- Siamo prigionieri di marinai ex-sovietici disoccupati ora stipendiati da un magnate del petrolio che vuole comprarsi una squadra di calcio e perciò vi ha fatto rapire dalle vostre vacanze in Sardegna per convincervi a firmare un contratto di esclusiva cui però si oppongono i leader politici più potenti del pianeta che infatti ci stanno dando la caccia e anzi ci hanno appena trovato con un sommergibile d'attacco di classe Alfa e ci stanno sparando contro siluri modello Harpoon JL-3 a ricerca termico-tattile contro cui certamente Ramius lancerà dei falsi bersagli e confonditori sonici Marameoff-45 che però sono russi e perciò non valgono un cazzo e tanto valeva mandargli contro una matrioska elettronica quindi dobbiamo prepararci all'impatto che sarà terribile ma forse la fiancata del sottomarino riuscirà a resistere perché è stata progettata a nido d'ape secondo i piani supersegreti dei cantieri Poliarnji copiati in realtà dalle specifiche costruttive dei guardaroba Ikea. E' tutto chiaro, adesso?

- Me viene da vomita' - commentò Totti.

In quel momento uno dei siluri raggiunse il bersaglio. Lo scafo risuonò come un gong. I prigionieri finirono a gambe all'aria.

Quando le luci di emergenza si riaccesero, Ryan vide che l'esplosione aveva divelto la porta della cella.

- Presto! - ingiunse. - Tutti in plancia!

I miãmanji russi erano riversi sul pavimento, privi di sensi. Gli star_inji si lamentavano debolmente. Ramius imprecava perché la botta gli aveva fatto ingoiare il periscopio.

- Siamo fottuti, americano - ringhiò vedendo accorrere Ryan. - Non ho più uomini per manovrare il sottomarino: il prossimo siluro ci finirà.

- Non necessariamente - ribatté l'analista. - Lei dica cosa fare: io mi metterò al timone, e anche gli altri daranno una mano. Giusto, signor Totti?

- Come kazzoff fa lei a saper guidare un sottomarino russo?

- Guardi che sta parlando a Jack Ryan, mica a un James Bond qualunque - lo bacchettò l'altro, impugnando la barra - Ehi, dov'è lo specchietto retrovisore?

- Altri tre siluri in arrivo, comandante - ansimò il goniometrista, ferito, mentre cercava di ricomporre col Bostik i suoi goniometri frantumati.

- Presto! - strillò Ramius. - Quindici gradi di deriva! Due punti di risalita! Mollare zavorra! Motori indietro! Spegnere sonar attivo! Sganciare sonar passivo! Isolare sonar riflessivo!

- Che figata, ahò! - commentò tutto contento Totti, saltellando da un quadro comandi all'altro e schiacciando pulsanti a caso. Giuliva, Hillary gli teneva dietro abbassando tutte le leve e azionando tutti i pannelli a cui riusciva ad arrivare.

Ramius si coprì gli occhi con le mani. Si udirono in sequenza una, due, tre esplosioni.

- Siamo ancora tutti interi? - chiese l'alto ufficiale, incredulo.

- I siluri ci hanno mancato e sono tornati indietro, affondando l'Alfa. - La voce del goniometrista era altrettanto allibita. - Un'ottima manovra d'elusione e un uso perfetto delle contromisure elettroniche, comandante.

- Come diavolo ha fatto, Ryan?

- Eh? Scusi, mi ero distratto per firmare autografi. E' successo qualcosa?

Ramius divenne verde. - Come, non era lei che guidava l'Ottobre?

- In realtà non ho nemmeno la patente B - confessò l'americano a mezzavoce. - Ma questo non diciamolo ai lettori.

- Ma allora...

- Hanno fatto tutto loro - Ryan indicò i due italiani, ancora intenti a smanazzare allegramente sui comandi del sottomarino. - Dunque, tornando alla vostra resa...