Mack Courteney batté le palpebre. - Ah sì? Strano, non ricordavo. D'altra parte mica è colpa mia se siete tutti uguali, voi selvaggi.

- Veramente, 'Nkosi, sono laureato in Astrofisica Sperimentale con specializzazione in Termodinamica delle Masse Stellari.

- Non dire sciocchezze, Bongo: questo è un romanzo di Wilbur Smith, mica la realtà!

- Scusami, 'Nkosi - acconsentì umilmente il gigante.

- Che dicevi, mio fedele servitore? Di quale interpretazione parlavi?

Il nero sorrise, mettendo in mostra una dentatura che rivaleggiava in biancore con quella di un elefante.

- Vedi, 'Nkosi, quando un viaggiatore ha una spina in un piede, se è saggio la toglie. E' stupido colui che la lascia lì dicendo: "lascerò che questa spina mi punga, in modo da ricordarmi sempre della strada che ho percorso".

Padre e figlio Courteney si guardarono perplessi. - Che cazzo è questo? Zen africano?

- Quello che voglio dire, 'Nkosi, è che c'è una parte di te che ti rode, e che tu non vuoi far uscire, che anzi continui a rinnegare.

- E sarebbe?

- Pensaci, 'Nkosi. Il tuo eterno camminare spavaldo a gambe larghe, il parlare troppo forte, il tuo bestemmiare, bere, fumare, ruttare e petare per mettere in mostra la tua virilità, il tuo sbandierare sempre e comunque l'audacia di cacciatore e l'ardimento di guerriero, il vantarti di quanto è lunga la tua carabina in una metafora sessuale talmente esplicita che se ne accorgerebbe finanche Francesco Alberoni... Tutte queste tue abitudini eccessive e smaccate non sono altro che un modo di mascherare i dubbi.

Mack aggrottò la fronte, un'ombra di sospetto a balenargli negli occhi chiari da inglese importato in Africa ma pur sempre anglosassone cento per cento. - Che vuoi dire, Bongo? Quali dubbi?

- 'Nkosi, nell'inconscio tu sei un finocchio perso. Sei un gay criptico se mai ne è esistito uno. Una volta o l'altra dovrai pur ammetterlo.

Mack Courteney balzò in piedi, impugnò la carabina, la brandeggiò rapidamente ed esplose un solo colpo. L'impatto colse il gigante zulu sul petto nudo, scagliandolo senza vita lontano sull'erba resa umida dalla rugiada.

- Il povero Bongo delirava - commentò gravemente Mack. - Sicuramente un attacco di febbre gialla. Ho dovuto abbatterlo.

- Mi spiace, padre: vedo che ci eravate affezionato.

L'altro si corrucciò. - Sì, era un esemplare di ottimo pedigree. Difficile trovarne di così robusti e fedeli, oggigiorno. Un vero peccato.

- Non rattristatevi, padre - lo incoraggiò il ragazzo. - Domani sarà un altro splendido giorno di caccia. Attraverseremo il Limpopo a nuoto, perché a usare il ponte sono buoni tutti, seguiremo le tracce delle saltellanti antilopi e dei feroci leopardi, addentrandoci nel veldt come solo gli audaci avventurieri osano. Assisteremo alla lotta a morte tra i maschi d'elefante, ammireremo le nuvole guerriere che scagliano lance di fulmini contro i picchi dei Drakensberg, farciremo di pallettoni gli ippopotami, i leoni, i rinoceronti, le giraffe, gli gnu e a ogni altro animale a due o a quattro zampe che sospetteremo possa avercelo più lungo di noi, affinché tutte queste maschie gesta ci riservino imperitura memoria nella storia secolare della nostra cazzuta famiglia.

Mack sorrise, eccitato dalla prospettiva. Perdio, era bello essere un Courteney!

FINE