Introduzione (di Silvia Treves)

Indice

Introduzione di Silvia Treves

Alia Italia

Sul fil di fumo del "fantastico" , introduzione di Vittorio Catani

L'ultima finzione di Basilide di Massimo Lo Jacono

Cybo di Nicoletta Vallorani

La moglie del pescatore di Massimo Del Pizzo

In attesa di Aline di Vittorio Catani

Fuochi artificiali di Gloria Barberi

A tempo indeterminato di Milena Debenedetti

Requiem K 626 di Alessandro Defilippi

Un fil di fumo di Davide Mana

Alia Giappone

Introduzione di Massimo Soumaré

Chiruchiru-michiru di Yamamura Bochô

Prefazione, 126; La storia del mare, 129; Il branzino ancora vivo, 130; I semi del baccello, 130; Rispose la colomba, 131; La lite, 131; Le cavallette, 132; Il pappagallo, 133; La morte della talpa, 134; La vecchietta del chiosco del tè, 135; La canzone che prendeva in giro il corvo, 135; Le patate di pietra, 136; Madre e figlio, 137; Albero e albero, 138; L'anatroccolo, 138; La preghiera dei pesciolini, 139; La foresta dei vecchi alberi, 139; Il corvo e la lumaca di fiume, 140; Buoni rapporti, 140; Il giardino zoologico, 141; Il passero, 143; Il campo di meloni, 143; I granchi, 144; Le rane, 144; Il vento, 144; Il cavallo, 145; La zanzara, 146; Le pulci, 146; Dice la cicala, 147; Il coniglio che si tagliò le orecchie, 148; Il maiale trasportato, 148; La vita di un tafano, 149; Il ladro, 150; Il paese delle stelle, 150; Il figlio del dentice, 152; Perché l'ubriacone ha smesso di bere?, 153; La melodia segreta dei sasage, 155

I pazzi ridono di Yumeno Kyûsaku

Cravatta blu, 156; Il tè kunlun, 159

Il fanciullo oca di Miyazawa Kenji

Obber e l'elefante di Miyazawa Kenji

Il mondo dopo mille anni di Unno Jûza

Il caso dell'omicidio del robot di Unno Jûza

Corri Melos! di Dazai Osamu

La fanciulla della luna di Hayami Yûji

Alia Stati Uniti e Gran Bretagna

Introduzione di Davide Mana

Il mio capodanno fra le mummie di Charles Grant Allen

La Signora, o la tigre? di Frank R. Stockton

La straniera di Sarah Orne Jewett

Il wendigo di Theodore Roosevelt

La svastika di Robert W. Chambers

Dispaccio notturno di H. F. Arnold

Il produttore di Mark McFadden

Alia Novella

Le vie di un "perdono" introduzione di Vittorio Catani

Il perdono a dio di Massimo Citi

Postfazione. La leggenda dell'antologia di carta di Danilo Arona

Leggere è un viaggio da compiere in solitudine, la lettura delle prefazioni, invece, spesso comporta il rischio di viaggiare come John Silver, con il pappagallo - pardon, il prefatore - appollaiato sulla spalla, pronto ad anticipare l'autore. Le postfazioni mi vanno maggiormente a genio ma, ahimé, spesso deludono, limitandosi a riassumere i testi e a magnificarli. A essere sinceri le uniche -zioni che concepisco sono quelle che, prima o dopo la narrazione, propongono ai lettori ulteriori informazioni e chiavi di lettura. A questa regola mi sono attenuta, insieme ai curatori di Alia e a Danilo Arona (il "postfatore"), e non anticiperò una riga sui racconti e sui loro commenti.

Tra due righe io comincio, siete ancora in tempo a leggermi più tardi...

Alia, arcipelago del fantastico

I critici letterari e i recensori suddividono normalmente la produzione letteraria in due grandi categorie: la "vera letteratura" e la "letteratura popolare" o "letteratura di massa". La prima è costituita da opere uniche, squisitamente artigianali o artistiche, la seconda di esemplari seriali, stereotipati. La letteratura di massa (che in questa visione manichea non è "vera letteratura"...), viene poi suddivisa in sottocategorie, i "generi" (giallo, noir, romanzo d'appendice, fantascienza, gotico, horror ecc.), e in sotto-sottocategorie, i "sottogeneri" (la fantascienza, ad esempio, in space opera, ucronia, cyberpunk ecc.), applicando una sistematica minuziosa che piacerebbe a uno zoologo pedante. Il genere fantastico si trova proprio al bivio tra le due categorie maggiori: opera unica e quindi letteraria (per esempio i racconti di Poe, di Hoffman, di Henry James) e prodotto di massa (fantascienza dozzinale, horror seriali ecc.).

Ma la narrativa può venire classificata anche in base a un altro criterio, quello della verosimiglianza. Se i due estremi dello spettro sono il "racconto verosimile" e il "racconto nel quale tutto è permesso", il genere fantastico occupa, per scelta, proprio la posizione centrale. Perno di ogni vero racconto fantastico è, infatti, l'irruzione di un avvenimento inspiegabile nella realtà che noi tutti conosciamo; il protagonista dovrà allora decidere se l'avvenimento sia frutto di un'illusione dei sensi e/o dell'immaginazione - lasciando così intatte le leggi del mondo - oppure sia veramente accaduto, violando le leggi che regolano il nostro universo sensibile.

Il dilemma del protagonista è in realtà il dilemma del lettore, chiamato a sua volta a decidere. Se il lettore non è disposto a sospendere il giudizio e a sopportare l'incertezza, ad assumersi la responsabilità di decidere (o anche di NON decidere), il fantastico non esiste più e questa è forse la sua maggiore peculiarità. Il fantastico è quindi un genere impalpabile, che dura quanto l'incertezza tollerata dal lettore ed è facile vittima dell'eccessiva razionalità. Di tutti i generi, il fantastico è quello che più si appella alla complicità di chi legge, che gli impone maggiori responsabilità e, di conseguenza, gli riconosce maggior libero arbitrio.

Dell'incertezza nella quale il fantastico affonda le sue radici, ha dato una bella definizione un autore inglese ottocentesco, amatissimo dagli appassionati e specializzato in ghost stories, Montague Rhode James: "Talora è necessario [all'autore, N.d.R.] avere una via d'uscita per una spiegazione naturale, ma dovrei aggiungere: che questa porta sia abbastanza stretta perché non se ne possa servire."

Scrivere un racconto fantastico è molto difficile, la sfida è stata persa, più o meno onorevolmente, anche da autori famosi e di grande valore perché è arduo persuadere il lettore a pazientare e lasciarlo sospeso tra una spiegazione naturale degli avvenimenti e una soprannaturale; la storia deve procedere lenta ma inesorabile e qualunque forzatura, qualunque uso maldestro di "effetti", spezza l'incantesimo, imponendo a chi legge una scelta definitiva. Una seconda lettura indebolisce fortemente la qualità del fantastico, cancellandone le ambiguità, ma i veri classici del genere, ad esempio Il giro di vite di Henry James, La mezzatinta di Montague Rhode James e molti racconti di Walter De la Mare, sono scritti con abilità e sensibilità tali da sopravvivere a molte riletture, svelando ogni volta qualcosa di più senza mai concedersi completamente. Chi predilige il genere fantastico, poi, sa di dover giocare "pulito", leggendo le opere dall'inizio alla fine secondo le intenzioni dell'autore, senza correre a sbirciare il finale.

Il fantastico sembrerebbe, quindi, un genere soprattutto "ludico" che invita il lettore a giocare una partita insieme ai personaggi, in gara con l'autore per scoprirne eventuali cedimenti narrativi. In realtà, i molti figli del fantastico - spesso contaminati fra loro a dare ibridi affascinanti - sono sottogeneri "impegnati" che, come tutta la vera letteratura, affondano le radici nell'essenza dell'esperienza umana. I loro temi offrono infinite variazioni ma possono essere raggruppati in due ampie categorie:

1. Temi che riguardano la percezione che l'"io" ha del mondo. Il loro denominatore comune è l'esplorazione dei confini tra materia e spirito, un'esperienza che riporta a stati alternativi alla veglia, come la follia, l'esperienza mistica, l'uso di droghe, il sogno, la primissima infanzia. Narrativamente questi stati vengono resi attraverso la metamorfosi, la confusione tra realtà e piano simbolico, la cancellazione dei confini tra soggetto e oggetto e tra soggetti diversi, la deformazione dello spazio e la sospensione del tempo, la vanificazione del rapporto causa-effetto.

2. Temi che riguardano l'interazione dell'"io" col mondo e con gli altri. Il primo fra tutti è quello della sessualità: nei racconti fantastici il desiderio sessuale è potente e incontrollabile, spesso diretto verso oggetti socialmente riprovati: sorelle, genitori, persone dello stesso sesso, religiosi. Altro tema potentissimo è quello della morte e della sua sconfitta (vampiri, fantasmi, lamie vivono tutti oltre la morte) e, collegato ai primi due, quello della violenza. Dracula l'immorto è creatura sensuale e trasgressiva per eccellenza.

Le tematiche e le modalità narrative fanno del fantastico un genere irriducibile nel solco della letteratura "lecita" e, potenzialmente, sovversivo. Un genere "guastatore", nato per minare le nostre certezze individuali, carico di una profonda valenza "politica" che consiste, paradossalmente, proprio nel mettere in discussione le nostre certezze etiche e sociali.

Più di altri generi, e spesso più del mainstream puro, il fantastico è un laboratorio che consente allo scrittore (e quindi al lettore) di sperimentare in vitro e senza rischi, di valicare confini altrimenti inaccessibili, di mettere in discussione la realtà trattando temi peccaminosi o comunque sconvenienti (incesto, omosessualità, amore di gruppo, necrofilia, sensualità smodata, violenza inaccettabile) e rifiutando i confini socialmente e naturalmente imposti tra la vita e la morte, tra la giovinezza e la vecchiaia. Attribuendo "perversioni", ambiguità e infrazioni a creature non umane (demoni, fantasmi, vampiri, lamie ecc.) l'autore di fantastico e lettore possono aggirare i tabù senza infrangerli realmente, esplorare i desideri e le pulsioni umane più nascoste senza subirne e farne subire le conseguenze.

Il fantastico, però, ha anche una funzione letteraria, che riguarda la struttura stessa del racconto.

Ogni racconto e ogni romanzo sono, in essenza, un movimento fra due equilibri simili ma non identici: all'inizio della storia vi è una situazione stabile, una configurazione composta dai personaggi; durante il racconto questa configurazione viene perturbata da un avvenimento o da una presenza e, alla fine, perviene a un nuovo equilibrio, diverso da quello iniziale; lo schema è modificabile a piacimento: se ne può sopprimere l'inizio o la fine, intercalarvi digressioni o vicende intermedie. Anche il racconto fantastico lo segue, accentuando la modificazione tra inizio e fine, stati quasi sempre perfettamente realistici, con l'introduzione di elementi soprannaturali e inspiegabili.

In un certo senso, però, tutta la letteratura, e non soltanto quella fantastica, combatte la distinzione radicale tra reale e immaginario. Scrivere è sempre un "facciamo finta che", la letteratura fantastica finge semplicemente di più, chiede al lettore una fede maggiore nella realtà fittizia del racconto. Si potrebbe dire, allora, che la letteratura fantastica è la quintessenza della letteratura e ne rende esplicito il nucleo più profondo.

La struttura del genere fantastico, costituita dall'introduzione nella narrazione di uno o pochi elementi profondamente alieni alla nostra esperienza quotidiana, funziona da lente di ingrandimento, esaltando la realtà di tutti gli altri elementi e costringendo il lettore a osservarli con maggiore attenzione e a misurarsi con essi.

L'altro elemento "trasgressivo" profondamente insito nella struttura narrativa del fantastico è la frequente adozione di un punto di vista "diverso". Quanto ci sono estranei e quanto ci sono fratelli i mostri, i criminali, gli alieni? Presentandoci il loro punto di vista, guardando il mondo attraverso i loro occhi, gli autori di fantastico ci costringono a guardare noi stessi allo specchio.

In conclusione, il fantastico è un'entità letteraria multiforme, più aura e atmosfera che genere. E' quindi naturale che i suoi confini siano incerti e che le contaminazioni fra sottogeneri e con generi limitrofi siano infinite: romanzi fantasy nei quali le leggi della magia sono altrettanto rigide e gerarchiche di quelle scientifiche, storie di fantascienza che inclinano alla psicoanalisi e alla rappresentazione dell'inconscio, racconti cyberpunk che scivolano nella detective story, ghost stories con tematiche religiose o politiche... La letteratura fantastica è generosa e ambigua, è un gioco che l'autore e il lettore giocano insieme, uno scherzo serissimo, un'esplorazione del mondo intrapresa con determinazione, portando sul naso un paio di occhialoni colorati.

Se amate giocare e ascoltare storie, se siete disposti a chiudere gli occhi e a "fare finta che", sedetevi comodi e salpate per Alia, l'arcipelago del fantastico.

Tappe di questo primo viaggio saranno il Giappone, le coste inglesi e statunitensi e l'Italia. Non visiterete località per turisti, troppo note e troppo frequentate, ma luoghi un tempo famosi e ormai dimenticati, terre sconosciute, "marginali" perché al confine tra un sottogenere e l'altro, e isolette "insospettabili". Vi guideranno le mappe disegnate per voi dai curatori Massimo Soumarè, Davide Mana e Vittorio Catani e la postfazione di Danilo Arona.

I racconti, tradotti o ritradotti per l'occasione, sono stati scelti perché, ognuno a suo modo, rappresentativi del genere e del contesto culturale non necessariamente per il loro valore letterario o perché in consonanza con i gusti dei curatori. Tutti ci sono parsi utili a comporre un quadro fedele benché inevitabilmente incompleto di un genere inafferrabile, capace di rinnovarsi e di ibridarsi, amato da generazioni di lettori e dai "padri" delle letterature di tutto il mondo, che non hanno esitato ad accettare la sfida, non avendo alcun bisogno di rispettare canoni e classificazioni.