- Ah, lasciamo perdere... - Ramius sbuffò - E' che mi annoio. La nostra propulsione silenziosa è perfetta, i nostri inseguitori lontani, e io non ho nulla da fare... Preferirei che qualcuno ci trovasse, almeno potremmo combattere!
In quel momento si udì un suono dall'esterno dello scafo.
- Cos'è stato?
Il suono si ripeté più forte.
- Sembra che qualcuno stia bussando al boccaporto...
- Ma siamo a trenta metri di profondità!
- Saranno di nuovo quei rompicoglioni della Pixar che cercano Nemo. Mi passi il periscopio, Ivan Ivanov_c.
Oltre il vetro dello strumento, Ramius scorse con stupore Ryan e una scorta di marines del Ticonderoga in muta subacquea, pinne e fucile. L'analista della CIA picchiettò rapidamente sul periscopio in codice Morse (che ovviamente conosceva a memoria, come del resto il cirillico e altre novantasette lingue compreso il Visual Basic) il messaggio CI-FACCIA-ENTRARE-PER-FAVORE-CHE-QUI-FUORI-CI-SONO-SQUALI-CON-LA-FACCIA-DI-ADRIANO-PAPPALARDO.
Ramius rifletté qualche secondo, poi diede con disappunto gli ordini necessari. Quando gli americani si furono tolti le mute ed asciugati, li ricevette coi suoi ufficiali nel quadrato, l'unico locale del sottomarino abbastanza ampio (ventisei piedi per quindici, e alto quanto i silos lanciamissili posti nella parte inferiore dello scafo, mi raccomando memorizzate che poi vi interrogo!) per contenere tutte quelle persone. Gli star_inji, tutti bassi, brutti, scuri e dalla scarsa igiene personale com'è costume dei militari russi, squadrarono tra il sospetto e l'invidia i marines, che com'è noto sono invece tutti atletici, abbronzati e elegantissimi che il più sfigato come minimo è tipo Richard Gere in Ufficiale e Gentiluomo.
- E' lei il comandante del Pierpavlovskji? - esordì Ryan.
- Questo battello si chiama "Ottobre Giallorosso" - replicò freddamente Ramius.
- Cambio di nome imposto dallo sponsor? - chiese Ryan - Ok, lasci perdere. Siamo qui per negoziare la vostra resa.
- Non dica sciocchezze! - sbraitò Ramius. - Siete voi a essere nostri prigionieri!
L'analista CIA indicò i motoristi che, seduti a calzoni calati nei camerini di manovra accanto al loro piatto di borsh fumante, facevano procedere il sottomarino col nuovo metodo di propulsione. - Comandante, la invito a riflettere: la superiore tecnologia americana, che voi poveri russi tutti scacchi e balalaike non siete stati nemmeno capaci di copiare, ci ha permesso di individuare il vostro motore silenzioso e di raggiungervi. E siccome le spie di mezzo mondo sanno che vi stiamo cercando, è molto probabile che qualcuno ci abbia seguiti e adesso sia pronto per...
- Rilevamento a tre miglia, comandante! - strillò il goniometrista. - Cavitazione! Eliche! Siluri!
- Cosa le avevo detto?
- Chiudete quel maledetto portasfiga con gli altri prigionieri! - abbaiò Ramius. - Gli altri, tutti ai posti di combattimento!
La cella di bordo, posta a proravia del sottomarino ed esattamente tra le camere di compensazione e l'alloggiamento per l'ecoscandaglio modello B32 Yugo-Babaloff , aveva già due occupanti, un uomo in bermuda giallorosso e una ragazza in bikini, entrambi con aria più confusa che preoccupata.
- Sono Jack Ryan - si presentò l'analista CIA. - Voi dovete essere Totti e fidanzata. Non vi preoccupate: vi spiego io cosa succede qui.
I due lo squadrarono con l'espressività di un'ogiva tattica SS20. Ryan decise di lasciar perdere l'inglese. Azzardò l'italiano, si rese conto che era lo stesso e passò quindi al trasteverino puro.
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