Ma attenzione: un nome è riuscito a farsi appuntare! Ha quasi creato il silenzio intorno a sé. Alma. Punto. De. Punto. Magistris. Chiocciolina. Comptel. Eccola, proprio in mezzo all'arco di divani. Una freccia pronta a essere scoccata da Cupido. Peccato, però, che Andrea Rossi-Chan-Tze sia dal lato della corda dell'ipotetico arco e, di conseguenza, se Cupido dovesse scagliare questo splendido dardo, il destinatario non sarebbe di certo lui.
I capelli corti, lisci e nerissimi. Il viso pallido, quasi latteo. Ricorda le fini porcellane cinesi che abbondano in casa Rossi-Chan-Tze. Deve essere molto delicata, pensa Andrea, un bacio un po' troppo appassionato farebbe partire dalle sue labbra piccole crepe che manderebbero completamente in frantumi il viso. Sicuramente ha un futuro come callocrate ma, nonostante l'atteggiamento aristocratico, non diresti mai che sembra una Risorgi.
Andrea va su alma.de.magistris@comptel. Un Sito Personale molto curato: una photo gallery pressoché sterminata - non stupitevi se ci fossero le sue prime ecografie 3-d. L'ultima foto risale a una settimana fa, dove però appare bionda e, agli occhi di Andrea, persino più umana.
I links relativi a tutte le persone che conosce - è un onore per Andrea scoprire che adesso c'è anche lui, benché in un marasma confuso di circa cento altri Andrea, su un totale di 8146 persone.
La voce "interessi" - tantissime ramificazioni, categorie, sottocategorie, links. Una rapida consultazione gli fa concludere che non hanno nulla in comune. Normale.
Andrea non distoglie gli occhi dal cellcom, non riesce a smettere di contemplare le immagini di Alma sul sito, eppure c'è distacco nel suo guardare, è come se stesse ammirando una stella lontana. Il suo attuale stato d'animo è paragonabile all'incrocio della condizione esistenziale di una lattina accartocciata con quella di un calzino spaiato.
alma.de.magistris@comptel non è una che passa inosservata, lui sì. E' un fatto radicato già nel nome.
Passiamo al look di Andrea: pantaloni extralarge di tela beige, camiciona sino-hawaiana con enormi ideogrammi bianchi su sfondo nero e rosso. Quasi anonimo. Sembra un surfista di rete di inizio secolo. Non è come Rachid, non ha l'aspetto guerrigliero post-intifada che fa tendenza presso gli alternàcoli più politicizzati. Non possiede l'estrosità tzigano-punk di Arturo. E non è nemmeno un Risorgi come Vittorio, con quei cappotti che arrivano fino al ginocchio, quelle camicie da cui colano ovunque pizzi, quelle barbette da Conte Cavour curate al laser. Lui, comunque, non potrebbe mai aspirare a vestire Risorgi, non avrebbe senso. Infatti, mentre i bis-bis-bis-bis nonni di Vittorio vivevano, attivamente o passivamente, il Risorgimento, i suoi stavano probabilmente combattendo la seconda guerra dell'oppio. Ma, d'altra parte, non si sente nemmeno parte dei buddhisti hardcore. Perché lui non si vede né come italiano, né come cinese: ha sì gli occhi a mandorla, ma non sono poi così a mandorla. Non sente neppure l'atavica vocazione di aprire [lavorare in] un ristorante cinese. Tutt'altro! Andate a vedere il suo profilo: vuole lanciare un'impresa nell'editoria di rete!
Ma adesso è innamorato, pensieri del genere non sono affatto costruttivi. L'unica cosa che al momento può fare è dirlo a qualcuno. Si guarda intorno. Tutti, proprio tutti, thumbano come pazzi. Vittorio, invece, se ne sta andando, sicuro di avere sistemato i nuovi arrivati e pronto ad accogliere altri amici di rete che prima o poi andranno stipati su un divano o intorno a un bricioliere. Andrea decide di parlarne con lui.
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