Ci fu una pausa di silenzio e quindi uno dei ragazzi alzò educatamente la mano e chiese:

- Brakka brakka brakka?

- Che? -, chiese Moldèr di rimando.

- No, per me fa più Budda Budda Budda -, disse un altro ragazzo.

- Che dicono? -, chiese il carabiniere alla sua collega.

- Moldèr, coccia di legno... Mo' pure i ragazzini ti prendono p'u culo!

- Scusa prego -, intervenne l'anziano orientale pelato e canuto, - Onorevole amico con pistola in mano non è preso di giro da miei allievi: essi sta provando esercizio di koan di suono di pistola in mano di onorevole amico. Esercizio consistere in anticipazione di rumore, come noi può vedere in tutti fumetti di onorevoli maestri come Go-Nagai e Monkey-Punch.

- E allora... -, iniziò un perplesso Moldèr, subito fermato da Pasculli.

- Allora n'avete capite! State fermi o speriamo!

Ci fu un attimo di silenzio.

- Volevo dire, fermi o spariamo! Non ce ne importa una cozza di come si scrive che spara questa pistola; però spara. Capite? Mo' mi dite con calma chi di voi ci sta a telefonare per minacciare di morte e chi ha ucciso a tutti quanti. Perché se non me lo dite voi, vi fracco di mazzate finché non sputate il rospo.

- Scusa prego -, si intromise Ataru, - Correzione. Nessuno di noi telefona da ieri.

- Ah, no, eh?

- Telefono disturbare meditazione e lettura di fumetti manga.

- Madò! Che davvero prendete p'u culo? -, domandò stizzosa Pasculli, facendo girare dall'alto del suo metro e sessanta la pistola a giro per la stanza, come aveva visto fare in dozzine di film americani. - E tirate fuori 'sto telefono.

- Telefono disturba lettura. Allievi viene qui per leggere fumetti tranquilli. Telefono ieri disturba. Così io regalato telefono. -, concluse il maestro di manga.

Nuovamente, tutti tacquero per un attimo.

Moldèr mise via la pistola e sorrise.

- Lo capisco -, disse, - anca mi, g'ha fatto la stessa cosa; g'ha regalato un telefono giesém alla mia putéa, ma lei...

Pasculli lo fulminò con lo sguardo.

...

Ataru fu felice di mostrare come aveva risolto il problema del duplex: dalla spina del telefono un cavetto lungo lungo usciva da una finestra per poi spenzolarsi in mezzo alla strada a un'altezza approssimativa di metri 2 e 40, per entrare attraverso una griglia nell'edificio di fronte.

- E chi ci sarebbe là dentro?

- Molto onorevoli macellai trasferiti di poco in nostra onorevole via.

- Trasferiti da poco? Da dove? Dal nostro pianeta o...

- Supposizione: da Napoli. Si chiama Esposito e scrocca telefono.

- La telefonata! -, esclamò Pasculli, colta da improvvisa illuminazione; - L'accento era napoleteno!

- O anco marxiano! Se confonde sempre i due axenti, napoletàno e marxiano. Mai capito perché...

- Forse per dieta, sì? -, chiese il sensei Ataru.

Firenze, 21 maggio 1996

Ore 19:30

Via lunga, 7

Macelleria Fratelli Esposito (dal 1996)

Grazie all'addestramento nel campo scout, fu immediato per i due agenti del Nucleo XL individuare le uscite laterali e il possibile sviluppo del locale sospetto. Ma, come dice il 3ƒ manuale delle Giovani Marmotte a pagina 74, queste irruzioni vengono bene se c'è un diversivo. Il diversivo del momento si chiamava Schiavi Andrea, allievo del maestro Ataru, sensei della scuola Mazinga Zen. Mentre lui entrava da davanti, ordinando qualcosa, gli agenti sarebbero sgattaiolati dietro, infilandosi rispettivamente in una finestra e in una grata. Detta così, pare una stronzata, ma poteva funzionare.

Prima dell'attuazione il manuale prevede sempre il controllo delle armi, dei giubbotti, la sincronizzazione degli orologi, un refolo di vento eccetera e un breve briefing (una ciacolàta fra colèghi, direbbe Moldèr).