"Asimov è stato il più grande divulgatore scientifico", dice il co-sceneggiatore Jeff Vintar. "E' stato uno dei pionieri della fantascienza, oltre ad essere uno dei primi autori a scrivere di robot. Prima di Asimov, i robot erano descritti come mostri. Lui è stato il primo a non dipingerli come dei Frankenstein, ma come delle macchine che operano in base a certe regole; è stato il primo a scrivere delle storie realistiche sui robot".
L'amore di Alex Proyas per i racconti di Asimov risale alla sua infanzia. "Quando avevo più o meno 10 anni, leggevo un sacco di fantascienza, e Asimov era naturalmente tra i miei scrittori preferiti. Ero un grandissimo fan della fantascienza, ma Io, Robot è uno dei pochi libri che ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto portare sullo schermo. Quando sei un ragazzo, fai di questi sogni - e del resto già da ragazzino sognavo di diventare un regista. Ecco, il mio sogno era quello, un giorno, di poter fare un film da Io, Robot. Le idee di Asimov", continua il regista, "mi sono sempre sembrate straordinariamente significative ed attuali. Ancora oggi, risulta incredibile che, già negli anni Quaranta e Cinquanta, egli sia riuscito ad avere una visione così chiara del futuro, e immaginare aspetti che oggi sono effettivamente diventati parte della nostra vita quotidiana. Ogni giorno che passa ci avviciniamo sempre di più al mondo del futuro che Asimov ha descritto - ecco perché oggi è arrivato finalmente il momento di raccontare quelle storie".
Mentre Proyas continuava a lavorare sulla sceneggiatura di Io, Robot, insieme ai produttori egli ha cominciato anche a pensare al casting degli attori. A Hollywood suona come un luogo comune, eppure, nel caso di Io, Robot, è la pura verità: "Will Smith era, da subito, la nostra prima scelta", dice John Davis, "e riuscire ad averlo è stato come vincere alla lotteria". Aggiunge il produttore Laurence Mark: "In Io, Robot, l'elemento umano è importante quanto quello dei robot, per questo era essenziale avere Will".
"Quello che mi ha attratto nel progetto", dice Will Smith, "è stato il concetto che il problema non sono i robot, né la tecnologia, bensì i limiti della logica umana. In sostanza, siamo noi i peggiori nemici di noi stessi". Continua Smith: "Io, Robot è un miscuglio di generi particolarmente interessante: è un film d'azione ad alta tecnologia, un film pieno di effetti speciali, e perfino un giallo. Il modo in cui Alex Proyas è riuscito a mescolare tutti questi generi è semplicemente brillante. Di solito, la struttura di un film d'azione e quella di un giallo non vanno molto d'accordo, perché hanno un ritmo e una tensione diversi: Alex, invece, è riuscito a rompere le regole di genere e a creare qualcosa di nuovo e di speciale".
Io, Robot si è rivelato una sfida del tutto nuova per Will Smith. "Come attore, è di solito molto raro riuscire ad interpretare un film d'azione. Per me, è stato molto interessante interpretare un personaggio tormentato, perché finora ho avuto molto successo interpretando personaggi solari, ottimisti, che salvano il mondo. Non avevo mai interpretato personaggi che avessero subito delle profonde ferite emotive, dei traumi, e per questo mi è piaciuto molto approfondire la psiche di un personaggio così tormentato. Per me è stata un'esperienza molto diversa".
Dopo aver accettato di interpretare il detective Del Spooner e di essere anche produttore esecutivo del film, Smith ha suggerito di coinvolgere nel progetto anche lo sceneggiatore premio Oscar Akiva Goldsman (A Beautiful Mind). Smith, infatti, voleva dare alla storia un taglio ancora più scientifico e fantascientifico. "Questo progetto aveva tutte le potenzialità per diventare qualocsa di speciale e di duraturo", dice l'attore. "Volevamo spingere al limite e testare i confini di questo genere cinematografico".
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