L'opportunità di Spirit
Sei ruote, tre pannelli solari, un lungo "collo" verticale in cima al quale trova posto la PANCAM, una coppia di camere digitali ad alta risoluzione in grado di guardare a 360° per riprendere immagini a due e a tre dimensioni e, dall'altezza di 1.4 metri, di aiutare i tecnici a decidere quale direzione far prendere ai veicoli. Similmente al Beagle 2, anche i rover della NASA sono dotati di un braccio snodabile alla cui estremità si trova il RAT (Rock Abrasion Tool), uno strumento in grado di scalfire le rocce per analizzarne la composizione interna. Altri strumenti a disposizione sono poi due spettrometri per analizzare la composizione del suolo anche a diverse profondità e il Microscopic Imager, un microscopio ottico capace di studiare nei dettagli la strutture delle rocce, ed eventualmente evidenziare la presenza di strutture di origine biologica. Detto questo, sembra che, quanto a capacità, i rover NASA siano molto simili al Beagle 2. Analoghi sono di sicuro gli obiettivi delle due missioni e quasi identica è anche la modalità di atterraggio che, anche nel caso della NASA, utilizza paracadute, razzi frananti e air-bag. Del resto è stata proprio l'esperienza del Sojourner a indicare questa come strada più economica ed efficace per far atterrare una piccola sonda sul pianeta. Ciò che invece differenzia principalmente i rover della NASA rispetto al Beagle 2 è la possibilità di muoversi, del tutto mancante al modulo di atterraggio europeo, e il fatto che la maggior parte degli esperimenti dell'ESA è previsto siano condotti in orbita dalla Mars Express, mentre la NASA li svolgerà dal suolo. Ma se andiamo a vedere, c'è un'altra differenza. E in fin dei conti è la più importante di tutte. Contrariamente al Beagle 2, i rover della NASA hanno inviato il tanto atteso bip di atterraggio avvenuto...
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