Attraverso la porta a vetri che si chiudeva, Louie guardò Huey proseguire per la sua strada. Per un attimo la sua immagine riflessa sul vetro si sovrappose quasi perfettamente a quella dell'altro. Più che un fratello, un gemello. Eppure non provava nulla per lui. Nonostante i geni che condividevano fino all'ultimo, non avrebbero potuto essere così profondamente diversi.
La differenza gli era stata chiara fin dal principio, fin da quando aveva trovato il coraggio di guardare negli occhi quel ragazzo identico a lui, e vi aveva trovato solo il vuoto. Un vuoto che chiedeva di essere riempito. Louie invece non voleva essere l'ombra di un altro, non lo sarebbe mai stato.
Per sfuggire a quel destino aveva dovuto giocare una complicata partita. Fuggire o ribellarsi non sarebbe servito a nulla: se mai avesse avuto dei dubbi al riguardo, la triste fine di Dewey li aveva fugati per sempre. Se avesse tentato di opporsi apertamente, sarebbe morto.
Aveva dovuto giocare d'astuzia. Tallonare Huey da vicino. Anticipare quali sarebbero stati i suoi risultati, e cercare di rimanere dietro di lui con un distacco minimo. Lasciarlo andare avanti e vedere cosa sarebbe successo, tenendosi aperta la possibilità di superarlo se le cose si fossero messe male. E intanto sondare gli istruttori-carcerieri, cercare di capire come stessero veramente le cose. Fargli capire che lui sapeva fare ben altro che adeguarsi a un modello.
Il suo piano funzionò ben al di là delle sue aspettative. Un giorno fu introdotto in un ufficio, si trovò al cospetto di Max.
"Tu stai rimanendo indietro di proposito", gli fu detto senza preamboli. Il suo silenzio dovette essere interpretato come un assenso. Perché Max aggiunse: "Tu hai capito come stanno veramente le cose".
Non era vero, aveva avuto al massimo una vaga intuizione, ma Louie ebbe il buon senso di continuare a tacere. E Max gli spiegò come stavano veramente le cose.
A Max piacevano le persone che avevano intuito. Per questo aveva deciso di salvare Louie, di dargli un posto nell'organizzazione, di fidarsi di lui, anche se sapeva cose che pochissimi sapevano. Louie sapeva che Huey stava andando dritto all'appuntamento con la morte, e che questo era il modo elegante e geniale che Max Grünenberg aveva scelto per uscire di scena, mantenendo salda la presa sulle ricchezze e il potere: far credere di essere morto, e far morire qualcun altro al proprio posto.
Rimorsi, e perché mai? In fondo, si disse, sto aiutando un uomo a realizzare il suo sogno. Quando la bomba a bordo dell'aereo esploderà, facendolo schiantare al suolo, il corpo maciullato del passeggero verrà identificato grazie alla prova del DNA, e questa potrà dare un unico risultato: quel corpo ha il DNA di Max. Ringraziami, Huey! Non ti saresti mai trovato bene a fare la parte di Max. Avresti sempre avuto il dubbio, in fondo di non essere lui. Ora, invece, sarai per sempre e per tutti Max Grünenberg. E nessuno metterà mai in dubbio che tu fossi il vero Max.
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