Filippetti Augusto aveva voluto mettere loro alle calcagna il figlio - Per indicare la strada - aveva detto, ma Sculli era convinta che lo avesse fatto per controllarli.
- Sono morti, tutti e due.. - disse Sculli e la voce aveva quasi un tono di soddisfazione, non tanto per la morte dei due poveri cristi, ma per il fatto di poter dare una brutta notizia al povero Filippetti junior.
Il motorino di avviamento della Fiesta Swing gracchiò un bel po' prima di mettere in moto il possente mezzo messo a disposizione delle Forze Speciali che alla fine, spernacchiando nel silenzio notturno di una città di provincia profondamente addormentata, nonostante gli incredibili avvenimenti di cui era testimone, si portò via i nostri tre personaggi e la foto di tale Simonini Paola da Rovigo che, di certo, stava aspettando da un bel po' una telefonata dal suo 'Pisellino'.
Ci fu un lampo nel suo cervello aiutato anche dal fatto che lei stava zitta. A volte, senza saperlo si facevano dei collegamenti astrusi che ti facevano capire tutto.
- La guerra dei mondi...
- Dici che potrebbe esserci qualche guerra?
- Ma no!, bisogna dire che dopo la decima volta le cose le capisci a volo!
Non ci fu risposta orale, ma certamente qualche pensiero non certo carino glielo inviò.
- Tanto tempo fa ho letto un libro, la guerra dei mondi, credo che si chiamasse. Parlava di alcuni alieni che arrivano sulla terra, sono imbattibili e quando stanno per distruggere la terra muoiono uccisi dai nostri batteri contro i quali non erano immuni.
- Carino come romanzo...
- Sì, un buon romanzo per chi sa leggere... Non potrebbe essere che degli alieni giungono in contatto con noi, attraverso una porta temporale, spaziale, o che altro ne so... una porta che potrebbe essere nella chiesa, apposta c'è quella luce e poi passano prima per il corpo del beato, ma è morto e anche se cercano di modificarlo non ci riescono e poi trovano il prete e la vecchietta...
- ...ma tu ci credi in quello che stai dicendo?
- ...non lo so. E' assurdo, ma è come il tuo virus sconosciuto. Se dobbiamo vivere in un racconto di fantascienza, un racconto vale l'altro, non credi? Anzi, se è un romanzo già scritto da qualcuno che ci sa fare e che poi è anche diventato un classico, possiamo dire di avere una qualche possibilità in più di non essere stucchevoli.
Se nella vita reale è difficile far passare l'idea dell'esistenza degli alieni, in un racconto di fantascienza è difficile arrivare alla fine senza neppure buttarne dentro uno, magari facendolo entrare solo di sfuggita. Per salvare quindi la baracca doveva credere seriamente nella propria ipotesi senza farsi tante domande sulla credibilità o meno di una situazione di questo tipo.
- ...e che virus li avrebbe ammazzati?
- ...raffreddore? poliomielite? allergia?... - si mise a ridere: - magari potrebbe essere anche un virus linguistico...
- ...sì, l'Etimologia Popolare!
Portaria, Terni (Italia)
Notte 28-29/8/1989
I carabinieri di fronte alla chiesa erano gli stessi, anche se avevano perso tutta la baldanza di qualche ora prima e il motivo di una tale metamorfosi saltava all'occhio.
- Ho guardato l'orologio appena è scomparsa la luce verde, erano le undici e quarantaquattro.
- Che ora fa adesso? - chiese Mòlder.
- Le due e ventisei. - Andava avanti quattro minuti. Undici e quarantaquattro meno quattro fa undici e quaranta che poi sarebbero le 23.40. La luce era scomparsa proprio quando era morta la donna.
Dentro era tutto buio. Mòlder accese la Beghelli che gli aveva regalato la cara Simonini Paola e pur combinando poco o niente riuscì almeno a non andare a sbattere contro qualche banco mentre si dirigeva verso l'altare.
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