Una cosa hanno in comune i migliori capolavori della letteratura e del cinema che prefigurano società future dispotiche e non particolarmente felici: un'atmosfera irresistibilmente surreale. Sono surreali molti aspetti del mondo di 1984 di Orwell (bispensiero in testa), è fondamentalmente surreale il Mondo Nuovo di Huxley, sono venate di surreale le migliori antiutopie di Philip K. Dick e gli scenari tragicomici di Sheckley. Nel cinema il fenomeno è analogo, menzioniamo per tutti Brazil di Terry Gilliam, un capolavoro cinematografico intensamente surreale dall'inizio alla fine.
Sorge a questo punto un sospetto: non sarà mica che nel mondo moderno e post-moderno il principale attributo di una società tirannica ed oppressiva debba per forza essere il surrealismo?
Il concetto del surreale è uno dei più affascinanti dell'esperienza umana. Non ho mai trovato definizioni linguistiche soddisfacenti per questo vocabolo. Molti si limitano ad identificare il surrealismo con espressioni di arte pittorica alla Salvador Dalì, ma a mio avviso si tratta dell'interpretazione più riduttiva e banale che ci sia. Il realtà, l'esperienza del surreale è un momento di intensa profondità cognitiva, è addirittura - nella sua accezione più elevata - un'esplorazione ai confini stessi del significato delle cose. Trascendendo una visione semplicistica e banale del mondo, si delinea quindi immediatamente nelle nostre menti uno scenario surreale nel quale le cose sono intessute, il quale, imperscrutabilmente, ci comunica molto di più circa la reale natura di ciò che osserviamo rispetto a qualsiasi altro modo di vedere. Comprendere l'elemento surreale di un evento o di una circostanza è quindi a volte indispensabile al fine di comprendere l'evento o la circostanza nei suoi più autentici termini. Chi non è sensibile ai valori del surrealismo è quindi cieco rispetto ad un importante aspetto del mondo in cui vive.
Molta gente non ha alcuna sensibilità verso gli elementi surreali della realtà. L'equazione logica che balza quindi in mente è che una società tirannica ove il potere fosse esercitato in modo sufficientemente surreale sarebbe con tutta probabilità al riparo da ogni forma di ribellione, poiché gran parte della gente, insensibile al surrealismo, non sarebbe in grado di accorgersi della tirannia cui è soggetta. Il buon despota moderno deve quindi eccellere nell'arte del surrealismo e - poiché viviamo nell'epoca della specializzazione - egli si circonderà di esperti surrealisti in grado di rivestire le azioni più importanti di quell'essenziale strato di surrealismo in grado di renderle incomprensibili ai più - e quindi invisibili nella loro più autentica natura.
Viviamo in un'epoca affascinante, nella quale le autentiche guerre sono quelle dei memi - l'abilità di diffondere ad arte per il mondo i concetti e le credenze desiderate, impiantandole discretamente nelle menti di miliardi di persone senza che nessuno se ne accorga propriamente. Il fascino scaturisce dagli occasionali squarci che qualcuno apre in questa coltre di Weltanschauung artefatta, dai quali, come nelle migliori storie ed i peggiori incubi di Philip Dick, trapelano occasionalmente lampi di un'altra realtà, incredibile, sconvolgente, e spesso anche orribile secondo il senso comune di interpretazione.
Nel tempo del Villaggio Globale, Internet è la piazza dove tutte le informazioni e le eresie si rimescolano in una sorta di nuovo brodo..., anzi, Minestrone Primordiale che tutto contiene, il Vero e il Falso inestricabilmente intrecciati. Non tutti gli squarci del velo di mistificazione ci mostrano realtà retrostanti, anzi! Le rivelazioni false in agguato sono assai più numerose di quelle autentiche. Paradossalmente, questa indiscriminata commistione contemporanea di Tutte Le Sfumature del Vero e le Assai Più Numerose Tutte Sfumature Del Falso, da forma ad un caotico magma informazionale non privo di connotazioni surreali esso stesso. Il risultato è che l'informazione veicolata da Internert viene generalmente ed indiscriminatamente considerata inaffidabile, probabilmente falsa. Viene da chiedersi se si tratti di un fenomeno spontaneo.
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