riguardo: hubblesite.org oppure cfa-www.harvard.edu/planets/).