
Se poi ti capita di fare la stessa cosa con Saturno, il risultato è ancora più sconvolgente. Le fotografie della Voyager sono straordinarie e quelle della Cassini saranno ancora più incredibili, ma vedere gli anelli benché sfuocati, ma con i tuoi occhi, sapere che sono davvero là proprio come dicono i libri, attribuisce un sapore, un significato, una prospettiva, del tutto nuovi alla percezione dell'universo che ti circonda e che ti ospita. Guardando il cielo in una notte di Luna nuova, sembra tutto uniforme: una distesa di puntini più o meno luminosi disposti a casaccio, e invece possiede una varietà di cui solo guardandolo direttamente con i tuoi occhi si può afferrare la portata, e intuire, nell'ottica della pallina da golf, quanto questo universo sia vasto e misterioso e perciò degno di attenzione. Per questo sono convinto che l'astronomia sia una delle scienze più meritevoli di essere seguita e studiata, non solo perché lo studio dell'universo è anche lo studio di noi stessi, delle nostre origini e delle nostre ragioni di essere. Ma anche (e, oserei dire, soprattutto) perché portandoci lontano centinaia, milioni, miliardi di anni luce, a osservare oggetti cui la nostra immaginazione non si può nemmeno avvicinare per dimensioni, complessità e bellezza, rimette al suo posto la nostra prospettiva nei confronti di noi stessi e della piccola palla su cui viviamo, fa ordine nella scala dei nostri valori e contribuisce a farci capire che il golf in fondo è soltanto un gioco e l'importante non è vincere, ma giocare bene.
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