- Un attimo prego - disse la ragazza alla cornetta. Muldèr riaprì la bocca, ma la richiuse subito. La receptionist aveva preso un'altra linea. - Che fico sei Subnuclear Cosmetics, buon giorno, posso esserle utile?
Dopo un istante, la ragazza ripeté: - Un attimo prego, - premette due pulsanti sul centralino e rispose a un'altra chiamata. - Che fico sei Subnuclear Cosmetics, buon giorno, posso esserle utile?
Dopo cinque minuti c'erano sessantotto linee in attesa e la pazienza di Muldèr era finita. Prese la ragazza per il bavero della divisa e la trascinò verso di se sollevandola dalla sedia. - Senta - le urlò in faccia, - vorremmo vedere il titolare!
- Non c'è - disse la ragazza con una vocina. - Però posso farvi parlare col nostro responsabile vendite.
- Va bene, basta che si sbrighi!
La ragazza si ricompose, chiamò un interno e poi, con espressione offesa, si rivolse a Muldèr. - Il signor Casati arriva subito.
- Molto bene, grazie - rispose Muldèr, e le voltò le spalle con ostentazione.
La ragazza gli fece una linguaccia.
Qualche minuto dopo arrivò il signor Casati, responsabile ufficio vendite, che si mostrò molto gentile e disponibile. E anche convincente.
Dopo una lunga serie di domande che non aveva portato a niente i due agenti, Muldèr e Pasculli uscirono dall'edificio con due grossi sacchetti pieni di prodotti estetici.
- Ci siamo spesi un intero stipendio - fece Muldèr. - Ma come ho fatto a lasciarmi convincere?
Loredana era raggiante. - Beh, questa indagine ha i suoi buoni aspetti! Guarda quanta bella roba abbiamo preso!
Muldèr ficcò l'intero sacchetto in un cassonetto della spazzatura. - Tutto questo non mi convince. E anche quei dati obsoleti nel database del Sismi... c'è qualcosa sotto. - Prese di mano il sacchetto di Loredana e lo buttò via insieme all'altro. - Andiamo. Dobbiamo saperne di più.
Zona Cesarini, appartamento di Romeo Armiani
Mercoledì, ore 12.30 circa
La casa di Romeo Armiani era un vecchio box riadattato. In un angolo c'era una specie di letto, tutto il resto era roba elettronica.
- Muldèr, imbecille! - esclamò Armiani appena ebbe sollevato la porta. - Quanto tempo! Hai un compagno molto migliore di quello precedente, a quanto vedo.
- Ti presento l'agente Loredana Pasculli - disse Fosco.
- Bell'hardware - fece Armiani squadrandola. - Accomodatevi.
Loredana si era scurita in volto. Fosco la guardò. - Che c'è?
- Odio chi valuta una donna solo dall'aspetto fisico - fece Loredana, parlando piano in modo da far sembrare che parlasse piano per non farsi sentire ma abbastanza forte da farsi sentire.
- Oh, signorina, le donne sono come i computer - disse Armiani. - Sì, alla fine la cosa importante è il software, ma con un bel po' di ram lì davanti e un bel processore là dietro, anche il software rende molto, molto di più!
- Pensi al suo disco che sta diventando rigido - grugnì Loredana, - e parliamo d'altro. - Armiani alzò le spalle.
- Romeo, abbiamo bisogno di penetrare nell'ICE del SISMI - disse Fosco. - Abbiamo bisogno di... - improvvisamente, un lampo lo accecò.
- Scusate, volevo una vostra foto per il mio archivio. Bella macchinetta, eh? Fotocamera digitale. Faccio le foto, e poi le trasmetto al computer tramite questa interfaccia a raggi infrarossi...
- Romeo, dicevo, abbiamo bisogno di tutte le informazioni segrete su questo individuo. - Fosco gli passò il foglio di carta sul quale aveva stampato i risultati della prima ricerca.
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