Probabilmente questo sarà un settore in cui maggiormente soccorrerà l'ingegneria genetica. Per esempio, in assenza di gravità non c'è bisogno di gambe per spostarsi, e anche le vertebre avranno meno significato; alto-basso-destra-sinistra si equivarranno, la simmetria corporea perderà le sue ragioni. Alcuni prevedono che l'"Homo Ingravitus" (definizione del giornalista francese Robert Clarke) potrebbe essere "una struttura molle con appendici multiple, come stelle marine o meduse". Il celebre scienziato inglese J.B.S. Haldane, nonostante sia stato uno studioso di altissima fama, ha espresso considerazioni che oggi possono lasciare francamente perplessi. In tema di volo spaziale, per esempio, sottolineò che le gambe rappresenterebbero pesi morti e potrebbe quindi essere utile creare astronauti privi di gambe, "riducendo così non solo il loro peso ma anche il loro vettovagliamento e il loro fabbisogno di ossigeno. Una mutazione recessiva (...) con piedi prensili, virtualmente senza calcagni, e un bacino scimmiesco, potrebbe essere ancora più indicata." Per gli alti campi gravitazionali, Haldane suggerì la creazione di una razza astronautica con gambe corte e corpo tozzo. Forse addirittura quadrupedi: "Su Giove sarebbe meglio mandare degli acondroplasici [nani] anziché uomini normali." (E' il caso di ricordare che un libro in cui Haldane divulgava alcune sue idee scientifiche rivoluzionarie, Dedalus, ispirò concretamente il romanzo di Huxley). Lo scrittore Olav Stapledon, dal canto suo, immaginò l'uomo di Giove più o meno allo stesso modo. Anche lui propose un uomo fornito di quattro gambe, ma andò oltre aggiungendo che tale individuo avrebbe dovuto avere la testa al di sopra delle gambe anteriori, per una maggior stabilità, e occhi sporgenti costruiti per una visione perfetta; inoltre propose per questi "uomini" una proboscide con appendici digitiformi. (Riprendo tali chicche dal citato libro di Rorvik). Per questi illustri, conquistare l'universo ci trasformerebbe in alieni... o in mostruosità?
Come si può intuire, parlando di ingegneria genetica, nuovi farmaci, protesi, e così via, si potrebbe continuare all'infinito citando una serie sterminata di titoli, significativi per un motivo o per l'altro. Mi limiterò a un paio di esempi, uno appunto cyber, uno di science fiction intorno agli anni Sessanta (le contaminazioni, gli assemblamenti di corpi, come dicevo, non sono un tema scoperto ora). Il primo titolo è quello del fondamentale romanzo (più che altro un ciclo di storie, 1982-1995) La matrice spezzata, noto anche come Schismatrix, di un autentico padre fondatore del cyberpunk, Bruce Sterling. Vi si narra di un lontano futuro in cui nell'umanità si è verificato uno scisma (come lascia intendere il titolo originale) e si sono formati due fronti contrapposti: da un lato le sorprendenti alterazioni artificiali dei Meccanisti, dall'altro le manipolazioni genetiche e psichiche dei Plasmatori. Questo libro mostra uno Sterling al meglio delle sue capacità, denso di implicazioni speculative d'ogni genere: avventurose, etiche, filosofiche, scientifiche e anche stilistiche; insomma una fantascienza che rinverdisce e rinnova - appunto - la vecchia speculative fiction.
Per il secondo esempio (circa anni '60) mi riferirò all'opera omnia di Paul Myron Anton Linebarger, noto ai lettori di fantascienza con lo pseudonimo "Cordwainer Smith". Smith-Linebarger, americano esperto in scienze politiche, consigliere militare in Corea e Malesia, trascorse vari anni in Europa, Cina e Giappone. Interessato alla psicanalisi, fu anche esperto in tecniche di lavaggio del cervello, argomento sul quale pubblicò uno dei primi testi al mondo, nel 1948. Preferisco non soffermarmi sulle convinzioni politiche e militari di questo autore, visibilmente "non progressiste": in quanto scrittore preferisco giudicarlo esclusivamente dai suoi risultati narrativi, espressi in una serie di storie che sono frammenti di un vastissimo ciclo (una "storia futura") peraltro incompleto, anche per la morte prematura dell'autore, benché letterariamente di una profondità e di una originalità assolute.
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