Immediatamente uno degli assistenti si alzò, accese una sfera luminosa a due passi dal cerchio magico, ed illuminò il viso esanime di un vecchio vestito di cenci. Lo spirito infernale, dopo aver studiato attentamente il cadavere, disse solo una parola, ma per Hyeronimus fu più che sufficiente. Dopo aver congedato lo spirito con la solita formula, si voltò verso i suoi assistenti, e ordinò:
- Voglio che siano interrogati tutti gli homonucoli della città che avete appena sentito indicare dal demone...
Nel suo tranquillo e sicuro laboratorio sotterraneo, Alessandro stava portando a termine un esperimento decisamente ardito. Sapeva di rischiare molto, ma il fascino di quella scienza clandestina guidava le sue intenzioni in modo del tutto ineluttabile. Così, aprì con cura il pacchetto di cuoio, e quando si ritrovò fra le mani i dischetti metallici grigi e rossi, già torniti della giusta dimensione, per l'eccitazione fu colto dal batticuore.
Prese ad impilarli alternandone uno rosso e uno grigio, fino a formare una pila bicolore lunga circa una spanna. Pose la pila all'interno di un contenitore pieno di soluzione salina, e annuì soddisfatto. Ormai mancava poco alla fine dell'esperimento. Ancora incredulo di essere giunto fino a quel punto, si alzò dal tavolo di lavoro sfregandosi le mani. Con passo lento, assaporando ogni istante di quel compito arcano, si avvicinò al leggio dov'era adagiata la pagina antica strappata qualche giorno prima. Lesse il passo seguente:
la corrente sprigionata dal generatore così costruito
sarà sufficiente per far arroventare
il filamento di carbone della lampada...
Tornò al tavolo di lavoro senza quasi riuscire a trattenere l'eccitazione. Prese fra le mani la boccia di vetro soffiato nella quale aveva inserito il filamento di carbone. Verificò che i peduncoli che fuoriuscivano dall'ampolla non fossero rotti o piegati. Quindi posò l'ampolla con estrema cautela accanto alla pila di dischetti colorati, trattenendo il fiato per evitare di rischiare un movimento brusco che avrebbe potuto inficiare il lavoro di mesi. A causa di una sua distrazione ne aveva già rotta una qualche giorno prima, ed ora non avrebbe certo potuto permettersene un'altra. Questa volta, invece, completò l'operazione di collegamento fra i poli della pila e gli elettrodi della lampada con successo, e...
La porta alle sue spalle esplose via dai cardini. L'Inquisitore, preceduto dalle guardie cittadine e dagli assistenti, irruppe nello studio di Alessandro come un temporale estivo. Proprio in quel momento la lampada sfavillava di una naturale, calda, piacevole luce bianca. Proprio in quel momento Alessandro stava esultando, perché finalmente aveva dimostrato, almeno a se stesso, che la corrente elettrica esisteva davvero, che non erano tutte superstizioni, e che seguendo i principi scientifici sarebbe stato possibile costruire oggetti strabilianti, precisi, privi della bizzarra casualità d'azione tipica dei prodotti della stregotecnica. Ovviamente, non appena comparve l'Inquisitore, tutto questo entusiasmo nel petto di Alessandro mutò in puro terrore.
- Ma... ma come avete fatto? - riuscì soltanto a domandare.
Hyeronimus, sogghignando in maniera bonaria, con l'espressione del padre che s'accinge a riprendere il figlio per una bravata, rispose mostrando l'homonucolo che si dimenava fra le sue mani.
- Vede, signor Volta, queste piccole creature, ideate presso i laboratori di alcuni centri alchemici statali, e introdotte sul mercato ad un prezzo davvero competitivo, si sono rivelate molto utili per le nostre indagini. Esse immagazzinano nella memoria tutto quello che vedono. Quindi è sufficiente avere un'idea del luogo in cui è possibile che si nasconda un eretico, per poi ricorrere alla loro interrogazione tramite macchine telepatiche, ed individuarlo. Il processo è forse un po' complesso da spiegare, ma le assicuro che funziona. Non c'è niente di meglio per garantire la sicurezza nazionale, anzi mondiale, che una capillare presenza sul territorio della Santa Inquisizione, e grazie agli homonucoli tutto ciò è possibile.
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