In breve, Il clan degli Scagliapietre divenne famoso nella foresta e nessuno poteva resistere loro. I figli dei primi quattro andarono a ingrossare il clan e, aiutati da tutti, uccisero i maschi isolati per appropriarsi delle loro femmine. Allora gli altri maschi si riunirono in un altro clan.

La Storia era cominciata.

I clan, ingrossandosi, elessero un capo e divennero tribù. Le tribù si moltiplicarono e la terra non bastava mai. Allora si stabilirono su una certa estensione e la difesero contro tutti: cosi nacquero gli Stati.

Poi gli Stati si ingrandirono e si combatterono, si fusero e si separarono, finché ne rimase uno solo, uno solo su tutto il pianeta.

Allora gli uomini conquistarono gli spazi e si impadronirono delle energie della materia. Questo unico Stato aveva la sua capitale in una grande isola, la più grande della Terra, un'isola chiamata di volta in volta Isola di Mu, Atlantide, Antartide, e con altri nomi ancora.

V.

La Gran Madre si ritrasse di qualche centimetro, e Arek tornò in sé. Gli pareva di aver vissuto millenni interi nel corpo di strani esseri dotati di sensi assai diversi da quelli della sua razza.

Li aveva seguiti dalle origini, su fino alla conquista degli spazi, ma non capiva assolutamente né dove questi esseri fossero vissuti o vivessero, né perché la Gran Madre avesse voluto raccontargli tutta quella storia.

Lui, Arek, doveva tornare all'Osservatorio. Il grande telescopio magnetico avrebbe potuto registrare il formarsi di altre catene di supernove e forse registrare un aumento del pericolo!

Il pensiero della Gran Madre suonò chiaro nel cervello del Trug.

- Arek, non ho finito. Ho solo voluto che ti riposassi. In questo momento altre milleduecento catene di supernove sono scoppiate nelle nebulose a venti miliardi di millenni-luce, nella zona 1127/C.

Arek ebbe un fremito: venti miliardi di millenni-luce! Non erano mai state così vicine. E il fenomeno si spostava senza leggi apparenti, a una velocità assolutamente incalcolabile, se pure di velocità di trattava!

La Gran Madre continuò, senza emozione:

- So bene il pericolo che corriamo. Ma tranquillizzati, non è la prima volta. Con questo non voglio dire che arriveremo in tempo, solo che ci sono ottime possibilità di arrivarci.

- Arrivare dove? - chiese Arek, ma la Gran Madre ignorò la domanda e disse:

- Hai vissuto con gli esseri che ti ho mostrato... Che pensi di loro?

Arek si annebbiò, poi divenne quasi luminescente, alla fine concentrò il suo pensiero sugli esseri con due gambe e due braccia.

- Gran Madre, hanno lottato per avere il loro mondo. Sono strani. Soprattutto non capisco quel loro affannarsi per potersi stringere con un loro simile. Sembra che questo sia il massimo scopo della loro vita... Tuttavia mi sono piaciuti.

- Bene - disse la Gran Madre nel cervello di Arek. - Anche a me erano piaciuti. In quanto a quel loro stringersi, che ti ha lasciato perplesso, ti dirò che sono degli animali bisessuati, ecco tutto.

All'improvviso il corpo della Gran Madre tornò a sfiorare dolcemente quello del Trug. Arek si senti di nuovo invaso da una sensazione di annullamento. Il suo cervello tornò limpido e le immagini ricominciarono ad apparire.

VI.

Tutto era pronto da diversi anni. I grandi radiotelescopi elettronici registravano, da un decennio, i segnali dei grandi satelliti artificiali. Ormai lo spazio non era più un mistero totale. Radiazioni, raggi X, raggi cosmici, ultravioletti, erano stati profondamente studiati dai satelliti telecomandati.