Loredana non rispose, ma pensò che dopotutto Nilde Jotti era "una bella morte".

- Comunque, i vostri corpi non saranno ritrovati - disse l'uomo avvolto da una nuvola di fumo - Verrete inseriti nel ciclo di produzione dei dadi e entro qualche giorno - sogghignò - migliaia di italiani potranno insaporire i più svariati cibi con le proteine dei vostri corpi.

Muldèr pensò alla puzza che si sentiva sull'autostrada Milano-Bergamo passando vicino agli stabilimenti della Star, e si convinse in un lampo che non poteva toccargli sorte peggiore.

L'uomo che fumava si avvicinò alla parete e digitò un codice sulla tastierina. L'oblò si aprì, e l'uomo estrasse il piccolo contenitore con la sigla JTT. Dalla tasca estrasse una siringa, che piantò nel tappo in gomma del contenitore. La siringa si colorò di rosa.

- E ora sdraiatevi a terra, sullo stomaco. E giù le brache, svelti!

I due agenti ubbidirono.

- Lei è un maniaco omicida - sibilò Loredana.

- Può darsi, ma comunque educato. Prima le signore.

Si avvicinò minacciosamente a Loredana, e si chinò sul suo fondo schiena con la siringa puntata.

In quel momento si udì un sibilo, che terminò con una sorta di gorgoglìo.

Muldèr udì un tonfo.

- Cos'è stato?

- Tacos e fagioli.

Muldèr si alzò e annusò l'aria. L'uomo che fumava se l'era presa in piena faccia. Ora era a terra privo di sensi.

- Presto, su i pantaloni e leviamoci di torno prima che sia troppo tardi anche per noi - disse, aiutando Loredana ad alzarsi. La donna prese dalla mano dell'uomo che fumava la fialetta semivuota e se la mise in tasca. Se non avesse saputo che fare nel weekend poteva sempre analizzarla.

Uscirono dal laboratorio di corsa, dirigendosi verso l'uscita.

- Ehi, voi, fermi! - urlò una voce davanti a loro. Ci furono degli spari.

- Torniamo indietro! - urlò Muldèr.

All'altro capo del corridoio c'era una scala che scendeva. - Presto, giù di qua - disse Fosco.

- Ma siamo nel seminterrato, se andiamo più giù saremo in trappola! - urlò Loredana.

- Siamo già in trappola, svelta - urlò Muldèr, mentre i passi di molti uomini si avvicinavano nel corridoio. Aprirono la porta, e qualcosa balzò fuori all'improvviso, gettandoli a terra.

- Cos'era? - chiese Loredana.

- Non lo so! Presto!

Si avventarono giù per le scale. Nel frattempo, gli spari alle loro spalle cessarono. Gli inseguitori avevano incontrato il modello di Pickman, che si trovava in bramosa attesa di Loredana Pasculli e aveva scaricato su di loro la sua furia omicida. Così era drammaticamente e sanguinariamente terminata la loro vita.

Fosco e Loredana continuarono a scendere. Oltrepassarono diverse porte e diverse rampe di scale, finché non si trovarono in una sorta di galleria molto larga. Nel mezzo c'erano dei binari.

- La metropolitana! - esclamò Loredana.

- Siamo salvi! - gridò Muldèr.

Due giorni dopo trovarono l'uscita della galleria, e uscirono alla luce del sole, stremati, alla fermata di Amendola Fiera, dall'altro capo della città. Fecero rapporto al maresciallo Schinnici, e riuscirono con molte difficoltà a organizzare una spedizione con quattro pattuglie alla Che fico sei Subnuclear Cosmetics. Ma quando arrivarono sul posto, come Muldèr si aspettava, ebbero una delusione.

- Siete sicuri che l'indirizzo sia proprio questo? - chiese Schinnici.

- Più che sicuri - annuì Muldèr. - Quei tizi devono avere protezioni molto in alto. Sono riusciti a smantellare tutto in quarantott'ore.