Il file 'Cola' (pervenuto dopo la partecipazione al Costanzo Sciò)
Tra tutte le cose che potevi fare oltre a tentare di sopravvivere in questo mondo, perché proprio scrivere?
Ah, domanda pungente, questa! Ti ringrazio, Alberto, per avermela posta... Ma ecco com'è andata. Mi capitò, una volta, di stendermi sul lettino di uno strizzacervelli di gran nome per riferire di sogni ingarbugliati, e del problema spinoso degli arbitri di calcio, e di quanto mi pesasse tirare a campare in un mondo che, non si sa perché, non sembrava per niente intenzionato ad assecondare la mia legittima aspirazione ad assumere la carica di Imperatore della Vita, dell'Universo e di Tutto Quanto.
- Lei, caro signore, - mi disse alla fine lo strizzacervelli titolato, agitandosi sul trespolo, - nasconde, fra i tornanti oscuri delle circonvoluzioni, il desiderio inconfessato di scoprire il segreto dell'Immortalità.
- Ah! - esclamai, fingendo sorpresa. - Ecco cos'era! Ed esiste una cura?
L'analista allungò uno sguardo fugace all'orologio. - Be', per casi come il suo le cure sono come le Vie del Signore: infinite. Sfortunatamente, il tempo riservato alla seduta volge al termine, e pertanto mi limiterò a suggerirgliene alcune sicuramente efficaci.
- Mi dica, mi dica - Pendevo dalle sue labbra.
- Potrebbe scegliere una via semplice semplice - disse lui, dando un'altra occhiata all'orologio e richiudendo il blocchetto per gli appunti. - Potrebbe, per esempio, mettersi a cercare il Santo Graal. E' una cosa che ormai provano a fare in molti. E con ottimi risultati, a quanto sembra. In alternativa, se la faccenda del Graal le sembrasse inflazionata, potrebbe cercare di rintracciare quel babilonese... come si chiamava?... sì, Gilgamesh, che l'immortalità già raggiunse, a sentire alcuni, e che da qualche parte dovrà pur essersi nascosto. Lui potrebbe consigliarla per il meglio. Oppure potrebbe ritirarsi in un monastero tibetano, risvegliare il Terzo Occhio e conseguire l'immortalità assicurata dalla metempsicosi. Insomma, veda lei.
- Ah! - commentai.
- E questo è quanto - disse il luminare, alzandosi dal trespolo. Allungò il braccio e diede un significativo colpetto all'orologio. - Fanno trecentomila (all'epoca, dell'euro non se ne sapeva ancora nulla e, a proposito d'immortalità, tutti giuravano su quella della lira). Più trecento anticipate per la prossima seduta.
- Uh! - sobbalzai. - Così tanto?
- Signore mio, sono analista di fama, io! - replicò lui, in tono offeso. - E consideri che le sto applicando tariffe minime.
Provai a impietosirlo. - E' sicuro, in considerazione della delicatezza del mio caso, di non potere applicare prezzi più accessibili? Vede, così sarò costretto ad annullare i prossimi appuntamenti.
- Mah, una soluzione di compromesso ci sarebbe: non venga più alle sedute e mi scriva.
- Scriverle?
- Già. Consideri per un attimo i vantaggi. Io non dovrò più perdere ore preziose ad ascoltarla e potrò applicarle tariffe ridotte e lei...
- E io?
- Oh, lei non dovrà più mettersi a cercare il Graal, o Gilgamesh oppure trasferirsi sul Tibet. Saranno i suoi scritti ad assicurarle una sorta d'immortalità virtuale.
Ecco, è così che è andata, caro Alberto (ma vedi anche risposta alla domanda n° 2). Te l'assicuro. E questo spiega anche perché, chi legge cose mie, non sapendo di scorrere missive dirette allo strizzacervelli titolato, mi consiglia caldamente qualche seduta di analisi. Poco male, non è questo che mi preoccupa. Non questo quanto il pensiero che se non avessi speso tutto il tempo a scrivere, a quest'ora sarei già diventato Imperatore della Vita, dell'Universo e di Tutto Quanto.
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