- Sono Kurtz - disse.

Il resto della notte trascorse come uno straordinario sogno. Lui parlò, parlò, e parlò ancora. Aveva una capacità di affabulazione che stordiva, catturava, coinvolgeva, conquistava, insomma che a confronto Berlusconi era afono. Mi narrò chi era e quali vicende lo avevano portato sull'A3 tanti anni prima. Mi disse che quel luogo, quell'esofago di tenebra era ormai il suo regno, che ne aveva risolto ogni mistero, anche quelli che a me sembravano più folli e incomprensibili.

Mi spiegò perché, ad esempio, tutti quei maledetti cantieri fossero aperti da tempo immemorabile senza che vi si svolgesse mai alcun lavoro. Mi chiarì perché i suddetti cantieri raddoppiassero di numero in estate, a Natale e a Pasqua, nonostante che in TV il Ministro dei Trasporti di turno regolarmente spergiurasse con faccia di tolla che nelle giornate di massimo flusso era garantita la totale viabilità. Mi confidò il motivo segreto per cui, anche nei pochi tratti liberi da lavori in corso, si dovesse comunque procedere a singola corsia con un fondo stradale che sembrava reduce dal bombardamento di Bagdad. Mi svelò il perché i TIR circolassero tranquillamente, sfidandosi tra loro in sorpassi stile Duel e triturando auto al ritmo di due al chilometro, anche nei giorni di divieto. Mi rivelò perché per quasi tutta la tratta Salerno-Reggionon si vedesse in giro una pattuglia della Stradale nemmeno a piangere in ceceno, l'unico suono udibile al cellulare fosse un pernacchio, e l'unica emittenteche si riuscisse a sintonizzare fosse Radio Maria nelle cui trasmissioni giustamente il solo consiglio dato per il traffico era recitare il rosario... E m'illustrò le ragioni per cui i governanti, piuttosto che intervenire, preferissero continuare a cianciare di stronzate immani ma col bel nome tipo il Ponte Sullo Stretto o il Corridoio Europeo Numero 3.

Mi spiegò anche la legge fisica per cui, non appena restavi bloccato in un ingorgo, inevitabilmente ti si materializzava accanto un megacamion stipato di suini olandesi che spargevano intorno una puzza orrenda e proprio in quel momento ti si schioppava l'aria condizionata e dovevi aprire il finestrino per cui il tuo naso finiva fatalmente in corrispondenza del culo del più grosso esemplare del branco, un verro di due tonnellatequasi sempre battezzato Mathausen per ovvie ragioni...

Soprattutto, mi rivelò quale fottuto masochismo spingesse gli italiani, piuttosto che andare a godersi le loro fottute ferie, a immolarsi su quella fottuta autostrada ogni strafottutissima estate.

Ah, naturalmente non aspettatevi che racconti cosa mi disse. Sarebbe una narrazione troppo lineare: io seguo lo stream of consciousness, gente, mica cazzi!

Comunque, tra una rivelazione e l'altra, affascinato dal tenebroso e rutilante disquisire di Kurtz, stordito da visioni oniriche di autotreni Iveco che s'inseguivano guidando a due ruote e di Fiat Panda in marcia per le vacanze stracariche di pinne e fucili con il canotto sul tetto e la nonna murata nel bagagliaio, caddi inavvertitamente in un buco della trama e mi ritrovai in ufficio.

Il Capo sembrò compiaciuto di vedermi. Sornione come sempre, sorrise e mormorò: - Bentornato. Com'è andato il viaggio?

Il quel momento realizzai che mi veniva dato modo di sconvolgere le piccole e tranquille convenzioni borghesi rivelando tutto l'orrore della mia esperienza. Avevo tra le dita un dono avvelenato: ero in grado di svolgere il mio fardello di tenebra e di mostrarlo agli altri, affinché anche costoro ne fossero sedotti e la loro visione della realtà ne uscisse frantumata. L'ebbrezza di tale possibilità faceva vorticare il mondo sotto i miei piedi.

Capii ciò che dovevo fare con la consapevolezza di non essere più lo stesso uomo di prima, perché avevo varcato la linea d'ombra e ne ero tornato indietro.

Perciò schiusi le labbra, assunsi un'aria altezzosa e dissi: - Non c'era un filo di traffico.

FINE