Senza Fretta. Incontrai Siris ad un ricevimento organizzato dal mio clan. I Task-Felder stavano cercando di allacciare più stretti legami con una delle linee genetiche storiche della nostra fazione, i Sorienti, nella speranza di unire la propria virtus alla loro innata eleganza in una sintesi superiore destinata al dominio. Per ogni clan di Rigeneranti, quella del comando rappresentava allora come oggi una ossessione irresistibile, il punto focale a cui tendere tutti gli sforzi di perfezionamento della stirpe: l'egemonia sul Consiglio era una ragione sufficiente a motivare il dispendio anche considerevole di risorse ed energie.
Siris si rivelò immediatamente una ragazza affascinante e ligia ai doveri dell'eugenetica. Aggraziata e raffinata, sembrava condensare nella propria persona un campionario di doti accuratamente selezionate e magistralmente dosate. E la sua bellezza da rigenerata si arricchiva delle splendide sfumature di una grazia non pianificata.
Me ne innamorai subito: non so se fu solo questione di alchimia genetica o se una sorta di affinità elettiva fosse stata programmata in noi. Ci unimmo in matrimonio prima della mia partenza per il fronte. Avevo ormai superato brillantemente l'Accademia e guadagnato i gradi di bashar e il ruolo di comandante dei Pretoriani, e l'Ammiragliato richiedeva la mia presenza in territorio di operazioni. La notte prima dell'imbarco sull'incrociatore Polaris, mentre la amavo inebriato dal suo profumo, capii che mia moglie avrebbe anche potuto imparare ad amarmi a sua volta, col tempo. Tutto sommato era una questione minore, nell'ottica del conflitto: al mio ritorno avremmo potuto lavorarci sopra tranquillamente, senza fretta.
La Fuga del Prigioniero. Un giorno, dopo tredici anni di supplizi ed angoscia criogeneticamente controllata, un'incursione di lupi siderali mi dischiuse la strada della libertà. La banda di cani sciolti alle dipendenze di Kubla Kahn diede un feroce ed avventato assalto alla stazione orbitale degli xenos, probabilmente aspettandosi di mettere le mani su un prezioso bottino di surrogati chimici, composti farmaceutici non ancora brevettati ed esotici ritrovati alieni. Kubla Kahn, che come arringatore era molto più ferrato che come stratega, mandò al massacro i due terzi della sua orda. Egli stesso finì folgorato da un campo di contenimento elettrico. Quello che trovarono i superstiti della banda fu un inferno di corpi artisticamente dissezionati, assistiti da apparati di sostentamento dall'aspetto inquietantemente organico.
Venni disconnesso e assistito con le cure dovute. Per mia fortuna, i corsari erano una società realmente organizzata, e potevano contare sul supporto di un vero e proprio sistema sanitario-ospedaliero composto da un manipolo di specialisti tecmed. Grazie agli innesti prostetici e alla terapia ormonale fui rimesso in sesto. Quando mi svegliai, seppi che gli alieni avevano apportato delle modifiche definitive alla mia fisiologia. Nell'ambito di qualche progetto di sviluppo bellico, gli xenos mi avevano impiantato un organo di controllo metabolico interfacciato con i sistemi nervoso e linfatico. Potevo alterare a piacimento il ritmo biologico, e quindi contare su una prontezza di riflessi e una rapidità di risposta fuori dal comune. L'organo alieno era anche un amplificatore delle mie capacità rigenerate, ma le sue potenzialità restavano un mistero per gli specialisti che mi avevano riportato alla vita in un corpo cyborgato che faticavo a riconoscere come mio.
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I lupi siderali del fu Kubla Kahn, alla disperata ricerca di nuova manovalanza per colmare le ingenti perdite subite, ridestarono alla vita la maggior parte dei corpi recuperabili. Alcuni prigionieri avevano subito danni irreparabili alla loro stabilità psichica, altri collassarono alla vista del tartaro che li aveva tenuti schiavi. Altri, la maggior parte, accettarono di abbracciare la non-causa dei pirati spaziali pur di abbandonare quel nido di orrore e paure.
Di tutti i Pretoriani, ero l'unico sopravvissuto. Mi diedi al brigantaggio, non prima di aver pattuito con i miei nuovi compagni d'armi la distruzione totale dell'inferno orbitale. Di quell'incubo innominabile, ormai, non resta traccia che nelle memorie dei sopravvissuti.
Il riflusso è quasi sempre un'esperienza sconvolgente. La rivelazione dell'inganno rappresenta per il sistema nervoso centrale una disillusione troppo cruda e spietata per poter essere assorbita repentinamente. In attesa di un nuovo flash che mi riporti al passato, contemplo la notte silenziosa al di là del perspex cristallizzato dell'oblò. In un delirio sinestetico indotto dai narcotici, ascolto la musica remota delle quasar, una sinfonia celebrativa dell'epica dell'Universo.
Poi, l'immagine sbiadita del mio volto d'ebano si dissolve: scivolo oltre la soglia psichica di un orizzonte degli eventi temporale sulla lunghezza d'onda del flashback. Ancora una volta, il passato mi inghiotte con la famelica indifferenza di un warmhole.
La Quintessenza del Lupo Siderale. Forte delle doti di controllo apprese negli anni dell'Accademia e del surplus anatomico fornitomi dai demiurghi alieni, non faticai ad impormi nella gerarchia dei cani sciolti che mi avevano adottato: la nostra nazione itinerante orfana di guida divenne entro breve la Brigata del Moro. Quasi subito, avviai una drastica riforma dell'organizzazione societaria, mutandone il carattere da compagnia di ventura in compagnia drammatica, nel tentativo di costituire un ente legale che potesse prendere parte attiva alla vita in fermento del Concourse. Molte cose erano cambiate, dai tempi dell'Accademia: in seguito alla scissione delle IA del Kernel, i Cibernetici si erano frazionati in una moltitudine di correnti rivali, e i casati decaduti del Consiglio erano indaffaratissimi ad organizzarsi in un sistema consiliare alternativo. L'umanità si era frammentata in un nugolo di partiti desiderosi di affermare i propri diritti nel libero mercato globale, e la Brigata del Moro non sarebbe restata a guardare.
Nel frattempo, continuai a fare incetta della suprema sostanza dei nostri tempi. L'informazione era la principale merce di scambio del Concourse, e raccogliendo gli elementi parziali di resoconti, delazioni, intercettazioni e intrusioni elettroniche, riuscii infine a ottenere un quadro di insieme piuttosto esplicativo della situazione.
La Compagnia dei Pretoriani di Qi-Seilin, o quantomeno quel che ne restava, era stata abbandonata al suo destino dopo la cessazione delle ostilità, in seguito alla stipulazione di un trattato di collaborazione tra il Consiglio e gli xenos. L'esistenza di prigionieri di guerra - da entrambe le parti del fronte - rappresentava una scomoda causa di imbarazzo che avrebbe potuto opporre insormontabili ostacoli sulla strada di una proficua collaborazione: entrambe le fazioni in causa preferirono dimenticare quel dettaglio. I Pretoriani, inizialmente dati per dispersi, erano stati dichiarati ufficialmente caduti nella battaglia di Hesperus. Il mio nome era ormai ridotto al rango di un semplice brevetto cromosomico presso i Tribunali Biologici di Tau Ceti Primo. Mia moglie, per salvaguardare i suoi interessi di linea e riabilitare una posizione sociale alquanto deteriorata a causa della distensione, si era sottomessa a un contratto di matrimonio con la nuova genetica dominante nell'ambito del Consiglio: i Nakamura. Mio figlio era stato geneticamente adottato dalla loro linea, e i proventi investiti dal mio clan in un tentativo in extremis di stabilizzazione politico-economica. A sedici anni, in virtù delle sue doti, il figlio di Hristo Task-Felder e Siris Sorienti, legalmente associato al clan Nakamura, era stato reclutato nel Contatto e inviato in missione esplorativa nel Sistema di Canopo. Di lui, come già era accaduto a suo padre, si erano perse le tracce.
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